Nipote contro Fondazione: l’eredità contesa di Maria Lai
Nuova citazione in giudizio al Comune e alla Fondazione Stazione dell'Arte per rivendicare la titolarità dei diritti d'autore per l’uso economico di circa 150 opere donate dall’artista
di Giuditta Giardini
4' di lettura
Coloro che pensano che a far discutere le Corti sulle violazioni di diritti d'autore siano solo Jeff Koons, per giunta fresco di condanna per 190.000 euro, e Richard Prince sbagliano. La saga dell'artista sarda Maria Lai, morta nel 2013, continua ad intrattenere la Sezione specializzata in materia di Impresa del Tribunale di Cagliari. Dopo una prima vittoria dell'erede, ieri una nuova citazione in giudizio è arrivata dalla nipote dell'artista, Maria Sofia Pisu, al Comune di Ulassai e alla Fondazione Stazione dell'Arte , fondata dalla stessa Lai nel 2004.
L'inibitoria e il reclamo
Pomo della discordia è la titolarità dei diritti di utilizzazione economica delle circa 150 opere donate da Maria Lai alla Fondazione e al Museo quando ancora in vita. Maria Sofia Pisu, pur riconoscendo il diritto di proprietà delle opere in capo alla Fondazione, ritiene che con la donazione non siano stati trasferiti i diritti economici d'autore, quali il diritto di riproduzione e prestito delle opere della zia. È del medesimo avviso il giudice del Tribunale di Cagliari, Bruno Malagoli che il 19 gennaio 2021, con ordinanza, ha accolto la richiesta di inibitoria della Pisu contro la vendita dei cataloghi di Maria Lai. Il giudice ha pertanto interpretato letteralmente l'art. 109 della legge sul diritto d'autore (L.D.A.), secondo cui “la cessione dell'opera non comporta, salvo patto contrario, la trasmissione dei diritti d'autore”, così i diritti, rimasti in capo a Maria Lai, sarebbero stati trasferiti all'erede al momento della sua morte, avvenuta 8 anni fa. Il 4 marzo 2021, si terrà l'udienza di reclamo contro il provvedimento cautelare in cui compariranno, per la Fondazione e il Comune, gli avvocati Giacomo Bonelli, Omar Cesana, Francesca Milani e Massimo Lai.
Il procedimento dichiarativo
Una nuova citazione è arrivata, il 2 marzo 2021, alla Fondazione e al Comune ogliastrino da parte della Pisu. Con una raccomandata firmata dal suo difensore, l'avvocato Stefano Astorri, è stato notificato al sindaco di Ulassai e presidente della Fondazione Stazione dell'Arte, Gianluigi Serra, l'atto di citazione per una nuova causa presso il Tribunale Civile di Cagliari contro la Fondazione e il Comune per: “accertare e dichiarare la titolarità dei diritti d'autore, ossia di utilizzazione economica sulle opere di Maria Lai in capo alla professoressa Maria Sofia Pisu”.
La situazione
L'eredità che Maria Lai ha lasciato è bipede, da un lato ci sono l' Archivio Maria Lai , fondato nel 2018, e la Fondazione Maria Lai, questa fondata nel 2018, gestite dalla nipote Maria Pisu. Detentrice dei diritti morali di Maria Lai, Maria Sofia Pisu ha la facoltà di rilasciare certificati di autenticità per i lavori dell'artista. Dall'altro lato c'è la Fondazione Stazione dell'Arte e Museo, fondati per volontà della stessa Maria Lai, nove anni prima della sua morte e di cui per tutta la vita è stata presidente onorario. Secondo l'Articolo 3 dello statuto della Fondazione no profit, il suo patrimonio è costituito da un centinaio di opere del museo “Maria Lai” donate dall'artista e dalla struttura museale compresa l'intera area sulla quale insistono gli stabili dati in comodato dal Comune di Ulassai.
Il sindaco del Comune di Ulassai e presidente della Fondazione Stazione dell'Arte, Gianluigi Serra, ha risposto ad Arteconomy24 in merito al contenzioso legale.
La vostra linea difensiva?
La Fondazione è stata creata per volere dell'artista, che ne è stata anche presidente onorario per nove anni, fino alla sua morte. È sempre stato chiaro, per 17 anni, che i diritti di utilizzazione economica fossero in capo alla Fondazione, che altrimenti sarebbe ingessata dovendo fare costante riferimento agli eredi per la pubblicazione dei cataloghi, esposizioni e prestiti per mostre. Inoltre, per statuto tutte le opere di Maria Lai che costituiscono il patrimonio della Fondazione sono inalienabili, quindi se non residuassero in capo alla Fondazione dei diritti, avremmo soltanto oneri. Ma c'è dell'altro, all'Articolo 4 dello Statuto, in cui si parla delle Rendite della Fondazione, non c'è una chiara formula magica come previsto dell'articolo 110 del L.D.A., ma si capisce che quando si parla di “Rendite costituite dal reddito del patrimonio”, Articolo 4(a), si intendono tutte le rendite derivate dai diritti economici relativi alle opere che costituiscono il patrimonio ex Articolo 3. Sempre a norma dell'Articolo 3, “tali proventi, detratte le relative spese, devono essere integralmente destinati al raggiungimento delle finalità della Fondazione”, ma se questi vengono dirottati verso terzi non avrebbero senso siffatte disposizioni statutarie.
Per le opere di land art della Lai?
Sofia Maria Pisu chiede che sia inibita la vendita dei cataloghi relativi alle opere disseminate sul territorio di proprietà del Comune e dal Comune commissionate. Si tratta di lavori su commissione e la questione è diversa.
La Fondazione sopravvivrà se le verranno tolti i diritti patrimoniali connessi?
Oggi sopravvive in parte tramite introiti diretti, come bigliettazione e vendita di cataloghi al bookshop, che costituiscono il 30% delle entrate, mentre il restante 70% sono finanziamenti del Comune di Ulassai e della Regione Sardegna. Quest'anno anche la Fondazione Sardegna è entrata come socio sostenitore. Ulassai è un paese piccolo e non facilmente raggiungibile, i turisti ci sono, ma non sono tanti, soprattutto in tempi di Covid-19, oltre a perdere quel 30% di entrate dirette, c'è il rischio che l'attività venga paralizzata, rimessa al placet di un soggetto esterno che ha già in portafoglio un Archivio e una Fondazione con tutte le problematiche connesse ai conflitti di interesse. Quando si arriverà a sentenza, il CdA della Fondazione deciderà quale sarà la migliore strada percorribile. Al di là di tutto, la Fondazione è un museo monografico che porta avanti le volontà dell'artista cristallizzata negli articoli dello Statuto che Maria Lai ha letto e sottoscritto nel pieno delle sue facoltà e della sua attività creativa. Maria Lai diceva sempre che la Fondazione era il figlio che non aveva mai avuto, perché racchiudeva la sua identità artistica ed è per questo che noi oggi ci battiamo.
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