Nissan, nuovo mandato d’arresto per Carlos Ghosn: abuso di fiducia
2' di lettura
Un nuovo mandato di arresto del pubblico ministero giapponese è stato emesso nei confronti dell’ex presidente dell’alleanza Nissan-Renault-Mitsubishi, Carlos Ghosn, con l’accusa di abuso di fiducia nei confronti del gruppo auto. È esclusa dunque - almeno nelle prossime 48 ore - la possibilità che l’ex top manager possa uscire su cauzione, come appariva invece possibile fino a giovedì 20 dicembre, dopo il rifiuto della corte distrettuale di Tokyo di estendere il fermo di altri dieci giorni dopo due mandati di arresto.
Ghosn era stato arrestato per la prima volta il 19 novembre assieme al direttore operativo Greg Kelly, con l’accusa di aver occultato 5 anni di compensi fino al 2014 per un valore di 5 miliardi di yen, circa 44 milioni di dollari. Un secondo mandato di arresto è stato notificato successivamente per un altro illecito che copriva ulteriori violazioni fino all’anno fiscale 2017. Il pubblico ministero ha formalizzato l’incriminazione il 10 dicembre ma secondo i media nipponici l’ex tycoon ha respinto ogni addebito durante gli interrogatori, asserendo di non aver commesso alcuna infrazione riferita alle remunerazioni non ancora percepite. Il nuovo mandato di arresto, in base al comunicato del pubblico ministero, riguarda la copertura di perdite su investimenti pari a 1,85 miliardi di yen, circa 16 milioni di dollari con fondi appartenenti alla Nissan.
Il nuovo arresto dà alla Procura giapponese il diritto di trattenere Ghosn per almeno altri dieci giorni se non oltre, mettendo seriamente in discussione le possibilità dell’indagato di ottenere la libertà sy cauzione. Gli avvocati di Ghosn hanno rifiutato di commentare. Mentre le accuse nei suoi confronti erano state finora collegate ad aspetti apparentemente secondari della contabilità - se i pagamenti nei suoi confronti erano stati registrati correttamente - le nuove accuse fanno riferimento a reati che avrebbero una vittima molto concreta: Nissan. La stessa casa automobilistica che ha accusato l’ex presidente di aver abusato dei beni aziendali, cacciandolo dopo gli arresti.
Le nuove accuse comprenderebbero la violazione del Japan’s Companies Act, capo d’imputazione più grave rispetto alla sottostimazione del reddito denunciato, violazione del Financial Instruments and Exchange Act. La nuova accusa potrebbe comportare una pena detentiva massima di dieci anni. I pubblici ministeri hanno perquisito la casa di Ghosn dopo l’ultimo riarresto, stando a quanto riferisce l’emittente televisiva Asahi. Gli avvocati del manager avevano precedentemente negato questa ipotesi di reato. Prolungandosi la custodia catuelare, sarà anche più difficile per Ghosn costruire una strategia difensiva efficace.
loading...