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Non c’è libertà senza “navigabilità”

E’ in libreria “Sulla libertà” di Cass Sunstein , per i tipi di Einaudi

di Armando Torno

2' di lettura

Se volete porvi una domanda difficile, provate a chiedervi cosa sia la libertà. Dopo la pandemia di Coronavirus, la sua definizione è un po' cambiata. E tutti siamo stati chiamati, in nome della salute pubblica, a rinunciare almeno a una sua parte. E in molti si chiedono quando e come verrà restituita.

Siamo convinti di essere più liberi perché viviamo in una democrazia. A questo proposito, forse è il caso di ricordarsi del visconte Alexis de Tocqueville.
Nelle sue osservazioni sulla società americana, scritte in pieno secolo XIX, indicava un pericolo. Detto in soldoni: faceva notare una possibile dittatura della maggioranza. O, espressa diversamente, denunciava un certo uso della democrazia.
La forma di governo che per noi è quella con meno difetti, sotto la lente del celebre pensatore e storico (che non è certo considerabile un reazionario) può essere intesa come il dominio della maggioranza.
Non casualmente, negli Stati Uniti, allora come oggi, il potere dei più tende ad aumentare senza argini. Domina le assemblee legislative, il potere esecutivo, i tribunali, la pubblica opinione.
Il risultato è che nella nazione con una democrazia tra le più vecchie e autorevoli, il potere della maggioranza assomiglia alla tirannide. Perché? Per il semplice motivo che le minoranze e i dissenzienti non hanno spazio per far valere idee ed esigenze. In casi eccezionali, la democrazia rischia di uccidere la libertà.
Stiamo esagerando? Abbiamo soltanto seguito le osservazioni di un vero liberale e notato che non è facile mettersi d'accordo sul concetto di libertà. In ogni caso, vale la pena leggere un breve e denso saggio di Cass Sunstein (della Harvard Law School) da poco tradotto, intitolato appunto “Sulla libertà” (Einaudi, pp. 98, euro 12).
In esso si sostiene che per essere liberi, poter scegliere non è sufficiente. Dovremmo anche essere in grado di orientarci. Sunstein osserva che in tutti i Paesi, siano essi poveri o ricchi, i cittadini non sanno come raggiungere qualcosa che desiderano. Si tratti di salute, denaro, lavoro, relazioni. E questo, rileva, è il motivo per cui non sono liberi.
Per tal motivo Sunstein dedica un capitolo alla “navigabilità”. Insomma, a quella sorta di Gps che bisognerebbe avere per aiutarci a giungere verso una meta desiderata. In fondo, le democrazie ancora non riescono a fornirlo; almeno, non a tutti.
Precisazione: la “navigabilità” di Sunstein significa avere la possibilità di districarsi, per esempio, nella burocrazia sanitaria o nel sistema giudiziario; significa poter ottenere un certo risultato. E oggi, non è il caso di fare esempi, diventa sempre più difficile. Per questo non siamo veramente liberi.

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