Nuova via della seta: il Mise accelera, Farnesina prudente
di Gerardo Pelosi
2' di lettura
Vengono corrette e parzialmente ridimensionate le notizie pubblicate oggi dal Financial Times secondo cui l'Italia sarebbe il primo Paese G7 a sostenere ufficialmente la “Belt and Road”, la nuova Via della Seta voluta dal presidente cinese Xi Jinping. Il quotidiano citando dichiarazioni del sottosegretario allo Sviluppo economico Michele Geraci, affermava che il Memorandum of Understanding di supporto al piano infrastrutturale verrebbe firmato a Palermo a fine mese. In realtà il ministro dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio, firmerà con il suo collega cinese il protocollo il 23 marzo a Villa Madama a latere dei colloqui del premier Giuseppe Conte con Xi Jinping. Poiché la visita di Stato del presidente cinese (che vedrà il presidente Mattarella il 22 sera) toccherà due città (come tutte le visite di Stato) la controparte cinese ha chiesto che venisse prevista anche una visita a Palermo. Quanto ai contenuti del Mou si tratta solo di un accordo quadro, un “legal framework” che rappresenta solo l’avvio del processo per inserire in futuro i progetti prioritari nei vari settori infrastrutturali (trasporti, grandi opere, telecomunicazioni, energia).
Farnesina prudente tiene conto posizioni Usa
Il negoziato tra Italia e Cina non è ancora completato anche perchè è in corso di elaborazione all'interno del Governo una linea comune che non è stata ancora trovata. Infatti se il Mise sta accelerando per arrivare presto ai progetti infrastrutturali, la Farnesina è più prudente anche per venire incontro alle preoccupazioni dell'amministrazione americana. Non è escluso che nei prossimi giorni si possano incontrare a Palazzo Chigi i ministri Moavero e Di Maio proprio per concordare una posizione comune. Secondo gli Stati Uniti la Belt and Road difficilmente sarebbe d'aiuto all'Italia dal punto di vista economico contro un significativo danno d'immagine.
«Vediamo la Belt and Road come un “made by China”, per l'iniziativa della Cina», ha detto Garrett Marquis, portavoce del National Security Council della Casa Bianca. «Siamo scettici sul fatto che il sostegno del Governo italiano porterà benefici sostanziali agli italiani – ha affermato Marquis - e potrebbe finire per danneggiare la reputazione globale dell’Italia sul lungo periodo». In ultima analisi dopo i casi del Tap e del Muos (megaradar militare in Sicilia) il Movimento Cinque stelle si appresta ad aprire con la Nuova Via della Seta un altro dossier altamente critico nei rapporti tra Italia e Stati Uniti. Tutti casi nei quali, alla fine, ha dovuto cedere di fronte ad accordi preesistenti raggiunti anche nell’interesse del nostro Paese in termini di sicurezza e approvvigionamenti energetici.
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