ServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùVerso il 2023/2024

Nuovo anno scolastico, la scommessa resta ripartire con tutti i docenti in cattedra

Autorizzate quasi 51mila assunzioni e (forse) altre 30mila arriveranno con il Pnrr. I sindacati: attese 200mila supplenze. Le altre novità

di Claudio Tucci e Laura Virli

7' di lettura

Stanno per iniziare le lezioni, si spera senza l’emergenza Covid. Siamo due genitori, e durante l’estate abbiamo sentito una serie di novità in arrivo. Cosa cambierà per docenti e studenti?

Come ogni settembre anche quest’anno la sfida è far trovare agli studenti il più alto numero di docenti in cattedra. Il governo Meloni ha autorizzato oltre 62mila assunzioni a tempo indeterminato, di cui 50.807 di insegnanti. Le procedure amministrative stanno procedendo, non senza i soliti intoppi burocratici. Altri 30mila professori dovrebbero arrivare in corsa (il condizionale d’obbligo) con il nuovo concorso Pnrr, riservato ai precari “storici” con tre anni di servizio alle spalle e a chi è in possesso dei 24 Cfu vecchia disciplina, il cui bando è atteso proprio per settembre. Per i sindacati anche quest’anno avremo 200mila supplenze. Con il decreto Pa bis sono stati stanziati poi 50 milioni per rafforzare le segreterie proprio in vista degli adempimenti attuativi legati al Piano nazionale di ripresa e resilienza (palestre, mense, tempo pieno e altro).
Una delle principali novità del 2023/24 è l’estensione (ma al momento solo per quest’anno) delle tutele Inail ai 10 milioni e passa di alunni e docenti. Lo ha previsto il decreto 1° maggio. Per gli studenti l’ampliamento della copertura assicurativa scatta per tutti gli eventi verificatisi all’interno dei luoghi di svolgimento delle attività didattiche o laboratoriali e loro pertinenze, o nell’ambito delle attività programmate dalle scuole o istituti di istruzione (ad esempio le gite scolastiche), con esclusione degli infortuni in itinere. Passo avanti, rispetto a oggi, considerevole visto che la normativa attuale limita la tutela solo alle figure che attendano a esperienze tecnico-scientifiche o ad esercitazioni pratiche, o che svolgano esercitazioni di lavoro. Stop quindi all’attivazione di polizze assicurative private con oneri a carico delle famiglie. Per i docenti si chiarisce invece che vengono a godere della stessa tutela contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali oggi garantita al resto dei lavoratori dipendenti, compreso l’infortunio in itinere.
Una delle principali novità del 2023/24 è l’estensione (ma al momento solo per quest’anno) delle tutele Inail ai 10 milioni e passa di alunni e docenti. Lo ha previsto il decreto 1° maggio. Per gli studenti l’ampliamento della copertura assicurativa scatta per tutti gli eventi verificatisi all’interno dei luoghi di svolgimento delle attività didattiche o laboratoriali e loro pertinenze, o nell’ambito delle attività programmate dalle scuole o istituti di istruzione (ad esempio le gite scolastiche), con esclusione degli infortuni in itinere. Passo avanti, rispetto a oggi, considerevole visto che la normativa attuale limita la tutela solo alle figure che attendano a esperienze tecnico-scientifiche o ad esercitazioni pratiche, o che svolgano esercitazioni di lavoro. Stop quindi all’attivazione di polizze assicurative private con oneri a carico delle famiglie. Per i docenti si chiarisce invece che vengono a godere della stessa tutela contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali oggi garantita al resto dei lavoratori dipendenti, compreso l’infortunio in itinere.
Per gli alunni, specie quelli del Meridione, dopo l’allarme Invalsi sui divari territoriali negli apprendimenti (e con uno studente su due che esce da scuola senza le competenze di base), scatta il Piano antidispersione. Si tratta della cosiddetta “Agenda Sud”, come l’ha ribattezzata il ministro dell’Istruzione e del merito, Giuseppe Valditara: si parte con circa 200 scuole, dove ci saranno docenti in più soprattutto per le materie più critiche come matematica, italiano, inglese, oltre a una formazione specialistica per i professori e almeno un laboratorio d’avanguardia nelle superiori.
Sempre per gli studenti quest’anno si inizieranno a vedere i forti investimenti sul digitale: con oltre due miliardi si punta a realizzare 100mila classi 4.0 e laboratori d’avanguardia. E arriveranno oltre 50mila insegnanti tutor e più di 4mila orientatori chiamati, con un investimento di 150 milioni, a personalizzare la didattica (in prima battuta sono coinvolte più di 2.700 scuole) e ad aiutare i ragazzi a scegliere bene il lavoro o (il proseguio degli studi).
Altre novità riguardano il personale scolastico. In autunno sale ancora la busta paga per effetto della firma definitiva del nuovo Ccnl 2019-2021. Per i docenti l’aumento salariale medio mensile a regime è di 124€, per gli Ata è di 96€, per i Dsga (i direttori dei servizi generali e amministrativi) di 190. Con il decreto Salva infrazioni poi i servizi “pre-ruolo”, oggi non integralmente considerati, vengono riconosciuti per intero ai fini delle ricostruzioni di carriera. Inoltre, la Carta del Docente di 500€ è estesa anche agli insegnanti con contratto di supplenza annuale su posto vacante e disponibile (fino al 31 agosto). L’utilizzo della Carta interessa così circa 83mila supplenti annuali

