Zelensky: «Non voglio parlare con Putin: uccide per la poltrona, ora la controffensiva»
Il leader ucraino ha risposto alle domande dei giornalisti in una puntata straordinaria di Porta a Porta andata in onda dal Sommoportico del Vittoriano di Roma.
di Marzio Bartoloni
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2' di lettura
«Non sono disposto a parlare con Putin» e la via d'uscita in Ucraina «è la controffensiva: quando saremo al confine con la Crimea, il sostegno a Putin all’interno della Russia diminuirà e lui dovrà trovare una via d’uscita. Manca poco». Volodymyr Zelensky , felpa nera con il simbolo dell’Ucraina in vista, risponde così con toni pacati ma piglio irremovibile alle domande dei giornalisti in una puntata straordinaria di Porta a Porta andata in onda dal Sommoportico del Vittoriano di Roma.
A fare le domande insieme a Bruno Vespa ci sono i direttori del Tg1 Monica Maggioni, del Tg La7 Enrico Mentana, di SkyTg24 Giuseppe De Bellis, il conduttore Mediaset Nicola Porro e per i quotidiani i direttori del Sole 24 Ore Fabio Tamburini, di Repubblica Maurizio Molinari e l’editorialista del Corriere della Sera Ferruccio de Bortoli.
Il leader ucraino chiude ai compromesso: voglio pace giusta
Zelensky quando gli viene chiesto cosa è disposto a cedere chiude a ogni «compromesso» o a «mediazioni»: «Non vogliamo solo la pace, vogliamo una pace giusta. La vittoria per noi che abbiamo perso figli e padri non è solo riprendere i territori, ma anche giustizia per i crimini che sono stati commessi». Il leader ucraino che a precisa domanda ha smentito di non aver voluto incontrare Matteo Salvini più volte ha ringraziato «gli italiani»: «Senza i vostri aiuti ci sarebbero state più vittime. Le armi e le sanzioni stanno funzionando», ha assicurato.
«Se cade l’Ucraina i vostri figli i prossimi in guerra»
A chi gli segnala come la solidarietà nei confronti dell’Ucraina possa affievolirsi Zelensky ricorda come la guerra che si combatte da oltre un anno non è lontana dall’Europa e dall’Italia: «Se l’Ucraina cade, il passo successivo è la Moldavia e poi i Paesi baltici. Putin arriva lì, forse non Italia, ma i Paesi baltici sono membri della Nato e voi dovrete mandare in guerra i vostri figli».Cambierà infine qualcosa se negli Usa vincerà Donald Trump? «Non so se potrà aiutarci, so che non ha risolto la questione al tempo, ma non credo fosse una priorità per lui». E se a livello internazionale ci sono Paesi «scettici» quelli «che ci sostengono sono molti di più». Con la Cina che non lo preoccupa: «Xi mi ha assicurato che non daranno le armi e non sosterranno la Russia».
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