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«Non si trattava di salvare soltanto i nostri posti di lavoro, ma anche 30 anni di esperienza nel settore dell’attrezzatura per la zootecnia, di cui l’azienda per cui lavoravamo era leader». Così, di fronte al peggioramento della situazione e al rifiuto del proprietario di cedere l’azienda, Sergio Fontanini e alcuni colleghi nel 2020 hanno deciso di rivolgersi al Cfi per ottenere il sostegno a un’operazione di Workers Buyout (sebbene senza cessione di marchio o rami aziendali) e costituire una cooperativa che portasse avanti quell’esperienza, la mantovana Agri Global Service, nata esattamente due anni fa. «Siamo ripartiti da zero – ammette Fontanini, presidente e responsabile commerciale della cooperativa – investendo moltissimo negli impianti ma anche nelle figure tecniche specializzate, per rafforzare la parte produttiva e assicurarci di mantenere e se possibile migliorare la qualità dei prodotti che facevamo, che era altissima». Non è stato facile, all’inizio, farsi strada in un settore in cui i clienti (allevatori e agricoltori) sono tradizionalmente molto legati ai propri fornitori storici. «Ma ora cominciamo a farci strada sul mercato e puntiamo molto sull’estero», racconta Fontanini. In particolare su Germania e Olanda, dove si stanno aprendo interessanti quote di mercato per gli allevatori e per i quali sono pensati due nuovi prodotti brevettati che Agri Global Service presenterà in novembre alla fiera di Hannover.
L’azienda conta oggi 16 soci e un fatturato è di circa 700mila euro, ma i nuovi prodotti (realizzati con materiale rigenerato) dovrebbero segnare una svolta già il prossimo anno, portando a triplicare i ricavi. «Dovremo anche assumere una persona in più per presentare uno dei nuovi prodotti per la zootecnia bovina e inoltre potenziare la parte di magazzino e il commerciale», dice ancora il presidente. «Non è un momento facile e vediamo grande preoccupazione tra gli allevatori – spiega Fontanini – Ma se questa crisi passerà, siamo convinti che ci siano importanti margini di crescita, perché il mercato è in forte evoluzione e vediamo buone prospettive soprattutto nel nord Europa».
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