«Novità fiscali passate a Ernst & Young in cambio di soldi»: le accuse alla consulente Mef
di An.Mi.
2' di lettura
Avrebbe rivelato alla società di consulenza legale tributaria e di revisione contabile Ernst & Young (EY)informazioni riservate sulle normative fiscali messe a punto dal governo, notizie di cui era a conoscenza nella sua qualità di consigliere dei ministri dell'Economia. In cambio avrebbe ricevuto dalla stessa EY, di cui era stata dipendente, un compenso di almeno 220mila euro.
È questo lo scambio al centro di un’inchiesta che la procura di Milano ha appena concluso e che ruota attorno alla figura di Susanna Masi, accusata dai sostituti procuratori Paolo Filippini e Giovanni Polizzi di corruzione, rivelazione di segreto d’ufficio e false attestazioni sulle qualità personali per non avere dichiarato il proprio conflitto d’interessi.
Secondo quanto si può leggere nel sito dell’Agenzia delle Entrate, Susanna Masi è attualmente consigliere in materia fiscale del ministro dell’Economia e delle Finanze, Pier Carlo Padoan. Ha ricoperto lo stesso incarico per l’ex ministro Fabrizio Saccomanni durante il Governo Letta. Da novembre 2012 ad aprile 2013 è stata segretario particolare del sottosegretario all'Economia e Finanze, Vieri Ceriani, sotto il Governo Monti, occupandosi sempre di questioni fiscali. Le accuse dei pm milanesi riguardano il periodo dal 2013 al gennaio 2015.
Susanna Masi, sempre secondo l’accusa, non solo avrebbe rivelato contenuti riservati a EY consentendo alla società di poter offrire servizi di ottimizzazione fiscale già parametrati sulle norme future ma si sarebbe «resa disponibile a proporre modifiche a vantaggio di Ernst & Young e dei suoi clienti, alla normativa fiscale interna in corso di preparazione». L’importo di 220mila euro, ritenuto una sorta di “stipendio”, sarebbe la “dazione” di denaro che ha portato a iscrivere nel registro degli indagati, non solo la stessa EY, ma anche il partner italiano Marco Ragusa.
Sono quasi 300 le email e sono decine le intercettazioni telefoniche finite sotto la lente della Guardia di finanza di Busto Arsizio (Varese), che ha portato avanti le indagini. Gli investigatori hanno vagliato complessivamente una mole di materiale di circa sei terabyte acquisito anche nella sede milanese del gruppo EY che, in parte, dimostrerebbe i rapporti tra la professionista entrata a fine 2012 nella segreteria tecnica del sottosegretario all’Economia Vieri Ceriani e i suoi ex datori di lavoro.
Analizzando i flussi finanziari, le Fiamme gialle hanno anche riscontrato il versamento da parte di EY, con bonifici bancari, dei circa 220mila euro sul conto corrente di Susanna Masi. La consigliera ministeriale avrebbe conservato l’account di posta elettronica di quando era dipendente di EY e lo avrebbe usato per fornire alla stessa società dettagli riservati sulle normative fiscali discusse in riunioni a livello europeo. In questi anni Susanna Masi ha continuato a lavorare con ruoli delicati per Equitalia. Il ministero dell’Economia è parte offesa nell’inchiesta.
Aggiornamento del 1 dicembre 2022: Nel giugno 2019 il Gip di Milano ha disposto l'archiviazione del procedimento, nei confronti di Susanna Masi, per i reati di corruzione e di rivelazione di segreti d'ufficio, dichiarandosi contestualmente incompetente per territorio, in favore del Tribunale di Roma, per il reato di false dichiarazioni su qualità personali. Successivamente, il Gip di Roma ha disposto l'archiviazione anche per tale residua imputazione.
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