ServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùVercelli e Novara

Non solo materie prime, ora il tessile teme il calo degli ordini dall’est Europa

Il settore

di Claudio Andrea Klun

3' di lettura

Il settore tessile nel Novarese e nel Vercellese non ha finora risentito negativamente delle conseguenze della guerra in Ucraina, ma potrebbero esserci preoccupazioni sul medio e lungo periodo. «Le previsioni congiunturali per il 2° trimestre 2022, danno tutti i principali indicatori positivi, ma le rilevazioni sono state effettuate a conflitto appena scoppiato, quando avevamo alle spalle un periodo favorevole con una buona domanda – spiega Carlo Mezzano, il direttore di Confindustria Novara Vercelli Valsesia –. Per il momento non rileviamo presso i nostri associati della Sezione tessile-moda e accessori particolari criticità. Sia la Russia sia l’Ucraina non rappresentano una quota commerciale significativa per le nostre aziende, per cui non c’è stata una ripercussione forte per il nostro comparto che però, come tutti gli altri, deve fare i conti con i costi delle materie prime ed energetici alle stelle. Non c’è preoccupazione nell’immediato, ma potrebbe esserci nel medio e lungo periodo».

Tra le aziende tessili del Novarese che hanno sbocchi commerciali nel mercato dell’Est Europa, c’è anche Michele Letizia Spa, che ha sede a Cerano e produce nastri elastici per intimo, corsetteria e calzetteria. «Dopo il 2020 con una flessione dell’11% per la pandemia, il 2021 lo abbiamo chiuso con un fatturato a livelli pre Covid, ma il 2022 si è aperto come un anno peggiore, tra le materie prime ai massimi storici, i nuovi listini di gas ed energia e lo scoppio della guerra – spiega il presidente Alberto Letizia –. Abbiamo una filiale in Polonia, la Bielorussia rappresenta un importante partner e vendiamo anche in Ucraina, Estonia e Russia. Tra i nostri clienti, c’è Calzedonia, che ha più di 500 negozi in Russia e una trentina in Ucraina, per cui le attese sono verso una riduzione degli ordini nei prossimi mesi, così come in Polonia da parte dei clienti che lavorano per il mercato russo. Il mercato ucraino è completamente bloccato, mentre in quello bielorusso ci sono problemi di logistica e di pagamenti per chi lavora con banche russe. Il conflitto in Ucraina deve terminare al più presto e poi speriamo in un’attenuazione dell’escalation dei prezzi. Con questi numeri, è inevitabile che si passi da un utile a una perdita in un settore altamente concorrenziale, in cui i margini sono ridotti: per le multinazionali è più facile scaricare gli aumenti sul cliente finale, mentre per le aziende come la nostra non è così immediato ribaltarli». Ma nonostante le incertezze, Michele Letizia Spa ha deciso di investire 1 milione di euro in nuovi macchinari e impianti, pronta a ripartire quando lo scenario migliorerà.

Loading...

Per Lanificio Luigi Colombo Spa, leader mondiale nella produzione di tessuti in cashmere e fibre nobili con sede a Borgosesia (Vc), dopo un 2021 in ripresa, i primi mesi del 2022 sono stati segnati da una partenza positiva, che lascia intravvedere la possibilità di un ritorno ai livelli pre Covid. «Le nostre materie prime, che provengono da Cina e Mongolia, hanno subito un incremento notevole: in questo momento solo una piccola quota di questi incrementi è stata trasferita sui nostri clienti finali, che sono i grandi brand della moda mondiale», sottolinea il direttore finanziario Alessandro Gallina. Il Lanificio ha cercato di garantirsi una maggiore stabilità dei costi energetici con un contratto pluriennale a tasso fisso e investendo quanto più possibile nelle energie pulite. «I nostri terzisti hanno subito un importante incremento dei loro costi di lavorazione, ma hanno meno capacità di assorbirli, per cui tendono a ribaltarli completamente. Noi stiamo cercando di venire loro incontro, perché sono una parte importante e con competenze difficilmente sostituibili della nostra filiera», aggiunge Gallina. Sul fronte della guerra in Ucraina, «la quota di esportazione in questi Paesi non avrà un impatto significativo; per i nostri clienti che esportano in questi mercati, non c’è in questo momento sentore di una riduzione degli ordini dovuta a un effetto Ucraina, anche perché nel nostro settore i tempi di lavorazione sono lunghi. Solo nella seconda metà dell’anno si potranno vedere gli impatti di quello che sta succedendo. Sarebbe azzardato fare previsioni in questo momento: la situazione potrebbe destare qualche preoccupazione, ma potremo essere più precisi tra qualche mese».

Riproduzione riservata ©

Brand connect

Loading...

Newsletter

Notizie e approfondimenti sugli avvenimenti politici, economici e finanziari.

Iscriviti