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Non solo per scaldare. Le coperte si scoprono decorative come arazzi

Da guscio protettivo che avvolge a modalità espressiva che gioca con simboli e portafortuna. Le ultime declinazioni di plad e trapunte vanno oltre la funzione, per abbracciare nuovi modi di essere

di Letizia Muratori

Simbolica. Coperta Lucky You, in lana vergine certificata, design Paola Navone e Studio Otto per LANEROSSI (220 €).

4' di lettura

Bisognerebbe sfatare il mito che la comfort zone sia un postaccio da abbandonare. Forse niente come la coperta, che rappresenta tante cose, anche avventurose, non è solo un bozzolo, ci aiuta a ridimensionare questo luogo comune. Non è necessariamente sano lasciare qualcosa che ci fa stare bene. Privarsi per principio della cosiddetta coperta di Linus − lo scampolo di sicurezza che il personaggio dei Peanuts porta sempre con sé − è un'idiozia.

Pull in lana a pelo lungo, HERMÈS. Sotto, coperta con logo a contrasto in lana, cashmere e seta, GUCCI (1.025 €). Scatto di Marta Bevacqua.

Il punto semmai è un altro: è possibile uscire dal guscio? Certo, perché una coperta possiamo sempre reinventarla, rinnovarla, affrancandola così dallo stato, alla lunga po' sinistro, di feticcio. In poche parole, teniamoci stretta la funzione protettiva senza accanirci sempre sullo stesso oggetto.

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Ton sur ton. Plaid Nid in lana lavorata a nido d'ape (325 €)e trapuntina in lino (750 €), SOCIETY LIMONTA.

Anni fa mi capitò di esplorare i segreti di una gabbia di scimpanzé. Scoprii che una delle faccende più spinose da gestire lì dentro era sfilare agli scimpanzé un oggetto di cui si erano impossessati durante i pasti quotidiani: la ruota di un carrello, ad esempio. I guardiani avevano una scatola speciale, piena di oggetti potenzialmente attraenti, detta la scatola degli scambi. L'unica strategia di recupero era inscenare un baratto. Strategia che forniva ai guardiani – alcuni di loro erano zoologi − dati comportamentali sui primati. Ricordo come fosse ora la scena in cui lo scimpanzé “ladro di ruote” afferrò una copertina di lanaccia verde bottiglia, la annusò e se la riportò nelle retrovie buie della gabbia, nel suo nido di paglia. Non era detto che accettasse lo scambio − non è mai detto − ma lo fece: tra la coperta e la ruota, scelse la coperta. Nell'ottica scimmiesca non era un ripiego, ma un nuovo gioco. Noi umani invece di vincerle, di sfidarle, dovremmo imparare a giocare con le nostre fragilità, con i nostri bisogni, e una bella coperta può aiutare.

Materica. Plaid jacquard con logo e frange, in cashmere lavorato con effetto hand made, LORO PIANA (2.300 €).

Un'amica rimasta sola in una stanza d'albergo, dopo una lite furibonda con il suo compagno, mi confidò che avrebbe volentieri scambiato tutte le scarpe che aveva portato in valigia con una coperta da viaggio allegra, desiderava precipitare nel colore, ritrovare quel calore umano che solo il cashmere sa dare.

Geometrica. Plaid Avalon Tangram, con sovratintura in cashmere filato e tessuto a mano. Finitura punto selleria, HERMÈS (3.800 €).

Premesso che consolarsi e proteggersi non è insano, anzi, e custodire gelosamente qualcosa può rivelarsi ossessivo, ma, anche in questo caso, non c'è condanna definitiva che tenga, premesso che siamo liberi di restare dei Linus ben oltre la scuola materna, cambiare coperta è un desiderio altrettanto legittimo, e spesso dà piacere, faccenda che tutti i veri appassionati del genere conoscono bene.

Il vero appassionato di coperte: d'accordo, ma chi è? Non diamolo per scontato. Per prima cosa non stiamo parlando di gente freddolosa, non solo, ma di collezionisti di intimità. Gli oggetti che cercano, se non lo sono in partenza, diventano unici per l'uso che se ne fa, per via della collocazione che trovano in casa: quell'angolo da cui attendono di essere richiamati in servizio o, semplicemente, corteggiati con lo sguardo.

Animalier. Plaid Panthère de Cartier in lana merino e cashmere, rifinito a mano, CARTIER (1.420 €).

Un grande classico della collezione è la coperta originariamente da viaggio, stiamo parlando del plaid. Dalle mie parti veniva affettuosamente chiamato “pleddino”, con due “d”. Il nostro era di lana, un tartan Mackintosh, scozzese purosangue, più o meno lo stesso plaid che si vedeva spesso sulle ginocchia di Elisabetta durante i Braemar Gathering. Chi scrive non è mai stata una “queenologa”, però va detto che l'uso della copertina all'aperto, del plaid provvidenziale, era uno dei suoi primati di stile. Ogni tanto Elisabetta, sempre in versione spettatrice deliziata da quei giochi ruspanti di fune e martello, optava per un plaid più ampio, a scacchi piccoli, bianchi e neri, che spartiva con Filippo. Non so se si possa chiamare passione, certo in quelle immagini c'erano consuetudine, calore e affetto. Che cosa si può chiedere di più, di meglio, a una coperta? Che sia anche avventurosa, un bel pezzo di arredamento. Un po' come un tappeto, sì, ma volante, che atterra morbido nelle nostre case, con un decoro a metà tra l'affresco e l'arazzo, pur mantenendo le sue caratteristiche di mansueto animale domestico. Una poetessa che era solita ricevere gli ospiti tutta avvolta in plaid dai colori caldi e lunghe frange, posa che la faceva somigliare a una squaw, diceva: “Le mie coperte sono come gatti ammaestrati”.

Le coperte in queste pagine suggeriscono esperienze di vita che non hanno a che fare solo con il difendersi dal freddo, con il rinchiudersi in un guscio, sono animali domestici molto esigenti, impongono a chi le possiede di essere all'altezza dei loro benefici e servizi, dei loro eleganti decori. Non solo, suscitano scenari strani, originali: ozio su prati invernali, come nel caso della coperta di Gucci . Coperte come schermi su cui proiettare immagini vertiginose ( Toiletpaper Beauty ). Trapuntine come seconde pelli: il Nid Plaid di Society Limonta . Coperte che inaugurano il nuovo anno, manuali della fortuna, come la Lucky You che Paola Navone ha disegnato per Lanerossi . A proposito di animali domestici, i più eclettici amanti delle coperte possono avere la pantera di Cartier . Nel plaid Avalon Tangram di Hermès , la trama del cashmere, filato a mano, dà vita a un tangram (il gioco rompicapo cinese). Infine, Loro Piana: un capolavoro che coniuga il gusto cosy, grazie a un cashmere lavorato con un effetto hand made, con il lusso del jacquard.

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