Nocciole made in Italy: la domanda cresce ma la produzione cala del 70%
Cresce l’utilizzo nell’industria dolciaria e il consumo per motivi salutistici, ma i nuovi noccioleti piantati negli ultimi anni non sono a regime e la raccolta è rovinata dal maltempo
di Giorgio dell'Orefice
2' di lettura
È un vero e proprio cortocircuito quello che colpisce la produzione di nocciole made in Italy. Da un lato infatti la domanda è in forte crescita sulla scorta delle proprietà salutistiche della frutta secca, ma anche di un uso sempre più diffuso nell'industria dolciaria. Un trend di crescita dei consumi che ha spinto molti imprenditori in Italia a investire per realizzare nuovi impianti anche in aree non tradizionalmente vocate. Si contano infatti dal 2018 a oggi circa 5mila nuovi ettari di noccioleti.
I risultati di questi investimenti però ancora non sono visibili e anzi a lasciare il segno sui raccolti 2021-22 saranno ancora le difficili condizioni climatiche (con gelate primaverili e prolungata siccità nei mesi estivi). La produzione infatti non andrà oltre le 45 massimo 48mila tonnellate contro le 136mila dello scorso anno, un calo pari quindi a un meno 67%.
A lanciare l'allarme è Agrinsieme, il coordinamento che riunisce Cia-Agricoltori italiani, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle Cooperative Agroalimentari. Per Agrinsieme la produzione di nocciole in Italia, secondo produttore mondiale alle spalle della Turchia quest'anno registrerà un vistoso calo produttivo in tutte le aree più vocate. Si andrà infatti dal -55% in Piemonte al -70% in Lazio e Campania e addirittura al -80% in Sicilia.
Le cifre sono state rese note da Agrinsieme nel corso dell'annuale incontro bilaterale sulle nocciole tra i Paesi dell'Unione Europea e la Turchia. La bilaterale è un appuntamento importante per l'approfondimento degli andamenti produttivi del settore e per l'armonizzazione delle regole fra Ue e Turchia, sottolineano ad Agrinsieme che ha reso noto anche come alla riunione hanno preso parte delegazioni di Turchia, Italia, Francia, Spagna e rappresentanti della Dg Agri della Commissione Europea.
Secondo Agrinsieme sul previsto calo produttivo delle nocciole ha pesato l'anomalo andamento meteo, caratterizzato da gelate primaverili, prolungata siccità, temperature superiori alla media stagionale e scarsa impollinazione, ma anche altri fattori, quali i danni dagli attacchi parassitari di cimice asiatica e cimice del nocciolo e quelli causati dalla fauna selvatica alle colture.
Da una parte, quindi, il forte calo produttivo, dall'altra l'incremento dei costi di produzione.Tutto ciò - conclude il Coordinamento - sta intaccando in modo preoccupante la redditività delle imprese, anche se nonostante questi fattori avversi la qualità delle nocciole è buona, i prezzi sono in recupero e l'andamento degli investimenti resta in costante crescita soprattutto nelle aree di nuova coltivazione, quali Veneto, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Basilicata e Calabria.
Dall’incontro tra i principali paesi produttori è emerso che un calo nei raccolti di nocciole è previsto anche in Francia e Spagna. La Turchia invece dovrebbe consolidare la propria leadership con un ulteriore incremento (di oltre il 5%) visto che il ministero di Istanbul stima una produzione di 700mila tonnellate Turchia contro le 665mila dello scorso anno. Ancora in crescita le stime sui consumi mondiali.
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