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Informazioni semplificate con la nuova piattaforma digitale

Sono state annunciate nuove semplificazioni a scuola, quali saranno, in particolare?
Ad aprile il ministro Valditara ha annunciato un maxi piano di semplificazioni a scuola. Diverse le novità per famiglie e docenti. Da fine 2023, ad esempio, sarà attiva un’unica piattaforma online, che consentirà a genitori e studenti l’accesso agli strumenti e alle informazioni utili per la scelta della scuola (per esempio dove sono localizzati gli istituti, quali sono gli indirizzi disponibili, i programmi e i piani formativi), in modo da procedere direttamente all’iscrizione e successivamente ai pagamenti richiesti nel corso degli studi. La nuova piattaforma servirà anche per i servizi di orientamento e le comunicazioni scuola-famiglia. Si punta poi a un solo login per i servizi digitali, ad aiutare tutti gli studenti, soprattutto i meno abbienti, a prendere parte a visite e viaggi d’istruzione, a potenziare i servizi di AppIo per scuole e famiglie. Per i docenti è previsto lo snellimento di tempi e procedure che scandiscono la loro vita lavorativa (dalle assunzioni al pagamento degli stipendi fino alle domande di pensione).

Secondarie, così cambiano abilitazione e formazione dei prof

Vorrei sapere cosa prevede il Dpcm che cambia l’abilitazione degli insegnanti, e quando partiranno i corsi per ottenere i 60 Cfu/Cfa?
I primi di agosto è stata annunciata dal ministro Giuseppe Valditara, la firma del Dpcm attuativo del nuovo sistema di formazione iniziale e di abilitazione degli insegnanti delle scuole secondarie (medie e superiori), previsto dal Pnrr, che consiste nel possesso della laurea più l’acquisizione di 60 crediti formativi (Cfu/Cfa). I percorsi universitari, se tutto filerà liscio, potranno partire il prossimo anno accademico, quindi in autunno/inverno. Potranno iscriversi ai corsi e cercare di ottenere i 60 Cfu/Cfa i laureati magistrali, gli iscritti a un corso magistrale o a ciclo unico (purché, in quest’ultimo caso, abbiano già sostenuto esami pari a 180 crediti). Sono previsti 20 Cfu di tirocinio diretto e indiretto (per ogni credito serve un impegno in presenza di almeno 12 ore). Ottenuti i crediti (nel decreto Pa-bis è stata prevista una norma che consentirà nei primi due anni di ottenere fino a metà dei Cfu online, ndr) si dovrà superare una prova finale che consiste in uno scritto, sotto forma di sintetica analisi critica di episodi, casi, situazioni e problematiche verificatisi durante il tirocinio svolto, e in una lezione simulata di 45 minuti in cui si progetta un’attività didattica innovativa. Il Dpcm (e gli allegati) prevedono anche i casi in cui occorra conseguire 30 Cfu o 36 Cfu. Nella prima ipotesi rientrano due casistiche: i precari con tre anni di supplenza che hanno superato il concorso a cattedra ma non sono abilitati e coloro che, fino al 31 dicembre 2024, possono partecipare alla selezione avendo fatto 30 Cfu. L’altra fattispecie citata, anche qui fino alla data del 31 dicembre 2024, riguarda chi è in possesso dei 24 Cfu vecchio ordinamento, e deve quindi ora completarli con i restanti 36. I costi per arrivare a 60 Cfu sono fissati in 2.500 euro, per gli studenti iscritti e per chi ha già i precedenti 24 Cfu si scende a 2mila euro.

