No Green pass «offendono la memoria della Shoah». Condanna per il corteo di Novara
Prese di posizione dure da parte della Comunità ebraica, dell’Ucei, dell’Anpi e del ministro della Salute Speranza
di Carlo Andrea Finotto
I punti chiave
4' di lettura
Una fila di persone agghindate con pettorine bianche e grigie, alcune addirittura con un numero. Si tenevano unite con una corda che simboleggiava un filo spinato. A Novara l’ultima iniziativa dei no Green pass – alcune decine – ha visto i manifestanti paragonarsi ai deportati di Auschwitz.
Quello di Novara non è stato il primo tentativo da parte di alcuni esponenti del movimento di paragonarsi ai perseguitati ebrei sotto il nazifascismo. In altre parti d’Italia nelle settimane precedenti si erano visti alcuni manifestanti sfilare sfoggiando una stella gialla sugli abiti o facendo riferimento alle persecuzioni, ma il corteo nella città piemontese di sabato 30 ottobre ha suscitato una reazione corale e indignata da più parti, coinvolgendo dall’Ucei (Unione delle comunità ebraiche italiane) all’Anpi.
Shoah usata in modo distorto e vergognoso
«Da mesi il movimento no vax continua a utilizzare in modo distorto e vergognoso la Memoria della Shoah. Ultimo allarmante caso, quello di Novara dove i manifestanti anti-vaccini e Green pass hanno farneticato di essere come “i prigionieri di Auschwitz”, vestendosi come tali» dichiara Rossella Bottini Treves, presidente della Comunità ebraica di Vercelli, che ha in gestione la sezione di Novara.
La presa di posizione dell’Anpi
Con un post su Twitter l’Anpi nazionale ha commentato la foto del corteo scrivendo «la vergogna dell’ignoranza».
«Equiparare la necessità di vaccinarsi, che è al momento il primo ed unico strumento per salvare vite dall’epidemia da Covid19, allo sterminio nazista rappresenta bene la distorsione mentale di queste persone, che non fanno che alimentare la quota di fake news già troppo presente sui social e media, nonché favorire proprio quelle forze che vogliono riportare indietro le lancette della storia». Anpi Novara condanna così i manifestanti no Green pass travestiti da prigionieri dei lager nazisti che hanno sfilato per le strade della città piemontese.
Green pass non paragonabile a campi di concentramento
«È pazzesco che si manifesti in questo modo. La storia bisogna conoscerla e fatti del genere mi lasciano senza parole. Lo sforzo della nostra Comunità va soprattutto nella direzione della conoscenza, del sapere. Ovviamente del sapere rivolto a tutti, non solo alle nuove generazione di ebrei. È evidente – evidenzia Bottini Treves – che si tratta di un problema culturale, altrimenti non vedo come sia possibile concepire cose di questo genere. Non si può accostare una tematica come quella sul Green Pass a quella del filo spinato dei campi di concentramento e della Shoah».
Di Segni: un’offesa alla Memoria
Sulla stessa linea, la ferma condanna della presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni, che evidenzia come davanti a queste farneticazioni non si possa invocare la libertà d'espressione garantita dalla costituzione. Questi paragoni impossibili, rileva infatti Di Segni, rappresentano «un assoluto abuso e un'offesa alla Memoria, che non è solo Memoria ebraica».
Gli accostamenti dei campi di concentramento alle restrizioni anti-Covid, compreso il Green pass, «sono paragoni pericolosi» è il commento a LaPresse del vicepresidente della Comunità Ebraica di Roma, Ruben Della Rocca. Che avverte: «Bisogna fare attenzione a non dare troppa visibilità a questi gruppi. Loro cercano di attirare l'opinione pubblica con provocazioni indegne, ma sono i numeri a ricordarci che sono irrilevanti. È doveroso fare cronaca, ma l'impressione è che ormai usino questi paragoni soprattutto per finire sui giornali».
Speranza: cose viste a Novara fuori da grazia di Dio
«Quello che ho visto a Novara è fuori dalla grazia di Dio». Così il ministro della Salute, Roberto Speranza, intervenuto a Mezz’ora in più, su RaiTre, riferendosi ai manifestanti contro il Green pass vestiti da deportati nei campi di concentramento. «Nel 13% di chi non si è ancora vaccinato, c’è chi ha paura, non sono tutti no-vax. Il modo migliore per convincerli non è insultarli, ma convincerli con dati scientifici».
Il sindaco: 90% è vaccinato, protesta inaccettabile di pochi
Del pomeriggio di domenica la presa di posizione del sindaco di Novara, Alessandro Canelli – alla guida di una coalizione di centrodestra, rieletto alle recenti amministrative con circa il 70% di voti al primo turno –. «Paragonare una posizione ideologica relativa ad un vaccino e ad un Green pass alla pagina più tragica della nostra storia e a persone che sono state deportate, umiliate, torturate, annientate psicologicamente e assassinate è a dir poco vergognoso» si legge nella nota di Canelli. «Esprimere le proprie idee e il proprio pensiero è non solo giusto, ma anche un diritto sancito dalla Costituzione. Quindi nulla da dire sulla possibilità di manifestare il dissenso al Green pass, ma ci sono limiti che non dovrebbero mai essere superati e soprattutto non attraverso la violenza. Perché di questo si tratta, di violenza psicologica che va condannata con forza esattamente come la violenza fisica».
Il sindaco di Novara sottolinea poi che in città «il 90% delle persone ha deciso di aderire alla campagna vaccinale a tutela di se stessi e degli altri. Alla manifestazione di sabato c'era una piccola parte di quel 10% mancante che non si è sottoposto al vaccino per svariati motivi. Stiamo parlando di numeri molto bassi, di poche persone che purtroppo, però, hanno portato nella nostra città una protesta inaccettabile per come è stata messa in scena. I manifestanti non potevano scegliere modo peggiore per esprimere una posizione sulla quale si può o meno essere d'accordo ma che non doveva diventare causa di vergogna e di polemica nella nostra comunità».
«Abbiamo cresciuto una parte di popolo nell’ignoranza più abissale. Novara , manifestazione #NoGreenPass , i manifestanti sfilano vestiti da prigionieri dei Lager nazisti. Non hanno idea della storia. Noi si purtroppo, e sappiamo che quando poi dovrebbe prevalere l’ignoranza…». Così, su Twitter, il deputato Pd Emanuele Fiano.
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