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Non solo antibiotici: l’allarme carenza farmaci continua e colpisce anche altri Paesi

Il problema continua a riguardare anche altri farmaci molto impiegati nella lunga coda del Covid e di una stagione influenzale che ha colpito 14 milioni di italiani

di Marzio Bartoloni

Boom di scarlattina, e' corsa a test e antibiotici

3' di lettura

Il picco di casi di faringiti e scarlattina in pieno maggio sta complicando la vita di chi cerca l’amoxicillina, uno degli antibiotici più diffusi per il trattamento delle infezioni respiratorie più comuni, soprattutto nei bambini. Una carenza che riguarda anche medicinali con lo stesso principio attivo, fatto che determina la necessità di ricorrere ad antibiotici alternativi. Ma il problema continua a riguardare anche altri farmaci molto impiegati nella lunga coda del Covid e di una stagione influenzale che ha colpito 14 milioni di italiani: tra i più diffusi ci sono antinfiammatori, antipiretici e mucolitici. L’allarme ha riguardato anche alcuni medicinali per l’epilessia, l’ipertensione e alcuni anti-tumorali. Un problema, quello della carenza, che non riguarda solo l’Italia, ma anche gli altri Paesi europei e gli Stati Uniti.

Ema: la carenza colpisce sempre più Paesi europei

«La carenza di medicinali è un problema sanitario globale e colpisce sempre più i paesi europei. Le carenze possono portare al razionamento dei medicinali e a ritardi nei trattamenti critici, con un impatto significativo sulla cura dei pazienti. Inoltre, i pazienti potrebbero dover utilizzare alternative meno efficaci e affrontare un rischio maggiore di errori terapeutici», ha scritto in una nota l'Ema, l’Agenzia europea dei medicinali, che ha pubblicato un documento con 10 raccomandazioni rivolte all'industria per garantire la continuità nelle forniture, prevenire carenze e ridurne l'impatto. «Garantire la disponibilità di medicinali autorizzati nell'Unione europea è una priorità fondamentale per l'Ema». La guida, sviluppata dalla Task force sulla disponibilità dei medicinali istituita dall’Ema e dai direttori delle agenzie per i medicinali, fornisce 10 raccomandazioni per i titolari delle autorizzazioni all'immissione in commercio, grossisti, distributori e produttori per ridurre al minimo il verificarsi di carenze di medicinali e il loro impatto.

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In Italia l’allarme carenza sotto la lente da gennaio

Di fronte all’indisponibilità o alla difficoltà a trovare diversi farmaci molto diffusi il ministro della Salute Orazio Schillaci ha istituito un tavolo di monitoraggio lo scorso gennaio che si riunisce ciclicamente con i tecnici del ministero e dell’Aifa, l’Agenzia italiana del farmaco, e i rappresentanti della filiera farmaceutica produttiva e della distribuzione. Proprio all’Aifa c’è una lista sempre aggiornata sulle carenze che riguarda al momento 3.396 medicinali: molti di questi sono farmaci usciti dal mercato perché le aziende ne hanno cessato la commercializzazione, magari perché non più “profittevoli”, per altri invece la carenza è legata effettivamente a «problemi produttivi». La stragrande maggioranza di questi farmaci carenti però - va ricordato - prevedono alternative con farmaci equivalenti (i cosiddetti generici) che possono essere prescritti dal medico e trovati in farmacia. Sono invece 322 - sempre secondo la lista aggiornata dall’Aifa - i farmaci che devono essere importati dall’estero perché non disponibili in Italia. Mentre sono una trentina - secondo l’ultima informativa di Schillaci - i farmaci realmente introvabili: si tratta in particolare di alcune terapie utilizzate soprattutto in sala operatoria.

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Le cause:  dal boom della domanda al nodo materie prime

ll problema della carenza dei farmaci deriva da diversi fattori: per quelli più diffusi impiegati soprattutto contro l’influenza pesa l'elevata incidenza di comuni malattie infettive esplose dopo la pandemia che ha provocato una maxi-domanda. Un altro fattore è che l'Italia, e con lei tutta l'Europa, è sempre più dipendente dall'Asia nella fornitura di principi attivi (e, prima ancora, risalendo la catena della filiera, nelle materie prime necessarie per il packaging): il 74% arriva infatti da India e Cina, con quest’ultima che ha subito molti rallentamenti per il Covid e solo ora ha fatto ripartire a pieno regime tutte le filiere. Poi non mancano alcuni problemi contingenti legati ad antibiotici e altri farmaci sul mercato da molti anni e ormai poco profittevoli per l'industria ma di fatto essenziali per curare diverse malattie e in particolare le infezioni batteriche. Anche i produttori di generici lamentano grandi difficoltà: «L'intera filiera dei farmaci generici - sottolinea Egualia che rappresenta i produttori di farmaci equivalenti - è sotto forte pressione, con prezzi spinti al limite della loro sostenibilità e sta sperimentando un rapido consolidamento a livello di produzione di principi attivi e di prodotti finiti che rischia di creare ulteriori carenze oltre a quelle già sperimentate negli ultimi mesi». 

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