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Nuovi rapporti di lavoro: uno su quattro avviato con nati all’estero

Nei primi tre mesi del 2023 il 25,8% dei contratti attivati (anche brevi) è stato siglato con addetti stranieri

di Valentina Melis

(Cultura / AGF)

3' di lettura

Dei quasi due milioni di rapporti di lavoro attivati nei primi tre mesi di quest’anno, un quarto è stato avviato con persone nate all’estero (493.097). L’incidenza dei contratti siglati con gli stranieri è del 25,8%, in crescita costante dal 2014 (nello stesso trimestre era del 22,1%).

A crescere è anche il saldo fra assunzioni e cessazioni dei lavoratori stranieri: da gennaio a marzo di quest’anno è stato positivo per 119mila rapporti, il valore più alto della serie storica 2014-2023 (si veda il grafico).

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INCIDENZA IN CRESCITA

Serie storica dell'incidenza dei nuovi rapporti di lavoro di persone nate all’estero sul totale dei nuovi rapporti di lavoro e saldo assunzioni/cessazioni dei lavoratori stranieri - primo trimestre 2014-2023 - Fonte: elaborazioni Fondazione Leone Moressa su dati Inps (lavoratori dipendenti del settore privato, esclusi i lavoratori domestici e gli operai agricoli)

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A rivelare il peso crescente dell’occupazione degli immigrati nel nostro mercato del lavoro sono i dati elaborati dalla Fondazione Leone Moressa per Il Sole 24 Ore del Lunedì, basati sulle denunce retributive mensili Uniemens (del settore privato, esclusi agricoli e domestici).

Le attivazioni riguardano tutti i rapporti di lavoro, anche brevi: il 46,5% dei rapporti avviati con gli stranieri è a termine, il 20% a tempo indeterminato, il 16,5% in somministrazione. I nuovi contratti hanno coinvolto principalmente stranieri di genere maschile (66%) e lavoratori dai 30 ai 50 anni (55%).

IL GENERE E L’ETÀ

Nuovi contratti di lavoro di stranieri per tipologia di lavoratori - 1 trimestre 2023 - Fonte: Elaborazioni Fondazione Leone Moressa su dati Inps

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In Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto si registra il 50% delle assunzioni di stranieri e il 39% delle assunzioni totali, nel trimestre. E se l’incidenza dei rapporti avviati con gli stranieri a livello nazionale è stata del 25,8%, in queste tre regioni ha superato il 30%: in Lombardia è del 32,8%, in Veneto del 34,2%, in Emilia Romagna del 34,1 per cento. La situazione è diversa nelle isole, dove meno del 10% delle attivazioni riguarda personale straniero.

LA METÀ DEGLI ASSUNTI IN TRE REGIONI

Nuovi contratti di lavoro di stranieri in Italia e nelle tre Regioni con i numeri più alti - 1° trimestre 2023 - Fonte: Elaborazioni Fondazione Leone Moressa su dati INPS

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I nuovi decreti flussi

Per far fronte alle richieste del mondo produttivo, il Governo sta per emanare un Dpcm che aggiunge 40mila posti per lavoratori extracomunitari stagionali in agricoltura e nel settore turistico-alberghiero ai 44mila stagionali già previsti dal decreto flussi dell’anno scorso (Dpcm 29 dicembre 2022). I posti per lavoratori extra Ue complessivamente disponibili per il decreto flussi 2022, tra stagionali e non, diventano così 122.705 (a fronte di 293mila domande presentate dai datori).

Ma un’apertura ancora maggiore arriverà nel triennio 2023-2025: lo schema di Dpcm approvato dal Consiglio dei ministri il 6 luglio prevede l’ingresso di 452mila lavoratori extracomunitari (136mila nel 2023, 151mila nel 2024 e 165mila nel 2025), a fronte di un fabbisogno rilevato dal sistema produttivo di 833mila (come si legge nel comunicato del Governo).

Per ritrovare numeri simili nei decreti flussi, bisogna risalire ai primi anni Duemila.

«I nuovi posti disponibili per gli stagionali saranno gestiti con lo scorrimento delle domande già presentate dalle aziende al click day di marzo: speriamo si riesca a inserire i lavoratori in tempo utile per la raccolta delle mele, dell’uva e delle olive», spiega Romano Magrini, responsabile relazioni sindacali, lavoro e immigrazione di Coldiretti. «Confidiamo - continua - che dopo l’estate sia emanato il decreto flussi con la programmazione triennale, in modo da poter avviare le domande per i lavoratori da impiegare nel 2024 già entro la fine di quest’anno».

Un’altra novità del decreto flussi triennale è che una quota degli ingressi tornerà a essere riservata a colf, baby sitter e badanti (non succedeva dal 2011). «Siamo assolutamente soddisfatti per l’inclusione del comparto», spiega Andrea Zini, presidente di Assindatcolf, associazione nazionale dei datori lavoro domestico. «Secondo le nostre stime, per coprire le esigenze familiari di cura e assistenza domestica in Italia servirebbero fino a 23mila lavoratori non comunitari da assumere ogni anno, circa 68mila nel triennio 2023-2025. Speriamo che le quote del decreto triennale coprano almeno la metà di questo fabbisogno».

Per Lorenzo Gasparrini, segretario generale dell’associazione datoriale Domina, «il sistema dei flussi dovrebbe essere sostituito con canali di ingresso diversi per i lavoratori stranieri, che siano disponibili in maniera costante».

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