Nuovo calo per Credit Suisse, rumour su Ubs contraria a rilevare la banca
Un eventuale acquisto sarebbe perso in considerazione solo come ultima istanza, tanto più che anche il Governo svizzero avrebbe perplessità su una tale operazione
di Giuliana Licini
2' di lettura
(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Il Credit Suisse è ancora sotto pressione alla Borsa di Zurigo, mentre il mercato resta inquieto sulle prospettive del gruppo. Il titolo della seconda banca elvetica che, alla vigilia aveva recuperato buona parte del crollo di mercoledì, ha ripreso la via del ribasso ed è arrivato a perdere quasi dieci punti, mentre l'indice Smi è in aumento frazionale. Ad alimentare il sentiment negativo nei confronti del Cs, secondo gli operatori sono state anche le indiscrezioni riportate dall’agenzia Bloomberg secondo cui Ubs è contrario all’acquisto di CS e lo stesso vale per il CS, nonostante la sequela delle sue difficoltà. Ubs esiterebbe nell’assumere i rischi legati alla concorrente, mentre il CS spera di risollevarsi nel tempo. Quindi un eventuale acquisto del CS da parte di Ubs sarebbe perso in considerazione solo come ultima istanza, tanto più che anche il Governo svizzero avrebbe perplessità su una tale operazione.
Per ora nessun commento dalle due banche o dal Governo. Intanto sulla stampa svizzera abbondano le critiche nei confronti del CS e del suo management. «La fiducia non si acquista come un titolo quotato in Borsa», scrive in un editoriale il vice-direttore di La Liberté, Pierre-André Sieber, sottolineando che il CS deve imparare la lezione che lo ha fatto quasi fallire, perché non potrà contare su «trasfusioni a vita» da parte della Banca Centrale Svizzera, né diventare una banca statale. Per i giornali di lingua tedesca del gruppo Tamedia, il CS si trova in «una crisi di fiducia che minaccia la sua esistenza e che la banca alimenta con una comunicazione poco credibile».
Il Neue Zuercher Zeitung menziona la «serie di scandali e situazioni imbarazzanti» che hanno abbattuto la fiducia nella banca nel corso degli anni. Per ristabilirla, secondo il quotidiano è necessaria una figura in grado di dare fede in una svolta positiva, sottolinea la Nzz, chiamando in causa il presidente del consiglio di amministrazione Axel Lehmann e il ceo Ulrich Korner. Sulla stessa linea Blick: «Presentarsi chiaramente, dare prova di leadership, assumere le proprie responsabilità: è il minimo che ci si possa attendere da loro due». Invece i due manager non hanno presentato finora «piani concreti su come i patrimoni che il Credit Suisse ha perduto potrebbero un giorno tornare». La Svizzera sarebbe semplicemente «stupida» a lasciare cadere una banca che nel proprio nome ha il nome del Paese, indica il gruppo Ch Media (di lingua tedesca), aggiungendo che un’acquisizione da parte di Ubs, banca «in perfetta salute», avrebbe avuto più senso rispetto all’intervento della Bns.
loading...