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Treno Frejus bloccato: rischio per economia e turismo tra Italia e Francia

Il treno Frejus, che collega l’Italia alla Francia, è bloccato a causa di una frana. Il blocco potrebbe avere conseguenze negative per l’economia e il turismo tra i due Paesi. Chiuso fino a metà dicembre anche il tunnel del Bianco e, di notte, il Gran San Bernardo. Forte preoccupazione del mondo economico

di Filomena Greco

Fermoimmagini di un video pubblicato sul profilo facebook di Loic Borella che mostra la frana nell'area della Maurienne tra Francia e Italia il 27 agosto 2023. COURTESI LOIC BORELLA -

4' di lettura

Cresce la preoccupazione nel mondo economico torinese e piemontese per il blocco dei collegamenti ferroviari con la Francia fino alla prossima estate. La comunicazione ufficiale risale a venerdì scorso quando Prefettura della Savoia e Ferrovie francesi (SNCF) hanno annunciato che la chiusura del traffico ferroviario tra Italia e Francia andrà avanti fino a giugno dell’anno prossimo.

Una nota della Giunta della Camera di commercio di Torino ha espresso grande preoccupazione per le inevitabili conseguenze che ricadranno sul territorio a causa di questo stop. «Con il blocco dei TGV e dei Frecciarossa, oltre che dei 170 treni merci settimanali attivi sulla stessa linea, è facile prevedere gravi ripercussioni per il territorio, con un aumento notevole del trasporto su gomma e una conseguente congestione del traffico» ha sottolineato Dario Gallina, presidente della Camera di commercio di Torino e neo presidente dell’Associazione AlpMed, che riunisce le Unioni regionali e le Camere di commercio di Liguria, Piemonte, Provence Alpes Côte d’Azur, Auvergne-Rhône-Alpes, Valle d’Aosta, Corsica e Sardegna.

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«Occorre fare tutti gli sforzi necessari affinché i lavori di ripristino della linea vengano accelerati, per risolvere un problema che non si limita solo alla regione francese coinvolta, ma impatta fortemente su tragitti di lungo raggio tra due Paesi», aggiunge Gallina.

Anche Oltralpe gli amministratori locali hanno espresso preoccupazione soprattutto rispetto agli spostamenti legati al turismo invernale e alle vacanze di Natale. Un hub sarà allestito alla stazione di Saint-Michel-de-Maurienne, ha spiegato il prefetto della Savoia, i TGV si fermeranno a Saint-Michel-de-Maurienne e Saint-Jean-de-Maurienne e saranno allestiti degli autobus per trasportare i vacanzieri verso le stazioni sciistiche.

Da Torino arriva un appello affinché si facciano tutti gli sforzi perché i lavori di ripristino della linea vengano accelerati, «per risolvere un problema che non si limita solo alla regione francese coinvolta, ma impatta fortemente su tragitti di lungo raggio tra due Paesi» aggiunge la nota dell’ente camerale torinese.

Salvini: tra Frejus, Monte Bianco e San Gottardo rischiamo il blocco

Intermodalità a rischio

La circolazione ferroviaria tra Italia e Francia lungo la linea storica è bloccata dal 27 agosto per una frana avvenuta nel territorio della Maurienne. Secondo le autorità francesi i lavori di ripristino, inizialmente previsti entro novembre, non termineranno prima dell’estate 2024. La prospettiva della paventata chiusura per un anno della linea ferroviaria - spiega la Camera di Commercio di Torino rappresenta un rischio di totale desertificazione dell’intermodalità ferroviaria tra l’Italia e la Francia e causa di un danno incalcolabile per l’economia transfrontaliera.

«Conseguenze ecologiche ed economiche disastrose. Più in generale, c’è la questione dell’interruzione dei collegamenti ferroviari Francia-Italia su un asse strategico europeo. Per quasi un anno, le migliaia di passeggeri del Tgv (Sncf) e del Frecciarossa (Trenitalia) tra Parigi e Milano, così come i 170 treni merci che utilizzano questa linea ogni settimana dovranno trovare altre soluzioni», afferma, in una nota, il Comitato Transalpine Lione-Torino. «Piuttosto che lunghe e costose deviazioni ferroviarie attraverso la Svizzera, la maggior parte dei flussi - spiega il comitato - dovrebbe logicamente rivolgersi all’aereo e soprattutto alla strada. Con più camion, pullman e auto sulle autostrade alpine già trafficate e una bolletta del carbonio che promette di essere ripida. La valle della Maurienne sarà particolarmente esposta data la chiusura del tunnel stradale del Monte Bianco dal 16 ottobre al 18 dicembre per importanti lavori di ristrutturazione e manutenzione. Entrata negli annali delle ferrovie francesi per essere stata teatro, nel 1917, del più mortale incidente ferroviario del paese fino ad oggi (435 morti) in seguito al deragliamento di un treno travolto sul pendio, la storica linea della Maurienne è nota per le sue pendenze più ripide d’Europa. Ereditata dal XIX secolo, questa linea di altitudine è nota da tempo anche per la fragilità geologica delle aree montane che attraversa».

La Tav Torino-Lione

Un tema, questo, che rilancia il ruolo del collegamento veloce, ad alta velocità, con il tunnel di base i cui lavori stanno procedendo.

«Sulla Tav Torino-Lione c’è un ottimo dialogo con il collega francese. Entro la fine dell’anno faremo un sopralluogo nei nostri rispettivi cantieri», ha detto sul tema il ministro delle infrastrutture Matteo Salvini aprendo a Trento “L’Italia dei sì”, il tour per illustrare il cronoprogramma delle opere pubbliche fino al 2032.

Il ruolo del Monte Bianco

«La Valle d’Aosta di recente ha dato un supporto indispensabile al sistema trasporti nazionale. Con la chiusura del Frejus abbiamo avuto il 200% in più di traffico pesante. Questo la dice lunga sulla strategicità del Monte Bianco e del San Bernardo. La necessità di raddoppio del traforo del Monte Bianco non ha solo fini commerciali, ma serve anche a garantire una continuità di rapporto fra comunità». Così Renzo Testolin, presidente della Regione autonoma Valle d’Aosta, nel corso della tavola rotonda ’Le grandi infrastrutture motore del Paese’ al Festival delle Regioni che si tiene a Torino. Nei giorni scorsi, dopo il rinvio dei lavori di manutenzione programmati per il tunnel del Bianco (tre mesi di chiusura all’anno per 18 anni) il traforo è comunque oggetto di manutenzione non rinviabile fino al 18 dicembre.

Il traforo del Monte Bianco

Il tunnel che collega Courmayeur a Chamonix

Traforo del Monte Bianco, il tunnel che collega Courmayeur (Aosta) a Chamonix (Francia). ANSA

Il caso del Brennero

Anche sul fronte orientale non mancano problemi ai collegamenti transfrontalieri. «Chiederemo all’Unione europea una procedura di infrazione» nei confronti dell’Austria per «le condizioni che sono state messe» ai trasporti attraverso il Brennero. Lo ha detto Edoardo Rixi, viceministro alle infrastrutture e alla mobilità sostenibile, intervenuto oggi a Torino alla seconda edizione del Festival delle Regioni. Rixi ha spiegato che anni di «mancata progettazione» e «tensioni geopolitiche» comportano dei «problemi ai valichi alpini» facendo l’esempio del Frejus e di Ventimiglia.

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