Nuovi verbali Cts, 26 febbraio: «No alle restrizioni oltre i 10 comuni della zona rossa»
Ancora all’appello mancano alcuni verbali degli incontri degli esperti del governo: la decisione è quella di pubblicarli 45 giorni dopo la seduta
di Nicoletta Cottone
4' di lettura
Sono on line i verbali finora riservati delle riunioni del Comitato tecnico scientifico del governo, nei giorni caldi dell’emergenza cortonavirus. Sono 95 in tutto, pubblicati sul sito del Dipartimento della Protezione civile un centinaio di documenti. Si parte dalla prima riunione, datata 7 febbraio e si arriva a quella del 20 luglio. Ancora all’appello mancano alcuni verbali degli incontri degli esperti del governo. «I verbali - spiega una nota della Protezione civile - saranno resi disponibili dopo 45 giorni dalla data di svolgimento delle riunioni cui fanno riferimento, conciliando così l'autonomia di valutazione dei tecnici del Comitato con la corretta esigenza di trasparenza».
«No a restrizioni oltre 10 comuni zona rossa»
Nel verbale della riunione del 26 febbraio si legge che il Comitato tecnico scientifico non riteneva ci fossero le condizioni per l’estensione delle restrizioni al movimento delle persone a nuove aree, oltre ai 10 Comuni indicati come zona rossa dal Dpcm del 23 febbraio.
La zona rossa si allarga a Nembro-Alzano
É il 3 marzo. Nel tardo pomeriggio sono giunti all’Istituto superiore di sanità i dati relativi ai comuni di Alzano Lombardo e Nembro, «che sono poi esaminati dal Cts. Al proposito è stato sentito per via telefonica l’assessore Gallera e il dg Caiazzo della Regione Lombardia, che confermano i dati relativi all’aumento nella regione e, in particolare, nei due comuni menzionati». Nel verbale del Comitato tecnico scientifico desecretato si legge che: «Il Comitato propone di adottare le opportune misure restrittive già adottate nei Comuni della zona rossa anche in questi due comuni , al fine di limitare la diffusione dell’infezione nelle aree contigue».
No a farmaci di non provata efficacia
Verbale della riunione del 18 marzo 2020, la n. 31: «L'uso di farmaci di non provata efficacia dovrebbe essere gestito nell’ambito di percorsi protocollari approvati o di studi clinici coordinati da Aifa. Il Cts ribadisce che qualsiasi deviazione da questo percorso avverrà sotto la diretta responsabilità del medico che prescrive queste terapie e della struttura ospedaliera che eroga il trattamento».
La confermna del lockdown per Pasqua
Il 30 marzo il Cts analizza le ipotesi del ministero della Salute sulla Fase 2 e ritiene necessario prorogare il lockdown per tutto il periodo pasquale. Dai verbali desecretati, infatti emergono le attività di previsione della fase 2: «un primo periodo con la continuazione delle misure di contenimento in vigore fino al 3 aprile; un periodo successivo per la previsione di un graduale allentamento, comunque guidato dalle evidenze epidemiologiche, delle misure di contenimento per un progressivo ritorno alla normalità». Il giorno dopo il Cts condivide la proroga delle norme almeno fino al 18 aprile, ma ritiene doveroso considerare la necessità di consentire a tutti i soggetti in età evolutiva di poter svolgere attività motorie e ludiche all’aria aperta.
Misure adottate in Italia argine al Covid
É il 7 febbraio, prima riunione del Cts. «I provvedimenti messi in atto dal Governo italiano, in un rapporto di proficua collaborazione con le Regioni e Province autonome, e il fondamentale contributo delle professioni sanitarie e della protezione civile, rappresentano, nelle condizioni attuali, un argine adeguato per il Paese», si legge nel verbale. Gli esperti parlano del «persistere dell’allarme» Covid, valutato in fase di espansione in Cina. Per il principio della «massima precauzione», quarantena di 14 giorni per gli studenti di ritorno in Italia dalle aree della Cina interessate dall’epidemia.
Il piano anti-Covid resti riservato
Il 2 marzo si parla del piano anti-Covid: «Circa il 'Piano di organizzazione della risposta dell’Italia in caso di epidemia' il Cts concorda di adottarlo nella versione finale; il piano sarà sottoscritto da tutti coloro che hanno contribuito al lavoro di ricerca, sarà successivamente validato dal Cts e presentato attraverso il coordinatore degli interventi» dott. Angelo Borrelli all’on. ministro Roberto Speranza. Il Cts sottolinea la necessità di mantenere “riservato” il contenuto del piano».
I dubbi sulla chiusura totale delle scuole
Su richiesta di parere del ministro della Salute sull’opportunità di «chiudere le scuole di ogni ordine e grado sull’intero territorio nazionale», il Cts il 4 marzo scrive nel verbale che «le scelte di chiusura dovrebbero essere proporzionali alla diffusione dell’infezione virale» e che «non esistono attualmente dati che indirizzino inconfutabilmente sull’utilità di chiusura delle scuole indipendentemente dalla situazione epidemiologica locale». Il Cts spiega che «alcuni modelli predittivi indicano che la chiusura delle scuole potrebbe garantire una limitata riduzione nella diffusione dell’infezione virale. Vi è consenso tra gli addetti ai lavori - che un’eventuale chiusura delle scuole è stimata essere efficace solo se di durata prolungata». Il testo del verbale precisa che queste considerazioni tecniche «sono solo una parte delle valutazioni rispetto alle quali formulare le scelte decisionali sull'argomento». riporta che «il Cts ribadisce che il tIl 5 marzo, il giorno dopo, il verbale esto elaborato nella giornata di ieri, in riferimento alla sospensione delle attività didattiche, non è in alcun modo in disaccordo con la decisione di sospensione presa dal Consiglio dei ministri».
Le raccomandazioni per i bambini disabili
I bambini disabili sono più a rischio. Il Cts ne parla nella riunione del 9 marzo: «Sebbene i bambini a oggi risultino colpiti da forme cliniche non gravi» quelli disabili o con patologie croniche vanno considerati a «maggior rischio di contrarre patologie infettive e in forma più grave». Ecco, allora, le raccomandazioni ai familiari di questi bambini. Per esempio quella di ridurre gli accessi ai servizi sanitari per prestazioni procrastinabili, sia pure con le dovute eccezioni.
Evitare strette di mano e abbracci
É il 3 febbraio, verbale n. 14. Il Cts invita la popolazione a evitare per tutta la durata dell’emergenza strette di mano e abbracci. Si chiede di rafforzare la sorveglianza nelle regioni con catene di trasmissioni del virus note. Si ritiene vada incrementata del 50% la disponibilità di letti in terapia intensiva a livello nazionale, alla luce di quanto accaduto in Lombardia. E del 100% nei reparti di pneumologia e malattie infettive.
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