MOAVERO: SARÀ A PALERMO il 12 E 13 NOVEMBRE

Non solo manovra: l’altra sfida per il governo è la conferenza sulla Libia

di Andrea Carli

Libia, Macron: voto a dicembre, Roma frena

4' di lettura

Non c’è solo il braccio di ferro con Bruxelles sui conti pubblici, dopo la decisione del governo M5s-Lega di portare il deficit nominale al 2,4% per tre anni. C’è anche un’altra partita che l’esecutivo Conte sta affrontando in questi giorni. È una partita che si gioca “sottotraccia”, tra diplomazia e servizi segreti, il cui esito è altrettanto strategico per l’Italia: dovrebbe condurre, nei piani dell’esecutivo così come sono stati delineati questo pomeriggio dal ministro degli Affari esteri Enzo Moavero Milanesi, a una conferenza internazionale sulla Libia, da tenersi il 12 e 13 novembre, a Palermo. «Inviteremo i paesi vicini, quelli europei più interessati a quanto accade in Libia, e i membri del Consiglio di sicurezza Onu», ha spiegato il responsabile della Farnesina, in occasione di un’informativa al Senato.

Verosimile slittamento elezioni oltre il 10 dicembre
La conferenza in Sicilia vedrà «una giornata maggiormente dedicata a interlocutori libici e una di numerosi protagonisti della comunità internazionale». Moavero ha parlato di «intensi contatti con gli attori dello scenari libico, in primo luogo il premier Serraj, a capo del governo riconosciuto dalla comunità internazionale». E ha aggiunto: «se è verosimile che le elezioni» in Libia «non si svolgano alla data immaginata», il 10 dicembre prossimo (data voluta dalla Francia), nella riunione si intende «evitare di stabilire altre date ma evidenziare le tappe per arrivare» a queste.

Loading...

«Non esiste una rivalità accesa tra noi e i francesi»
Nell’intervento in Senato il responsabile della Farnesina ha messo in evidenza «la centralità delle Nazioni Unite», ma anche «la fragilità sul terreno sul piano della sicurezza materiale. È una situazione che presenta punti di criticità - ha ammesso - soprattutto nell’area della città di Tripoli». Il ministro ha messo in evidenza la «necessità di garantire quanta più coesione possibile tra gli stati della comunità internazionale e la Libia». Un messaggio indiretto a chi antepone gli interessi economici alla priorità della stabilizzazione (leggasi Francia). Salvo poi aggiungere: «non esiste una competizione, una rivalità accesa tra noi e i francesi».

Il calo degli sbarchi dalla Libia
In Africa sono concentrati gli interessi nazionali, specie in funzione di controllo delle rotte migratorie che dalle coste libiche raggiungono i porti italiani. Va detto che gli sbarchi lungo questa direttrice sono in calo. Gli accordi tra Roma e Tripoli hanno rilanciato le intercettazioni di imbarcazioni cariche di migranti a opera della guardia costiera libica. Allo stesso tempo, si è riaperta la rotta del Mediterraneo occidentale fra Marocco e Spagna.

La mossa italiana: una conferenza a metà novembre
La Farnesina, il ministero della Difesa e il Viminale si stanno muovendo per garantire la più ampia partecipazione possibile al vertice in Sicilia, sia dal punto di vista degli interlocutori libici (si legga l’uomo forte della Cirenaica Khalifa Haftar)sia da quello degli altri interlocutori dello scacchiere geopolitico, veri e propri “pesi massimi” che sulla stabilizzazione della Libia hanno un’influenza, più o meno indiretta. L’obiettivo “dichiarato” è quello di far partecipare all’incontro il presidente Usa Donald Trump. In alternativa, il segretario di Stato Mike Pompeo.

Il vertice a Palazzo Chigi nelle stesse ore (calde) dell’Eurogruppo
Che il “tema Libia” sia sentito, lo dimostra la riunione che si è tenuta recentemente a Palazzo Chigi. Convocata dal premier Giuseppe Conte nel tardo pomeriggio di ieri, 1 ottobre, peraltro nelle stesse ore in cui dall’Eurogruppo giungevano le prime critiche della Commissione Ue alla strategia di sforamento del deficit annunciata dal governo, hanno partecipato il ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi, il ministro della Difesa Elisabetta Trenta e il numero uno del Dis Alessandro Pansa. Avrebbe dovuto partecipare anche il ministro dell’Interno Matteo Salvini, ma il vicepremier è rimasto bloccato a Genova fino al tardo pomeriggio.

Il punto sul Paese del Nord Africa dopo l’Assemblea Generale Onu
La riunione a Palazzo Chigi rientrava nei summit periodici tenuti dal governo sulla Libia ed è stata convocata dopo che il dossier è stato affrontato dal premier Giuseppe Conte nel corso della sua visita a New York per l’Assemblea Generale Onu, a cominciare dal bilaterale con il presidente egiziano Abdel Fattah Al Sisi, pedina fondamentale per la stabilizzazione del Paese del Nord Africa.

La gara con la Francia per la regìa della stabilizzazione della Libia
Sullo sfondo, rimane una “partita nella partita”, che vede l’Italia contendersi con Parigi la regìa delle iniziative di stabilizzazione promosse dalla comunità internazionale nei confronti del paese del Nord Africa. In occasione dell’ultima visita negli Usa, a fine luglio, il premier Conte ha portato a casa un punto sull’Eliseo: una sorta di “investitura” da parte del presidente Donald Trump. Un endorsement a favore della linea italiana, una linea che mette in primo piano il sostegno al Piano d’azione delle Nazioni Unite, portato avanti dal Rappresentante speciale del Segretario generale Onu per la Libia, Ghassan Salameh. Palazzo Chigi è a favore dello svolgimento di elezioni trasparenti e democratiche, ma da tenersi con tempi e modalità che solo il popolo della Libia può decidere, in linea con il piano Onu. Proprio in questo passaggio è la distanza con l’inquilino dell’Eliseo, Macron: il presidente francese preme perché il Paese vada alle urne già il 10 dicembre. Una conferenza a metà novembre potrebbe far slittare il piano dei francesi, che chiaramente non vedono di buon occhio l’iniziativa.

Onu boccia voto a dicembre in Libia

Lo sgambetto del ministro dell’Economia francese
Un sgambetto all’Italia è già arrivato all’Eurogruppo: nonostante la scelta del governo pentastellato di non rispettare l’impegno a una correzione anche minima del deficit strutturale nel 2019 e di puntare a un aumento del deficit/pil nominale per tre anni al 2,4% non fosse all’ordine del giorno della riunione in Lussemburgo, la richiesta di aprire subito una discussione collettiva sulle scelte di bilancio italiane è piovuta sull’incontro su iniziativa del ministro dell’Economia francese Bruno Le Maire, richiesta subito sostenuta dall’Olanda. Segno che la partita sullo sforamento in materia di conti pubblici è intrecciata a quella per la leadership in Libia, Paese che vanta riserve accertate di petrolio pari a 48,4 miliardi di barili, le più ingenti in Africa.

Riproduzione riservata ©

loading...

Loading...

Brand connect

Loading...

Newsletter

Notizie e approfondimenti sugli avvenimenti politici, economici e finanziari.

Iscriviti