TRUFFe sempreverdi

Nove anni dopo Madoff, lo «schema Ponzi» è più vivo che mai

di Enrico Marro

(Reuters)

3' di lettura

Sono passati quasi nove anni. L’11 dicembre 2008, meno di tre mesi dopo il crack di Lehman, l’Fbi arrestava il finanziere e gestore patrimoniale Bernie Madoff, ex direttore del Nasdaq. In pochi giorni la sua colossale truffa da quasi 65 miliardi di dollari, architettata con un colossale “schema Ponzi”, era venuta a galla: la più colpita è stata la comunità ebraica americana, a partire dalla Fondazione Wiesel fino a Steven Spielberg, ma ci hanno rimesso soldi in via indiretta pure Unicredit e il Banco Popolare. L’avventura di Madoff è finita male: lui è stato condannato a 150 anni di carcere, il figlio Mark si è impiccato esattamente due anni dopo l’arresto del padre e l’altro figlio Andrew è morto per un linfoma nel 2014.

Madoff oggi è nel carcere di Butner, in Nord Carolina, ma lo “schema Ponzi” da lui utilizzato con straordinaria maestria continua a godere di ottima salute. Ogni mese in tutto il mondo continuano a essere truffate migliaia di persone con la tecnica inventata dal romagnolo Carlo “Charles” Ponzi, nato a Lugo nel 1882, emigrato negli Stati Uniti nel 1903 con in tasca due dollari e cinquanta centesimi e arrivato nel 1920 a guadagnare 250mila dollari al giorno. In che modo? Con il suo truffaldino “schema”, la promessa di investimenti dai profitti stellari, che permette a chi inizia la catena e ai primi coinvolti di ottenere alti ritorni economici a breve termine, ma richiede continuamente nuove vittime disposte a pagare: i guadagni arrivano infatti solo dalle quote pagate dai nuovi investitori e non da attività produttive o finanziarie. Ponzi finì in carcere, come Madoff, ma il suo metodo brilla ancora oggi. A quasi un secolo di distanza.

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Vediamo i casi più recenti. Il mese scorso, negli Stati Uniti Steven Canady è stato condannato a una pena variabile tra i 6 e i 18 anni per uno schema Ponzi da 7 milioni di dollari messo in piedi attraverso Alliance Warburg Capital Management. In passato Canady era stato accusato per un altro schema Ponzi che prometteva ritorni del 1000% in trenta giorni. Sempre negli Stati Uniti, Chad Roger Deucher è stato condannato a sette anni di carcere per un’altra truffa da 16 milioni di dollari: prometteva ritorni del 22%, anche con pubblicità internet e radio, grazie al suo fondo immobiliare che in realtà era l’ennesimo schema Ponzi.

Sono invece ben 41 gli anni di carcere inflitti ad Andrew D. Kelley, che aveva truffato otto milioni di dollari agli investitori con la sua Blackbird Capital Partners, dichiarandosi peraltro fedele membro della Church of Jesus Christ Latter-day Saints. Durante il processo ha ammesso di essere un «bugiardo compulsivo».

E la regolamentata Europa? In Belgio le autorità di vigilanza hanno puntato l’indice su Five Winds Asset Management e QW Lianora Swiss Consulting SA, che hanno offerto servizi di investimento illegati simili al modello del truffatore romagnolo. In Finlandia One Coin è sotto indagine. In Inghilterra Peter Plimely è stato condannato a 27 mesi di reclusione per uno schema Ponzi da almeno 230mila sterline. Mentre in Italia è ancora vivo il ricordo di Gianfranco Lande, il “Madoff dei Parioli”, che ha truffato 300 milioni di euro alla Roma bene, inclusi Carlo ed Enrico Vanzina, Sabina Guzzanti, David Riondino e Massimo Ranieri.

Ma perché accade? Perché l’ormai secolare e conosciutissimo schema Ponzi continua a mietere migliaia di vittime? La risposta sta in due parole: avidità e ingenuità. Un investitore che abbia un minimo di educazione finanziaria sa benissimo che ottenere con regolarità guadagni annui a due o addirittura tre cifre percentuali è praticamente impossibile. Se c’è qualcuno che li promette a cuor leggero è un truffatore. O peggio: è qualcuno che fa assumere all’investitore rischi altissimi di rovina finanziaria. Posso guadagnare il 10% al mese? Sì, è possibile, con la leva assicurata da alcuni strumenti finanziari, ma a fronte del pericolo (altamente probabile) di perdere tutto il mio denaro. Ricordiamocelo sempre: chi promette soldi facili nuoce gravemente alla salute. E al portafoglio.

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