Nord Stream 2, la Polonia punisce i francesi di Engie con una maxi-multa
L’Antitrust di Varsavia ha comminato una multa di 40 milioni di euro a Engie, colpevole di non aver collaborato nelle indagini sui finanziamenti al gasdotto Russia-Germania. Nel mirino dei polacchi anche le altre società europee coinvolte nel progetto di Gazprom
di Sissi Bellomo
2' di lettura
Mentre gli Usa minacciano (da anni) sanzioni contro Nord Stream 2, la Polonia sferra un nuovo attacco infliggendo una multa di 40 milioni di euro alla francese Engie – che ha anticipato che ricorrerà in appello – e ventilando misure punitive a breve anche per gli altri finanziatori europei del gasdotto Russia-Germania che Gazprom sta costruendo nel Mar Baltico. Si tratta delle tedesche Uniper e Wintershall, dell’austriaca Omv e dell’anglo-olandese Shell.
A muoversi è stata di nuovo l’Antitrust di Varsavia, che nel 2016 aveva già costretto a sciogliere una joint venture tra Gazprom e i suoi partner, sostenendo che l’alleanza fosse lesiva della concorrenza vista la posizione dominante di Mosca come fornitore di gas della Polonia.
Le accuse sono state rispolverate: finanziare la pipeline equivale in sostanza ad esserne socio, sostiene l’UOKiK, l’Autorità per la concorrenza polacca, che ha deciso di punire Engie con la multa più salata mai comminata nella sua storia per la «mancanza di cooperazione» nell’indagine antitrust.
I francesi si sarebbero rifiutati «con insistenza e senza alcuna giustificazione» di consegnare «documenti e dati relativi ai contratti conclusi con Gazprom», spiega l’Authority, provocando «un ritardo significativo» delle attività istruttorie polacche.
L’UOKiK precisa di essere interessata in particolare a «contratti di trasporto, distribuzione, vendite, fornitura o stoccaggio» del gas: informazioni generalmente considerate sensibili da un punto di vista commerciale e che per questo di solito vengono mantenute riservate.
Le altre società indagate presumibilmente hanno consegnato il materiale richiesto: non solo Engie è l’unica multata, ma Varsavia afferma che sta «attualmente analizzando documenti raccolti da altre entità».
Nessuno però deve sentirsi al sicuro. L’indagine prosegue e i suoi effetti «potrebbero avere carattere internazionale», avverte il presidente dell’UOKiK Marek Niechcial. «La punizione decisa oggi è solo uno dei passi di questo progetto».
Il raddoppio di Nord Stream, che insieme a TurkStream nel Sud Europa consentirà a Gazprom di bypassare l’Ucraina, è ormai quasi ultimato. È stato completato per l’87% affermano i russi, che a fine ottobre hanno ottenuto l’ultimo permesso necessario: quello della Danimarca, che si era fatto attendere per quasi due anni.
La società Nord Stream 2 (ora al 100% di Gazprom, dopo l’uscita dei soci europei) ha ribadito che il progetto viene realizzato «nel rispetto di tutte le leggi e regolamenti in vigore» e che «non danneggia la concorrenza sul mercato del gas, ma al contrario la migliora».
Il gasdotto potrebbe comunque scontrarsi con un nuovo, imprevisto ostacolo. La Germania ha rinviato l’approvazione di una legge che, secondo indiscrezioni di stampa, puntava a concedere a Nord Stream 2 un’esenzione dalle normative europee, di recente sono emendate in modo da essere applicabili anche alle pipeline che hanno origine fuori dai confini della Ue.
Le norme, salvo esenzioni ad hoc, impongono di separare la proprietà del gas da quella della pipeline e di concedere l’accesso a quest’ultima anche a terzi. Consulenti del Parlamento tedesco avrebbero consigliato cautela.
ALTRI ARTICOLI
● A Gazprom l'ultimo permesso per NordStream2. Schiaffo danese agli Usa
● Il gas russo ora arretra in Europa (ma per gli Usa è una vittoria di Pirro)
● Usa e Ue in pressing su Gazprom e soci: «Cancellare Nord Stream 2»
loading...