Nord Stream 2, pronte nuove sanzioni Usa mentre Gazprom riavvia i lavori
Washington minaccia chiunque collabori con i russi, a meno che non fermi ogni attività entro il 31 gennaio: un ultimatum che ha già messo in fuga la norvegese Dnv. La prossima ad arrendersi potrebbe essere Zurich Insurance
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Stretta finale degli Stati Uniti sulle sanzioni contro il Nord Stream 2, che a febbraio rischiano di colpire diverse società europee. Dal dipartimento di Stato Usa, riferisce la Reuters, sono partite lettere di avvertimento per tutte le imprese che a qualsiasi titolo stiano collaborando con Gazprom al raddoppio del gasdotto tra Russia e Germania: un vero e proprio ultimatum, che intima di interrompere ogni attività e che mette a rischio non solo i cinque finanziatori dell’opera – Shell, Uniper, Wintershall Dea, Omv ed Engie – ma chiunque abbia assunto un ruolo utile alla sua messa in funzione.
Anche Zurich nel mirino
Tra le società nel mirino è spuntato anche il nome di Zurich Insurance Group, compagnia di assicurazioni svizzera, che ha risposto alle indiscrezioni con un comunicato che non conferma né smentisce le pressioni, ma sottolinea l’impegno a «rispettare in pieno qualunque provvedimento sanzionatorio applicabile».
L’ennesimo giro di vite da parte di Washington intanto ha già sortito i primi effetti: Dnv, società norvegese che avrebbe dovuto testare e certificare la sicurezza delle infrastrutture, lunedì 11 si è improvvisamente tirata indietro, fermando ogni attività «in linea con le sanzioni e finché le sanzioni saranno in vigore».
La precedente tornata di sanzioni Usa a dicembre 2019 aveva messo in fuga un’altra società svizzera, la Allseas, che era impegnata nella posa dei tubi: un intoppo che ha costretto Gazprom a sospendere i lavori per oltre un anno.
Mosca va avanti
Rimpiazzate le navi di Allseas con mezzi russi, ora Mosca si accinge a completare il gasdotto, che – almeno in teoria – è ormai in dirittura d’arrivo: l’opera è completa al 94%, manca un tratto di un centinaio di chilometri in acque danesi per cui ha già rinnovato tutti i permessi necessari.
Gazprom ha annunciato che riprenderà i lavori venerdì 15 gennaio. La posatubi Fortuna, che è già sul posto insieme ad altre due navi di supporto, è in grado di concludere la costruzione in quattro mesi, se le condizioni climatiche non saranno troppo avverse. E il ministero degli Esteri russo mercoledì 13 ha ribadito che le pressioni Usa non impediranno la realizzazione del Nord Stream 2. A questo punto è una corsa contro il tempo.
Il gasdotto gode da sempre di un forte sostegno politico da parte della Germania e le nuove sanzioni, che il Congresso Usa ha approvato a Capodanno, rischiano di mettere in imbarazzo il presidente eletto Joe Biden, che si insedierà alla Casa Bianca il 20 gennaio.
Biden, quando era il vice di Barack Obama, si era detto contrario al Nord Stream 2 ma la sua attuale posizione non è chiara. Di certo i rapporti tra Usa e Russia continuano ad essere tesi, ma dopo l’era Trump il nuovo presidente ha anche bisogno di ricostruire rapporti più distesi con l’Unione europea.
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