Materie Steam in primo piano: il potenziamento didattico

Ho sentito parlare di un potenziamento delle discipline Stem a scuola. Che accadrà a settembre?
Nei mesi scorsi il ministero dell’Istruzione e del merito ha emanato linee guida dettagliate per potenziare l’insegnamento delle discipline Stem (science, technology, engineering and mathematics), che nel recente dibattito europeo e italiano si sono in realtà “trasformate” in Steam, grazie all’aggiunta della A di Arte che spinge verso uno stretto legame anche con le discipline umanistiche. Per la fascia 0-6 anni il potenziamento delle Stem si dovrà realizzare attraverso attività educative che incoraggiano il bambino ad un approccio matematico-scientifico-tecnologico al mondo naturale e artificiale che lo circonda. A primarie e medie si dovrà insistere sull’uso della tecnologia in modo critico e creativo, sulla promozione di “creatività” e “curiosità”, sullo sviluppo dell’autonomia degli alunni e dei laboratori (in primis di matematica). Alle superiori viene consigliato ai docenti di far acquisire ai loro alunni le competenze tecniche specifiche attraverso l’utilizzo di strumenti e attrezzature, in laboratorio, in classe o “sul campo”, e, più in generale, di promuovere attività che affrontino questioni e problemi di natura applicativa in modo da far emergere i collegamenti tra le competenze di natura tecnica e tecnologica, propria dei vari indirizzi e percorsi, e le conoscenze e abilità connesse agli assi matematico e scientifico-tecnologico. Per gli studenti con disabilità o con disturbi specifici di apprendimento il potenziamento delle Stem dovrà essere individuato, rispettivamente, nel Pei e nel Pdp.

Contro il bullismo giro di vite su voto in condotta e sanzioni

Dopo i fatti di bullismo in Veneto il ministro Valditara ha annunciato una stretta sul voto in condotta. In che cosa consiste?
Le indicazioni fornite dal Mim prevedono diverse novità, che entreranno poi in un apposito Ddl. La prima è che, anche alle medie, viene ripristinata la valutazione del comportamento espressa in decimi e farà media. In generale il voto in condotta dovrà essere riferito a tutto l’anno scolastico e nella valutazione peseranno atti violenti o di aggressione nei confronti dei docenti, degli studenti e di tutto il personale scolastico. Il voto sul comportamento inciderà sui crediti per l’ammissione all’esame di maturità. Oggi la bocciatura a seguito di 5 in condotta scatta esclusivamente in presenza di gravi atti di violenza o di reati. Con le novità annunciate da Valditara (per entrare in vigore serve una norma di legge e successive indicazioni ministeriali) l’assegnazione del 5, quindi della conseguente bocciatura, potrà avvenire anche a fronte di comportamenti che costituiscano gravi e reiterate violazioni del regolamento di istituto. Se si prende 6 in condotta verrà generato un debito scolastico (alle superiori) in educazione civica da recuperare a settembre. Cambia anche la sospensione: fino a due giorni l’alunno sospeso sarà coinvolto in attività scolastiche -assegnate dal consiglio di classe - di riflessione e di approfondimento, che si concluderanno con la produzione di un elaborato critico su quanto si è appreso. Se la sospensione supera i 2 giorni, lo studente dovrà svolgere attività di cittadinanza solidale.

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