Nuove Norme tecniche, diagnostica e risorse da stabilizzare: il futuro dell’antisismica nel manifesto di Isi
Quattro punti cardine sui quali costruire il futuro: turismo e cultura, efficienza energetica, investimenti sulle infrastrutture, innovazione, ricerca e digitalizzazione del Servizio sanitario
di Giuseppe Latour
I punti chiave
4' di lettura
Quattro punti cardine sui quali costruire il futuro, anche alla luce del Piano nazionale di ripresa e resilienza: turismo e cultura, efficienza energetica e riqualificazione degli edifici, investimenti sulla rete ferroviaria e la sicurezza stradale, innovazione, ricerca e digitalizzazione del Servizio sanitario nazionale. Senza dimenticare questioni come l’apertura al sistema del bacino del Mediterraneo e la revisione delle Norme tecniche per le costruzioni, sulla quale proprio in questi mesi sta iniziando un lavoro di approfondimento.
Sono questi, in estrema sintesi, i punti chiave del manifesto “2021-2026-2031: Prospettive per il futuro dell'ingegneria sismica italiana”, presentato a Roma in occasione dei dieci anni dalla fondazione dell’associazione Isi, Ingegneria Sismica Italiana. Un’occasione per fare un bilancio del lavoro svolto finora ma, soprattutto, per guardare al futuro, prossimo e più remoto.
Barocci: «Cogliere le opportunità del Pnrr»
«Festeggiamo 10 anni di vita - ha spiegato, infatti, il presidente dell’associazione, Andrea Barocci -, ma siamo proiettati verso il futuro. Il Paese è cresciuto tanto rispetto alle conoscenze e alle tecnologie antisismiche, dati gli eventi tragici che purtroppo abbiamo subito e che inevitabilmente subiremo. La nostra associazione in questo decennio ha fatto tesoro dei rapporti con le aziende e delle competenze dei suoi professionisti. Siamo pronti a cogliere tutte le opportunità che deriveranno dal Pnrr e puntiamo a una visione dell'antisismica che sia più globale; ecco perché lavoriamo per rafforzare gli scambi di esperienze e capacità nell'intero bacino del Mediterraneo».
Le fragilità del territorio e il Pnrr
Il manifesto sottolinea come gli ultimi anni abbiano evidenziato, ancora una volta, la fragilità estrema del nostro territorio. È essenziale, allora, «sostenere le politiche legate alla riduzione del rischio sismico, fornendo alle Istituzioni elementi utili di decisione sulla base di tecnologie praticabili, al fine sia di massimizzare l'efficienza degli investimenti pubblici che di migliorare le prestazioni del patrimonio edilizio e infrastrutturale italiano intermini di robustezza e durabilità».
Un ruolo centrale, in questo processo, sarà svolto dal Pnrr. E qui l’attenzione è concentrata non solo sulle grandi infrastrutture, ma anche sulla tutela e sulla valorizzazione dei siti minori, come i borghi, e sulla rigenerazione delle periferie. L’obiettivo dell’associazione, a questo proposito, è «promuovere azioni volte allo studio di percorsi metodologici per una valutazione del rischio sismico dei centri storici e l'individuazione di sistemi di mitigazione più efficaci che aumentino la sicurezza, consentano il riuso e migliorino l’accessibilità dei centri urbani».
La diagnostica
Fondamentale, su questo, una fase diagnostica preliminare, necessaria per poter progettare le migliori soluzioni tecniche: tra le soluzioni adottabili, l'utilizzo di una rete diffusa e a basso costo di sistemi standardizzati di monitoraggio dinamico e fessurativo, che consenta il controllo permanente dello stato di salute strutturale e la valutazione della sicurezza residua in occasione di eventi intensi. In questo modo, in caso di evento sismico,le amministrazioni preposte alla gestione del rischio e alle attività di Protezione civile sarebbero in grado di valutare il livello di danneggiamento, per una migliore gestione dell'emergenza.
Stabilizzare i finanziamenti
Decisiva, se si parla di messa in sicurezza, la questione delle risorse che ci saranno a disposizione. «Quanto già avviato in termini di finanziamenti pubblici per l'adeguamento antisismico del patrimonio nazionale e per l'incentivazione all'impiego di tecnologie di monitoraggio strutturale - spiega il manifesto - è necessario e dovrebbe essere reso nel tempo strutturale, nonché esteso agli edifici produttivi esistenti, i quali rappresentano una criticità elevatissima per la sicurezza e per l'economia del Paese, essendo occupati da numerose persone per molte ore al giorno».
Girardi: «Prorogare il superbonus»
Proprio delle risorse ha parlato Rudy Girardi, vicepresidente dell'Ance: «L'Ance lavora da anni, insieme alla grande filiera del settore, per promuovere la cultura dell'efficienza energetica e della messa in sicurezza del patrimonio immobiliare del Paese. Oggi con il superbonus 110% stiamo andando nella direzione giusta e gli oltre 46mila interventi avviati finora lo dimostrano. Adesso però per raggiungere gli obiettivi prefissati serve dare certezza a famiglie e imprese sul destino di questa straordinaria misura di crescita economica e sviluppo sostenibile definendo con chiarezza la durata e l'entità dell'incentivo che deve essere prorogato integralmente almeno fino al 2023».
Tecniche innovative sulle infrastrutture
Sul fronte delle grandi infrastrutture, a supporto delle azioni volte ad aumentare la loro sicurezza, «l’associazione Isi intende promuovere lo sviluppo di metodologie per la stima del rischio sismico e la valutazione della difettosità delle opere, anche tramite l'utilizzo di tecniche innovative. Anche nel caso delle infrastrutture, è necessaria un'accurata fase di conoscenza e diagnostica preliminare sul loro stato di conservazione, seguita dall’incentivazione alle attività di monitoraggio».
Rivedere le Norme tecniche
Decisivo, in prospettiva, l’intervento di revisione delle Norme tecniche per le costruzioni. «Nella visione di Isi, sarebbe auspicabile giungere ad una nuova impostazione di “legge”,per la parte legata all'individuazione dei requisiti di sicurezza delle strutture, e “codice”, per tutte le altre parti (con particolare attenzione all'evoluzione tecnologica degli interventi, in modo da garantire un costante collegamento tra analisi ed applicazione), nonché ad un'armonizzazione con le altre norme di settore, per arrivare progressivamente ad un testounico delle costruzioni».
I capitoli principali sui quali l’associazione si concentrerà «saranno il n. 7, 8 e 11, con particolare attenzione agli approcci tecnici e modellistici per la messa in sicurezza del patrimonio edilizio esistente, pubblico o privato, residenziale o produttivo, con tecniche tradizionali ed innovative e con riferimento non solo alle strutture ma anche agli elementi non strutturali. Particolare attenzione dovrà essere rivolta alla durabilità dei materiali».
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