«Non siamo ottimisti Subito misure su credito, innovazione ed export»
Il presidente di Federlazio: soffre soprattutto il manifatturiero
di Andrea Marini
3' di lettura
«Le nostre previsioni per l’autunno-inverno non sono buone. Non siamo certo ottimisti. A parte qualche rara eccezione, non vediamo una situazione in miglioramento. Il nostro pessimismo dipende dal fatto che temi come il caro energia, la mancanza di credito e lo sviluppo tecnologico non sono ancora stati affrontati in maniera sufficiente». A dar voce ai timori per l’immediato futuro della regione è Silvio Rossignoli, presidente di Federlazio, Associazione delle piccole e medie imprese.
Quali sono le principali difficoltà che stanno attraversando le piccole e medie imprese del Lazio?
Sono facilmente individuabili. Il credito è diventato un problema molto serio. Il sistema bancario si è irrigidito. L’inflazione e un forte rialzo dei tassi d’interesse stanno frenando gli investimenti. Oltre a ciò, a fine anno, terminerà il regime transitorio e l’operatività del fondo di garanzia, varato nel periodo Covid, con conseguenti ripercussioni sulle concessioni dei crediti.
Anche l’export dà segnali di debolezza...
Siamo in una situazione di difficoltà a causa delle criticità, dovute alla guerra in Ucraina, che hanno creato seri problemi nel sistema economico del vecchio continente. Le piccole e medie imprese negli ultimi 12 mesi hanno perso terreno. Va consolidato il processo di digitalizzazione delle imprese per restare competitivi non solo a livello nazionale, ma internazionale.
Ci sono dei settori che rischiano di più?
Tutto il settore manifatturiero, e in particolar modo i comparti più energivori e quelli più rivolti all’estero. I costi aumentano, ma questi, nel mercato internazionale, dove c’è una fortissima concorrenza, si possono scaricare sui prezzi solo in parte.
Ci sono dei settori che si salvano?
Il turismo e i settori collegati, grazie agli arrivi stranieri. Ma questa non è comunque una situazione generalizzata. Sono ancora pochi quelli che vanno a visitare il resto della regione. Gli stranieri si concentrano soprattutto a Roma. E gli arrivi dal resto d’Italia sono in sofferenza a causa delle difficoltà economiche che si registrano nel nostro Paese in funzione del forte aumento del costo della vita.
Il flusso degli arrivi ha creato però in alcuni casi problemi di gestione. Cosa andrebbe fatto per fare del turismo il volano di sviluppo della città?
Bisogna semplicemente far rispettare le regole e migliorare l’accoglienza. Un esempio è la vicenda dei taxi. Inoltre, finché ci saranno gli alloggi abusivi attireremo quel segmento di turismo che consuma la città e porta poca ricchezza.
Quali iniziative andrebbero prese per garantire la crescita nella regione?
La prima urgenza è la mancanza di una visione complessiva che sappia sostenere le imprese in un mondo in continua e profonda trasformazione. Poi contiamo molto sull’operato della Regione Lazio, che così come ha ben fatto pochi giorni fa per l’export, mettendo a disposizione delle imprese 7,8 milioni di euro, deve sostenere il sistema dei Confidi, che rappresentano l’anello di congiunzione tra imprese e gli istituti di credito, l’innovazione e le start up.
A novembre ci sarà la decisione per l’Expo 2030. Che chance ha Roma di aggiudicarsi l’evento?
Direi una percentuale del 50%. Non abbiamo alcun dubbio che la proposta di Roma sia la migliore. Ma potrebbe prevalere il fatto che il nostro principale concorrente, Riyadh, ha molti dollari legati al petrolio, che fanno gola agli interessi commerciali di molti Paesi.
Teme ritardi nell’attuazione delle opere connesse ai finanziamenti del Gubileo 2025 e del Pnrr?
Ogni ritardo comporta una perdita di efficienza e purtroppo anche questa volta sarà così. Noi siamo stati tra i primi a dire che le amministrazioni dovevano sbrigarsi. Non c’è nulla da fare, la nostra burocrazia porterà ritardi con le conseguenti polemiche e rimpalli di responsabilità. Invece bisognerebbe smettere di litigare e far lavorare gli uffici. Vista la mole degli investimenti, preoccupano più i ritardi del Pnrr che quelli per il Giubileo.
Quali sono le misure che dovrebbe adottare la Regione Lazio per favorire lo sviluppo delle piccole e medie imprese del territorio?
Concentrarsi su tre priorità: favorire l’internazionalizzazione delle imprese, il credito, l’innovazione e la digitalizzazione.
Le imprese hanno appoggiato la decisione del sindaco Gualtieri di costruire un nuovo termovalorizzatore. Come mai?
È un’opera fondamentale per chiudere il ciclo dei rifiuti. Se alla fine sarà costruito darà un grandissimo risultato.
Ma per l’entrata in funzione dell’impianto ci vorrà qualche anno e intanto le strade di Roma sono periodicamente sommerse dai rifiuti. Cosa fare nell’immediato?
Nelle zone più pregiate di tutte le città importanti ci sono sistemi che sotterrano i cassonetti, nascondendoli alla vista. Poi, la raccolta dei rifiuti dovrebbe avvenire più spesso e servirebbe sostituire i cassonetti più vecchi con quelli nuovi. Ecco, Roma potrebbe iniziare ad adottare misure intermedie di questo genere. Poi vorrei lanciare un invito: che noi tutti, come cittadini romani e come visitatori di questa magnifica città, contribuissimo a mantenerla più pulita.
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