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Nuovo stadio: lo stallo costa a Inter e Milan mancati ricavi per 100 milioni all’anno

Dopo quattro anni di attesa di una decisione su San Siro, il Milan valuta l’area La Maura e l’Inter guarda ad Assago, mentre si fanno i conti con i mancanti incassi

di Marco Bellinazzo

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3' di lettura

Che siano l’area La Maura per il Milan e Assago per l’Inter le nuove potenziali sedi per costruire stadi moderni e redditizi, la verità è che i due club milanesi hanno perso quasi circa quattro anni di tempo a causa della lentezza burocratica del Comune di Milano e dell’indecisione della politica cittadina. Quattro anni in cui le due società di proprietà di RedBird e Suning hanno visto accrescersi il divario con i big europei. L’avvio dell’iter risale infatti al luglio 2019. Le due società peraltro nel tentativo di dotarsi di uno stadio moderno e polivalente hanno già affrontato costi per qualche milione di euro. Ma il dato più grave è che con gli oltre 70mila spettatori che oggi affollano stabilmente le tribune di San Siro, in uno stadio di qualità, dotato cioè di quei servizi commerciali che San Siro non può strutturalmente ospitare, per ogni anno di stallo i due club perdono ricavi aggiuntivi.

I ricavi persi

Quanti? Posto che parliamo di proiezioni, ma di proiezioni molto realistiche date le analisi comparative relative alle altre decine di stadi edificati in Europa in questi anni, è possibile affermare che Inter e Milan siano costrette a rinunciare a circa 100 milioni a stagione per ogni anno in cui restano nell’attuale stadio Meazza, 50 milioni a testa. Oggi allo voce stadio rossoneri e nerazzurri registrano ricavi che mediamente oscillano tra i 30 e i 40 milioni all’anno. Secondo le analisi economiche effettuate in preparazione del dossier per il nuovo stadio comune, l’asticella dei ricavi legati all’impianto per entrambe le società era stata invece fissata intorno ai 100 milioni. Circa 60 in più, dunque. Il particolare, si prevedevano 120 milioni di ricavi incrementali totali, di cui 80 dal comparto stadio (con 65.000 posti, di cui circa 9mila premium modulabili fino a 13.500, mantenendo un equilibrio tra la domanda di un pubblico corporate e l’esigenza di tenere calmierati i prezzi di biglietti e abbonamenti ordinari), e 40 milioni dalle attività commerciali collegate. Nell’intervento urbanistico per il nuovo San Siro erano previsti 100mila mq di area commerciale e attività di intrattenimento, un museo, un centro congressi e settori dedicati alla pratica sportiva preclusi al traffico automobilistico.

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La riqualificazione

Come è emerso nel dibattito pubblico svolto tra la fine del 2022 e l’inizio del 2023, l’operazione di Milan e Inter puntava a riqualificare un tessuto urbano di 280mila mq, pari a un terzo dell'area Expo. Il verde, raddoppiato rispetto al piano originario, avrebbe occupato un terzo degli spazi, con 700 alberi piantati. I volumi edificatori invece sono stati ridotti (dall'iniziale indice di 0,51 si è scesi a 0,35, in linea con il piano di governo del territorio e dunque senza necessità di varianti agli strumenti urbanistici) per venire incontro alle richieste di adeguamento giunge a più riprese da Palazzo Marino. L’obiettivo temporale era quello di giocare nel nuovo stadio a partire dalla stagione 2027/28, scavalcando il 2026 e la cerimonia inaugurale dei Giochi invernali da celebrare nell'attuale impianto.

I mancati investimenti

Il report economico redatto da Inter e Milan si basava sullo scenario di una concessione di 90 anni e su un costo del comparto stadio stimato in circa 600 milioni, il 60% dei costi totali di costruzione pari a un miliardo, a cui si aggiungevano tecniche e altri oneri per circa 300 milioni. Nonostante la contrazione delle aree edificate, gli investimenti privati - che avrebbero genereranno circa 27mila posti di lavoro - avrebbe portato sul territorio lavori per 1,3 miliardi di euro, considerato l’aumento dei costi delle materie prime, nell'ambito di un project financing basato sui i ricavi addizionali del nuovo impianto e un contributo dei club in termini di equity. Ora non solo questi investimenti vengono meno e si dirigeranno verso altre aree anche fuori dalla cintura cittadina (si parla come ipotesi alternative anche di Sesto San Giovanni e San Donato), ma il comune di Milano e il sindaco Beppe Sala dovranno trovare il modo di finanziare la manutenzione del vecchio San Siro che costa non meno di 7-8 milioni all’anno.

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