Nobel per l’Economia a Claudia Goldin per il gender gap
La studiosa americana, prima donna Professor of Economics ad Harvard, ha approfondito temi come partecipazione e retribuzione femminile nel mondo del lavoro negli ultimi tre secoli
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Il premio Nobel 2023 per l’economia va a Claudia Goldin, storica economica ed economista del lavoro americana che attualmente è Professor of Economics all’Università di Harvard. È co-direttore del Gender in the Economy Study Group della Nber ed è stata direttrice del programma Development of the American Economy della Nber dal 1989 al 2017. Il riconoscimento va alla Goldin «per aver fatto progredire la nostra comprensione degli esiti del mercato del lavoro femminile».
Goldin è solo la terza donna a vincere il premio, secondo quanto riferisce Hans Ellegren, segretario generale dell’Accademia reale svedese delle scienze, a Stoccolma. «Comprendere il ruolo delle donne nel mercato del lavoro è importante per la società. Grazie alla ricerca innovativa di Claudia Goldin, ora sappiamo molto di più sui fattori sottostanti e sulle barriere che potrebbero essere affrontate in futuro», ha dichiarato Jakob Svensson, presidente del Comitato per il Premio in Scienze Economiche.
Nasce dalle sue ricerche sulla partecipazione femminile al mercato del lavoro, e soprattutto sui differenziali di partecipazione e retribuzione nel corso di oltre due secoli, il premio Nobel assegnato oggi alla studiosa di 77 anni. La Goldin ha scoperto i fattori chiave delle differenze di genere nel mercato del lavoro, fornendo il primo resoconto completo sulle retribuzioni e sulla partecipazione delle donne al mercato del lavoro nel corso dei secoli. Donne che - continua la motivazione - «sono ampiamente sottorappresentate nel mercato del lavoro globale e, quando lavorano, guadagnano meno degli uomini». La studiosa - si spiega - «ha dimostrato che la partecipazione femminile al mercato del lavoro non ha avuto una tendenza al rialzo durante l’intero periodo, ma forma invece una curva a forma di U» con una partecipazione delle donne sposate in calo nella transizione da una società agricola a una industriale all’inizio del Diciannovesimo secolo, seguita da un aumento con la crescita del settore dei servizi all’inizio del Ventesimo secolo.
La Goldin «ha spiegato questo modello come il risultato del cambiamento strutturale e dell’evoluzione delle norme sociali riguardanti le responsabilità delle donne per la casa e la famiglia». Nonostante la modernizzazione, tuttavia, «la crescita economica e la crescente percentuale di donne occupate nel Ventesimo secolo, per un lungo periodo di tempo il divario retributivo tra donne e uomini non si è ancora colmato». Claudia Goldin è stata la prima donna a diventare Professor of Economics ad Harvard. Il suo ultimo libro è Career & Family: Women’s Century-Long Journey into Equity, pubblicato nel 2021 dalla Princeton University Press.
Con il premio all’economia si concludono gli annunci relativi al 2023 dell’Accademia di Svezia. Riconoscimenti che, anche quest’anno, non hanno mancato di far discutere. Il Nobel per la pace è andato all’attivista iraniana Narges Mohammadi, quello per la letteratura allo scrittore norvegese Jon Fosse. Per la fisica sono stati premiati Pierre Agostini, Ferenc Krausz e Anne L’Huillier per gli studi sugli attosecondi, mentre per la chimica i riconoscimenti sono andati Moungi Bawendi, Louis Brus e Alexei Ekimov per i punti quantici. Archiviata la stagione della pandemia grazie ai vaccini, comprensibile che il premio Nobel per la medicina sia andato a Katalin Karikó e Drew Weissman per gli studi sui vaccini a mRna.
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