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Niente di nuovo in Brasile: vince Verstappen, cresce Norris, Alonso vincitore morale. Delusione Leclerc, a muro prima della partenza

di Alex d'Agosta

4' di lettura

Max Verstappen ha vinto la sua diciassettesima gara della stagione a Interlagos senza alcun problema. E fin qui niente di nuovo. Lando Norris è arrivato in seconda posizione, alla quale sta facendo ormai una brutta abitudine. Ma almeno il pubblico della Formula 1 con il ‘televoto’ lo ha premiato pure oggi pilota del giorno. Il quasi ventiquattrenne ne ha infatti ottenuti sette di seconde piazze in carriera, di cui però ben sei in questa stagione. L’ormai stucchevole dominio di Verstappen non ha fatto appassire l’entusiasmo dei rivali e Norris, anche se con un costruttore che si posiziona quarto e una quinta posizione mondiale fra i piloti, si sta dimostrando forse quello più pericoloso anche in chiave futura.

A proposito: con un Sainz che dopo Interlagos insegue a tre punti ma un Alonso davanti di altrettante tre lunghezze, Norris può giocarsi davvero anche il quarto posto alla fine dell’anno, ipotizzando che la sua McLaren resti più competitiva dell’Aston Martin. D’altra parte Fernando, non potendo minimamente contare su Stroll, che ha portato a casa solo 63 punti e quasi tutti a inizio anno, non può prevalere contro la nuova ‘corazzata arancione’ che ha già avuto modo di mostrare il valore di Piastri in più occasione nel 2023.

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Grande assente dalla cronache odierne è Charles Leclerc, che ha fatto prendere un infarto ai tifosi. Dopo una bella qualifica da prima fila di venerdì sera, a fianco di Verstappen, nel giro di formazione ha avuto un inconveniente tecnico di ambito idraulico che gli ha tolto il controllo della monoposto e, pur a velocità ridotta, lo ha mandato a muro, danneggiando fra l’altro non poche parti dell’auto che comunque non avrebbe preso parte alla gara. Un vero peccato, perché se ieri nella Sprint Race il monegasco non aveva nascosto di aver sacrificato i minori punti in palio del sabato per via di un set di pneumatici risparmiati in favore del gran premio, è evidente che il suo week-end contava su una strategia più aggressiva e forse efficace per la domenica. Invece la strategia più conservativa del box di Sainz lo ha portato a un mesto sesto posto con oltre 50 secondi di ritardo sulla bandiera a scacchi: non sarebbe tanto male guardando al resto della stagione e agli ultimi obiettivi possibili per il 2023. Ma considerando che gli è finito davanti addirittura Stroll, resta ben poco da gioire. A onor del vero, tuttavia Sainz oggi ha ‘guadagnato la pagnotta’ sotto un altro aspetto: non tanto per merito suo ma per sfortune altrui, è riuscito in ogni caso a mettere almeno quattro punti fra lui e la prima Mercedes. Con un Hamilton solo ottavo e un Russell ritirato, almeno la Ferrari ha recuperato qualche lunghezza nel mondiale costruttori, ma il distacco resta sempre aperto a ben venti punti.

Complessivamente, quindi, la prova brasiliana non ha aggiunto molto alla stagione se non qualche ennesimo e, si spera, irripetibile nuovo record di Verstappen. In piena ‘comodità’ infatti il campione del mondo da poco riconfermato ha vinto la sua diciassettesima gara in una stagione sola. Senza soffrire granché: appena appena, ma proprio poco, solo al giro numero otto, quando Norris ha osato mettere il muso davanti in curva 4 per pochi istanti. Ma da lì, di nuovo, il vuoto. Norris però è stato bravo a tener duro finendo al secondo posto, portando a casa anche il punticino per il giro più veloce.

Se i primi due hanno avuto un passo sostenuto e poco ostacolato, c’è da dire che la terza posizione del podio è stata davvero sudata. Si parla di 0,053 secondi di Alonso sul traguardo rispetto a un Perez ‘risvegliato’ dopo le ultime due brutte batoste negli Stati Uniti e in Messico. Un Perez su cui nessuno avrebbe scommesso ma che negli ultimi giri sembrava anche poter confermare un terzo posto: almeno fino a che Alonso non ha lanciato un attacco finale di altri tempi proprio all’ultimo giro. Da pilota furbo ed esperto lo ha messo così tanto sotto pressione da farlo sbagliare e lo ha passato abbastanza comodamente.

La gara è stata priva di grossi incidenti ma una safety car inevitabile per colpa di Albon e Magnussen ha stravolto alcune strategie e fatto tardare lo svolgimento della gara. Con la seconda partenza ci ha rimesso soprattutto Hamilton per mano di McLaren prima e Aston Martin dopo, ma non ci sono stati più grossi stravolgimenti di posizione, salvo le danze solite di posizioni fra un pit-stop e l’altro e lo studio millimetrico dell’undercut più o meno opportuno.

Ma non è con la matematica che la Formula 1 potrà far tornare su di sé interesse per un mondiale già assegnato e ogni gran premio mestamente ancora quasi sempre condotto dal solo Verstappen. C’è da sperare almeno che nel prossimo appuntamento il fattore novità dia uno scossone all’ambiente. Si correrà a Las Vegas: un grande ritorno dopo tanti anni, dove l’aspetto glamour probabilmente prevarrà ancora su quello sportivo. Ma siccome ci sono ancora belle posizioni in palio fra i team e i piloti, la speranza è che almeno al volante si impegnino e si divertano più che gli spettatori da casa.

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