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Nuova primavera per le flotte con la ripartenza delle consegne

Il noleggio a lungo termine segna una crescita del 9% raggiungendo un giro d’affari di 1,7 miliardi di euro.Le immatricolazioni nel primo trimestre a quota 111mila unità, con nuovi clienti che prima guidavano auto di proprietà

di Pier Luigi Del Viscovo

La Mercedes Classe E diventa un ufficio mobile.

4' di lettura

Il noleggio a lungo termine continua ad avanzare, segnando nel primo trimestre dell’anno una crescita del giro d’affari del 9%, a quasi 1,7 miliardi di euro. E parliamo solo del core business dei contratti di noleggio, a cui infatti corrisponde un incremento del 7% della flotta impiegata per noleggi superiori ai 12 mesi, che ormai sfiora 1,1 milioni di veicoli. Vero è che tale sviluppo sia stato agevolato dalle consegne dei costruttori, che stanno scaricando adesso molti ordini in portafoglio da mesi. Le immatricolazioni del 1° trimestre sono schizzate a 111mila unità rispetto alle 65mila dell’anno scorso, pari periodo. Forse troppo alte le prime e troppo basse le seconde. Tuttavia, la crescita di flotta di 69mila veicoli è dovuta alla nuova clientela, che prima guidava auto in proprietà.

Già nel 2022 il Nlt aveva segnato una crescita, nonostante le oggettive difficoltà dell’industria automobilistica a produrre e consegnare in tempi ragionevoli le auto richieste. Alberto Viano, presidente di Aniasa, l’associazione dei noleggiatori, evidenzia due fattori alla base dell’espansione: «Una progressiva, anche se ancora non adeguata, ripartenza delle consegne, che ha consentito di rispondere alle richieste di rinnovo delle flotte da parte dei fleet e mobility manager. A queste si sono aggiunte quelle dei privati, che vedono nel Nlt una vantaggiosa risposta alle loro varie esigenze di mobilità: un’area arrivata nel 2022 a 160mila clienti e pronosticata in ulteriore ascesa nei prossimi anni».

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Le consegne col contagocce sono anche alla base dell’unico numero in contrazione del 2022, la minore vendita di prodotto usato da parte degli operatori, che hanno immesso nel mercato appena il 18% della flotta auto che avevano a inizio anno, rispetto al 25% del 2021. Si tratta di circa 40mila veicoli che dunque sono rimasti in flotta, continuando a produrre fatturato.

Nonostante queste difficoltà, le immatricolazioni sono aumentate attestandosi sul 37% della flotta di inizio anno, mentre quelle del 2021 erano state il 33%: un segno della graduale normalizzazione della produzione da parte dell’industria. In numeri assoluti, si tratta di circa 50mila immatricolazioni in più, anno su anno. Circa le alimentazioni, resta da sottolineare il 34% delle immatricolazioni diesel, rispetto al 13% del resto del mercato, a conferma che chi percorre molti chilometri continua a preferire la tecnologia diesel. Poi, mentre la quota del 4% di full electric è in linea col mercato, l’11% delle ibride plug-in rispetto al 3% del resto del mercato si spiega con la necessità delle car policy di assecondare le politiche green, utilizzando la fascia riservata ai dirigenti, che contempla vetture di prezzo impegnativo. Non sfugge come questa anomalia rispetto al mercato, su prodotti costosi e soggetti a innovazione veloce, possa riflettersi sui valori di rivendita dell’usato nei prossimi anni.

La combinazione di maggiori acquisti e minori vendite di usato ha determinato una crescita complessiva della flotta in noleggio a lungo termine, dunque con impiego superiore ai 12 mesi, intorno alle 100mila unità, pari all’8%, ben superiore a quella registrata nel 2021 che era stata nell’ordine del 4%. Il giro d’affari è aumentato del 7% con una marginalità sicuramente superiore a quella degli ultimi anni, grazie alla performance dell’usato. La scarsità di prodotto disponibile sul mercato ha spinto verso l’alto le quotazioni, consentendo ai noleggiatori di realizzare in media su ogni veicolo usato un ricavo di circa 14.800 euro, il 14% in più dei circa 13.000 realizzati nel 2021. Infatti, l’usato nel 2022 è stato inferiore del 19% in volume ma solo del 7% in valore.

Guardando avanti, non possiamo ignorare l’attività febbrile di fusioni che sta interessando questo periodo. Due pesi massimi come Ald e LeasePlan, appena acquisita, si avviano alla fusione, mentre Sifà viene incorporata in UnipolRental, che aumenta il suo peso nel noleggio a lungo termine. Stellantis e Crédit Agricole consolidano le attività di Leasys e Free2move, puntando al milione di veicoli in flotta entro pochi anni. Ma Crédit Agricole guarda anche oltre con Drivalia, il cui perimetro è la mobilità nel suo complesso, superando gli schemi basati sulla durata di un noleggio.

La comprensione di quanto sta accadendo nelle parole di Viano: «L’offerta di servizi è ogni giorno più flessibile, spesso ingegnosa, basata su una domanda diversificata ed esigente. Ne deriva da parte di tutti gli operatori un’offerta ampia ed articolata, che supera gli originari limiti temporali che distinguevano il servizio di noleggio a breve e a lungo termine. Il noleggio si è evoluto verso una competizione a tutto campo fra ogni attore della mobilità, superando le differenze “storiche” tra Nlt, Nbt e car sharing. Ci sarà l’ingresso di nuovi player extra-settore, l’aggregazione di realtà differenti, l’uscita di altri: tutto ciò porterà ad un innalzamento dei servizi, allargando sempre più la clientela aziendale e privata».

Insomma, i driver, anche quelli delle flotte, sanno che possono ricevere molto di più di quanto incluso nel classico contratto di noleggio, focalizzato alla gestione dell’auto. Vogliono essere aiutati a governare i loro spostamenti, con l’auto esclusiva ma anche senza, accedendo occasionalmente ad altre auto e altri mezzi. I grandi player l’hanno capito e si stanno attrezzando per rispondere.

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