Nicolas Party star del mercato in mostra a Lugano
È la prima grande monografica dell'artista svizzero di base a New York che nel giro di pochi anni ha conquistato i collezionisti di tutto il mondo e, soprattutto, quelli asiatici
di Silvia Anna Barrilà
I punti chiave
4' di lettura
Al Masi di Lugano ha aperto la prima grande monografica in un museo europeo di Nicolas Party, artista di Losanna di base a New York, una star del mercato dell'arte che nel giro di pochi anni è arrivato a superare il milione di dollari in asta.
L'idea della mostra al Museo d'arte della Svizzera italiana, sostenuto da Credit Suisse, è nata già prima della pandemia, quando il direttore dell'istituzione, Tobia Bezzola, ha invitato l'artista a concepire un progetto espositivo per il museo ticinese, che ha potuto essere realizzato solo ora (fino al 9 gennaio 2022). Come sua abitudine, Nicolas Party, classe 1980, è intervenuto nello spazio per creare un ambiente in cui esporre le sue opere; in questo caso, ha creato un'architettura simmetrica, suddivisa in cinque sale dipinte con colori inusuali, pitture murarie e decorazioni in finto marmo, in cui per la prima volta sono raccolti pastelli (la sua tecnica preferita) e sculture dal 2013 a oggi, provenienti da collezioni di tutto il mondo. “Il timore di ogni artista è quello di trovarsi di fronte alle sue opere del passato” ha affermato Nicolas Party durante la conferenza stampa: “potresti odiarle, o renderti conto che sono meglio di quelle attuali. In effetti, ho visto alcuni vecchi paesaggi molto riusciti, è stata una grande opportunità poter vedere le opere insieme”.
Le rovine del nostro tempo
Il titolo della mostra, “Rovine”, nasce da quattro nuove opere a pastello su parete realizzate per la mostra, ispirate al pittore simbolista svizzero Arnold Böcklin. “L'idea delle rovine è sopraggiunta molto tardi” ha affermato Party, “in piena pandemia. Per me l'immagine romantica delle rovine non rappresenta solo distruzione, quanto piuttosto un momento di transizione, di cambiamento e rinascita”. Un'interpretazione che l'artista ha visto riflessa anche nella particolare situazione architettonica della città di Lugano, con la sua sovrapposizione di stili di periodi diversi. Lo stesso museo e l'hotel adiacente nascono sulle rovine di un monastero. Inoltre, proprio mentre l'artista lavorava alla mostra, è scoppiato un dibattito sociale e politico intorno allo smantellamento del centro sociale Molino a fine maggio.
I generi classici della storia dell'arte
Diversamente da tanti pittori di oggi, che rappresentano la realtà contemporanea, la pratica artistica di Nicolas Party rimane fedele ai generi classici della storia dell'arte: la natura morta, il paesaggio, il ritratto. “Quando ero studente pensavo di dover trovare una giustificazione concettuale alle mie opere, di non poter dipingere semplicemente un paesaggio” ha affermato, “ma poi ho deciso di fare il contrario e vedere che cosa potevo apportare io, con il mio sguardo, ad un genere classico come il paesaggio. Crediamo, infatti, di vedere tutti il mondo allo stesso modo, mentre uno stesso albero, da secoli identico, può essere interpretato in modi diversi. Vederlo dipinto è come prendere in prestito gli occhi degli artisti del passato e vedere il mondo attraverso i loro occhi”.
Il mercato di Nicolas Party
Certamente i collezionisti hanno apprezzato il suo modo di vedere il mondo, infatti, sin dal principio della sua carriera, Nicolas Party ha ricevuto riscontri positivi da parte del mercato e adesso è un artista di grande successo. “Vivere della mia arte è quello che ho sempre sognato” ha affermato l'artista. “È stato verso i 32 anni che ho iniziato a vivere della mia arte, prima dovevo fare anche altri lavori per sostenermi. Ora è molto gratificante potermi dedicare completamente alla mia creatività. Sono consapevole che per tanti altri artisti, pur bravi, non è così”.
L'artista è rappresentato da sei gallerie. Le prime sono state nel 2011 The Modern Institute di Glasgow, dove l'artista ha vissuto, e Gregor Staiger di Zurigo (con sede anche a Milano) nel 2012, che lo ha scoperto grazie al direttore di Studio Voltaire, Joe Scotland. Nel 2015 si è aggiunta l'italiana Kaufmann Repetto, nel 2017 Xavier Hufkens di Bruxelles e Karma di New York, fino al 2020 quando è arrivata la potente Hauser & Wirth a raccogliere i frutti. “Nicolas ha sempre avuto un pubblico interessato” ha affermato Marie Lusa della galleria Gregor Staiger, “sin dalla prima mostra nella nostra galleria, ‘Still Life and Big Naked Woman' nel 2012, in cui ha realizzato un grande murale in bianco e nero – un'assenza di colore che ora si ritrova nella personale a Le Consortium a Digione. La seconda mostra in galleria, intitolata ‘Pastels', ha rappresentato un momento importante, in cui è entrato in contatto con molti collezionisti – era la mostra nel weekend precedente ad Art Basel, per cui c'erano molti collezionisti internazionali. Abbiamo venduto a molte istituzioni e sono seguite molte mostre museali, poi nel 2015 gli abbiamo dedicato lo stand art Art Statement ad Art Basel ed è stata un altro momento importante, in cui altre gallerie lo hanno notato. Quando The Modern Institute lo ha portato alla fiera Independent a New York nel 2015, c'è stata un'altra occasione di scoperta per il pubblico americano. Infine, la mostra presso MWoods a Pechino nel 2018 è stato il momento di apertura al mercato cinese.
Oggi c'è grande richiesta per il suo lavoro in Asia. Nicolas ha una lunga lista d'attesa per le sue opere, riceviamo continuamente domanda da ogni parte del mondo, soprattutto per i paesaggi. All'inizio i prezzi per le sue tele si aggiravano tra 10.000 e 15.000 sterline, oggi un'opera di grandi dimensioni vale 300-400.000 dollari; un pastello di piccole dimensioni parte dai 35.000 dollari (in principio le sue opere erano vendute in sterline perché viveva a Glasgow, oggi vive a New York, ndr)”.
Le quotazioni all'asta
L'Asia è la piazza principale per il mercato secondario di Nicolas Party: più della metà dei passaggi d'asta avviene ad Hong Kong, dove è stato battuto anche il suo record da 1.114.669 dollari lo scorso 2 dicembre per una natura morta del 2014. Il suo fatturato all'asta è passato da 284.400 dollari nel 2018 per sei opere a 3.708.728 dollari nel 2019 per 33 opere (dati Artprice). Nel 2020 ha totalizzato 4.770.273 dollari per 49 opere. In questi primi sei mesi dell'anno è già arrivato a 1.414.840 dollari per 13 opere. la strada sembra lunga.
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