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Nobel per la medicina: chi sono Karikò e Weissman, premiati per i vaccini Covid

Si è scelto di assegnare il premio ai «genitor» della terapia a mRna, più di 15 anni dopo la loro visionaria collaborazione in laboratorio

di Francesca Cerati

Karikò e Weissman premiati per i vaccini mRna indispensabili nella lotta al Covid (Afp)

3' di lettura

Il Nobel per la Medicina 2023 ha premiato, con la biochimica ungherese Katalin Karikó e l’immunologo americano Drew Weissman, la tecnologia che ha reso possibili i primi vaccini contro la pandemia di Covid-19, già all’inizio del 2020. La scoperta, rileva la Fondazione Nobel, ha modificato radicalmente la comprensione di come la molecola di Rna messaggero interagisce con il sistema immunitario. Grazie a questo grande passo in avanti, i due vincitori hanno contribuito a sviluppare, «con una rapidità senza precedenti, un vaccino diretto contro una delle più grandi minacce alla salute umana dei tempi moderni».

La possibilità di una terapia genica basata sull’Rna messaggero è stata a lungo ignorata dalla comunità scientifica, ma Karikó non si è mai data per vinta e ha continuato a portare avanti le sue ricerche. E alla fine, l’ha avuta vinta.

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Karikò è nata nel 1955 a Szolnok, in Ungheria. Ha conseguito il dottorato di ricerca all’Università di Szeged nel 1982 e ha svolto i suoi studi post-dottorato presso l’Accademia ungherese delle scienze di Szeged fino al 1985. Successivamente ha proseguito le sue ricerche negli Usa, alla Temple University di Filadelfia e all’Università di Scienze della salute di Bethesda. Nel 1989 è stata nominata professoressa assistente dell’Università della Pennsylvania, dove è rimasta fino al 2013. È diventata quindi vicepresidente e poi vicepresidente senior dell’azienda tedesca BioNTech Rna Pharmaceuticals. Dal 2021 è professoressa all’Università di Szeged e professoressa a contratto presso la Perelman School of Medicine dell’Università della Pennsylvania.

Weissman è nato nel 1959 a Lexington in Massachusetts, Stati Uniti. Ha conseguito la laurea in Medicina e il dottorato di ricerca all’Università di Boston nel 1987. Ha svolto la sua formazione clinica presso il Beth Israel Deaconess Medical Center della Harvard Medical School e attività di ricerca post-dottorato ai National Institutes of Health (Nih). Nel 1997 ha fondato il suo gruppo di ricerca presso la Perelman School of Medicine dell’Università della Pennsylvania. È Roberts Family Professor in Vaccine Research e direttore del Penn Institute for Rna Innovations.

Dopo un incontro casuale alla fine degli anni ’90 mentre fotocopiavano documenti di ricerca, Karikó e Weissman iniziarono a studiare l’mRna come potenziale terapeutico. Nel 2005 hanno pubblicato una scoperta chiave: l’mRna potrebbe essere alterato e rilasciato efficacemente nel corpo per attivare il sistema immunitario. Giorno dopo giorno, i vincitori del Nobel 2023 hanno lavorato instancabilmente per sbloccare il potere dell’mRna come piattaforma terapeutica, non sapendo come il loro lavoro sarebbe potuto servire ad affrontare una grande sfidaz, la pandemia da Covid, che il mondo un giorno si sarebbe trovato ad affrontare.

Sia Pfizer/BioNTech che Moderna hanno utilizzato la loro tecnologia per costruire i loro vaccini per proteggere dalla malattie grave e dalla morte dovute al virus. Così, più di 15 anni dopo la loro visionaria collaborazione in laboratorio, Kati e Drew hanno lasciato un’impronta indelebile nella medicina. Ora, lo stesso approccio viene testato per altre malattie e condizioni.

«L’importanza di questo tipo di ricerca - commenta Massimo Galli, già direttore del reparto di Malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano - è il grande futuro che ha per lo sviluppo di ulteriori possibilità, non soltanto vaccinali ma anche di terapie antitumorali, cosa per cui queste tecniche di utilizzo dell’Rna messaggero erano state inizialmente concepite. Questa possibilità attraverso l’inoculazione di uno specifico Rna messaggero punta ad indurre le nostre cellule a produrre determinati antigeni sensibilizzando il sistema immunitario».

Il Nobel arriva dopo che i due ricercatori hanno ricevuto numerosi riconoscimenti nazionali e internazionali , tra cui il Lasker-DeBakey Clinical Medical Research Award , il Breakthrough Prize , il Princess of Asturias Award , l’ Albany Medical Center Prize in Medicina e Ricerca Biomedica , il VinFuture Grand Prize e il Premio Tang per le scienze biofarmaceutiche. Inoltre, nel 2021 sono stati nominati tra gli “Eroi dell’anno” dalla rivista Time.

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