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Oltre 90 nazionalità e una cinquantina di lingue parlate: l’altoatesina Markas - specializzata in servizi per grandi istituzioni pubbliche e private come ospedali, case di riposo, università, scuole e alberghi: dalla sanificazione alla ristorazione, dalla logistica e accoglienza in reparto al servizio ai piani in hotel - è l’emblema delle “aziende mappamondo”. «Spesso siamo un ottimo punto di approdo per le persone con limitate competenze linguistiche che cercano nel lavoro anche un mezzo per integrarsi meglio nel Paese in cui arrivano - spiega Elisa Montanari, team leader Comunicazione - Pulire e cucinare sono competenze di base che quasi tutti posso mettere in gioco». Alla formazione pensa poi l’azienda stessa, che offre anche corsi di lingua: «Nel nostro settore di riferimento, pulizie e ristorazione, cerchiamo di dare le capacità professionali e tecniche per costruirsi una carriera, nel 2021 abbiamo erogato oltre 48.500 ore di formazione». I collaboratori sono oltre 10mila in tre Paesi europei - oltre all’Italia Austria e Germania - e «possiamo vantare una diversità culturale unica nel suo genere che ci porta a raccogliere sempre diverse prospettive. Le nazionalità più rappresentate sono quella romena in ambito comunitario e quella albanese in ambito extracomunitario L’83% dei collaboratori è donna e la fascia di età prevalente va tra i 35 e i 50 anni». Markas punta sulla conciliazione vita privata-lavoro e ha ottenuto la certificazione Family Audit; inoltre è partner del progetto Matilde, pensato per facilitare l’integrazione lavorativa delle persone con background migratorio, coordinato dall’Università della Finlandia Orientale: «Un programma che unisce atenei, imprese e terzo settore e che ci ha visto collaborare con Caritas e Università di Torino. Abbiamo avuto la possibilità di contribuire alla creazione del Bilancio di Competenze, uno strumento di valorizzazione delle soft skill delle persone con background migratorio per far sì che il lavoro possa essere vettore di inclusione e integrazione. Negli ultimi anni, inoltre, è stata rafforzata la collaborazione con enti pubblici locali, cooperative e associazioni per facilitare le pratiche di assunzione delle persone richiedenti asilo, in condizioni di svantaggio sociale o appartenenti a categorie protette».
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