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Nomisma, 5.200 imprese «controvento» trainano l’economia del Paese

Quarta edizione dell’Osservatorio realizzato con Crif e Cribis, che rileva caratteristiche e risultati delle aziende resilienti alla crisi e in grado di dimostrarsi più competitive della media

(Microgen - stock.adobe.com)

3' di lettura

Non si tratta dell’ennesima classifica delle imprese più performanti. L’Osservatorio «Controvento», curato da Nomisma in collaborazione con Crif e Cribis e giunto quest’anno alla quarta edizione, si pone semmai l’obiettivo di analizzare e interpretare l’evoluzione del sistema manifatturiero italiano, determinando quanto e in che modo alcuni fattori strutturali – come la localizzazione geografica, la dimensione d’impresa, l'appartenenza a determinati settori – garantiscono alle imprese una maggiore capacità competitiva.

I risultato dello studio

Ebbene, dallo studio di quest’anno (condotto su un campione di 73mila aziende italiane) emerge che le aziende «controvento», ovvero resilienti alla crisi e capaci di dimostrare una capacità competitiva migliore delle altre, nel nostro Paese sono 5.198, generano l’8,9% dei ricavi complessivi del manifatturiero e il 14% del valore aggiunto. Inoltre, sono 380 la imprese cosiddette «Star», presenti cioè stabilmente in tutte e quattro le edizioni dell’indagine.

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L’Italia, spiegano gli analisti che hanno condotto lo studio, continua a presentare un sistema manifatturiero a due velocità, con un gruppo di imprese che, pur rappresentando una minoranza, è in grado di trainare lo sviluppo e l’economia italiana riuscendo a ottenere performance significative nell’anno in cui il Paese ha riacquistato una ritrovata normalità.

Dall'analisi aggregata sui bilanci 2021 del campione considerato, emerge che solo il 7,1% del totale delle imprese riesce a garantire parametri di competitività (nella precedente rilevazione erano il 6,5%), ovvero crescita dei ricavi, marginalità industriale e creazione di valore aggiunto. Le imprese che navigano “Controvento” continuano a mostrare una superiore capacità competitiva rispetto a quelle definite “Non Controvento”. Tuttavia, in un contesto di generalizzata ripresa nell’anno del rimbalzo economico post-pandemia (con una crescita del PIL nel 2021 pari al +6,7%) si accorcia la distanza di performance tra i due gruppi. Considerando i ricavi tra il 2016 e il 2021, invece, quelli delle 5.198 imprese Controvento sono cresciuti del 74%, mentre le altre sono cresciute del 23%.

Le caratteristiche delle aziende «controvento»

Dall’indagine emerge che l’incidenza del gruppo di imprese Controvento sul totale della manifattura rimane la stessa negli anni in cui si è tenuto l’Osservatorio, oscillando tra il 6% e il 7% del totale delle imprese italiane. A rimanere pressoché identiche sono anche la distribuzione e la rilevanza delle classi dimensionali (micro, piccole, medie e grandi imprese) all’interno del gruppo. A risultare costante tra le imprese Controvento è anche il grado di concentrazione: il 10% delle imprese più grandi genera il 68-69% dei ricavi complessivi.

La dimensione media delle imprese Controvento subisce tuttavia una frenata dopo la progressiva crescita osservata nelle edizioni precedenti. Di conseguenza, i ricavi medi passano da 15 a 14,9 milioni di euro, mentre gli occupati da 45,7 a 37,8.Dopo il crollo 2020 si normalizza la capacità di traino delle imprese Controvento. Con il rimbalzo dei fatturati, che ha coinvolto il tessuto industriale del Paese nel 2021, si riduce – pur rimanendo su livelli notevoli – l’effetto traino della componente Controvento.

Geografia e settori delle imprese controvento

Si riscontra un ritorno della concentrazione di competitività nelle regioni con una maggiore tradizione manifatturiera. Le cinque regioni in cui si concentra gran parte dell'industria italiana – vale a dire Lombardia, Piemonte, Veneto, Emilia-Romagna e Toscana) guadagnano terreno all’interno del gruppo raggruppando il 72,5% delle imprese e l’84,4% dei ricavi.

Il Nord-Est (in particolare Veneto ed Emilia-Romagna) continua a confermarsi come la macro-area in grado di ospitare proporzionalmente un maggior numero di imprese e ricavi Controvento. Una competitività che si allarga anche ad altri territori in particolare le regioni localizzate lungo la dorsale adriatica (Marche e Puglia) e nel Mezzogiorno (Basilicata), grazie a specifiche specializzazioni produttive.

A livello settoriale, si possono individuare alcuni comparti che hanno visto accelerare la propria rilevanza tra le imprese Controvento. Si tratta del packaging, dell’alimentare e delle bevande. L’appartenenza settoriale non è l’unica condizione per garantire maggiori possibilità competitive.

Considerando la classe dimensionale si nota come in alcuni settori questa possa costituire un ulteriore fattore di spinta, è il caso del packaging e della produzione di autoveicoli. Nella farmaceutica e nella cosmetica la rilevanza delle grandi imprese tende a giocare un ruolo progressivamente meno rilevante.

Le imprese che formano il gruppo Controvento nell'ultima rilevazione sono formate per il 50% da “Debuttanti”, per il 28% da “Veterane”, e per il 22% da “Super-Veterane”. Sono 380 invece come detto le imprese «Star», presenti in tutte e quattro le edizioni. Si tratta di aziende più strutturate dimensionalmente con ricavi medi pari a 35 milioni di euro e che crescono con tasso medio annuo del 15% e un Ebitda del 28%.


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