Outdoor

Nostalgica e romantica o allegra e pop, la panchina regna sul relax in giardino

di Antonella Galli

Panchina Lido di Cimento, progettata da Aldo Parisotto e Massimo Formenton (foto Alberto Strada)

2' di lettura

Cosa sarebbe un giardino senza una panchina? Un paradiso inospitale. La panchina è un punto di vista alternativo che ci avvicina alla natura e cambia la prospettiva del mondo esterno, in cui spesso transitiamo senza osservare. Silenziosa e umile, a partire dal Trecento toscano ha una storia secolare che si intreccia con il concetto di paesaggio (ben raccontata dallo storico del paesaggio Michael Jakob in “Sulla panchina. Percorsi dello sguardo nei giardini e nell’arte”, ed. Einaudi). Anche i giardini privati, i patii o i terrazzi, a buon diritto oggi considerati “la stanza in più”, sono resi accoglienti dalle panchine che il design rilegge in molteplici forme.

I romantici ameranno lo stile british di Notting Hill, la panchina di Ethimo in teak o in mogano che richiama il celebre film del 1999 con Hugh Grant e Julia Roberts e le panchine che costellano i parchi di Londra. Sul fronte opposto, quello di una solida contemporaneità, si pone la panchina Lido, prodotta da Cimento nel materiale omonimo, un composto innovativo e sostenibile con oltre il 90% di aggregati minerali che attualizza il tradizionale calcestruzzo. Lido, progettata da Aldo Parisotto e Massimo Formenton, rivela la sua scabra eleganza nelle forme tornite e negli spessori minimi, come raccontano i progettisti: «Abbiamo ricercato un effetto di ossimoro visivo, un apparente contrasto tra i concetti di massa e di leggerezza. La presenza scultorea di Lido si combina alla sua leggerezza visiva: sembra si appoggi a terra in punta di piedi, lieve nel contatto con il suolo, mentre svasi e smussi alleggeriscono le forme piene».

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C’è poi l’esperimento di Nodo2014, un brand con cui la giovane Clara Arpini propone arredi basati su intrecci di filati che la designer realizza a mano. La Arpini ha progettato la collezione Nostalgica guardando alla storia della trattoria di famiglia e reinterpretando le tipiche sedute che hanno popolato i bar italiani degli anni Sessanta, con struttura in tubolare e filati in Pvc. La collezione include la panca Adele, composta da due moduli seduta accostati e struttura geometrica in ferro bianco o nero; la seduta è intrecciata in filati multicolore di poliestere, anti Uv e idrorepellenti.

Dagli accenti nostalgici si passa al pop colorato con la panca Amore di Slide, un progetto del fondatore dell’azienda e designer Giò Colonna Romano. La parola, scritta in corsivo, si trasforma in una seduta in polietilene rosso e in tantissimi altri colori, anche laccati: un esempio di lettering che affida il suo fascino al messaggio. L’ispirazione venne all’autore da un incontro con l’artista francese Ben Vautier: «Iniziammo insieme un lavoro su oggetti-parola – racconta – che non nascevano come panche, ma come pezzi d'arte. Ho pensato a una parola comprensibile sia in Italia che all’estero e dal messaggio profondo: ho creato così la panca Amore e l’ho trasformata in un arredo a disposizione di tutti».

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