Nutella, l’origine delle nocciole e la (quasi) fine della passione di Salvini
Il leader della Lega dichiara di non mangiare più Nutella perché prodotta con nocciole provenienti dalla Turchia: ecco come si rifornisce di materia prima la multinazionale di Alba
di Filomena Greco
2' di lettura
Sembrava un amore appassionato e invece è finito tra le polemiche. Parliamo del leader della Lega Matteo Salvini e di Nutella, la crema spalmabile di Ferrero più famosa al mondo. L’azienda usa per la produzione nocciole provenienti dalla Turchia e per questo durante un comizio l’ex vice premier annuncia che non ne consumerà più. Salvo poi ripensarci. Il fatto che Ferrero usi anche nocciole provenienti dalla Turchia non è né una novità né un segreto industriale. Tutt’altro.
Filiera sotto controllo
Il gigante di Alba ha acquisito nel 2014la Oltan, storica azienda produttrice di nocciole in Turchia, e lo ha fatto per rafforzare la filiera e avere il controllo diretto su qualità e selezione.
Al di la di questo aspetto però, le dimensioni industriali di Ferrero – 10,7 miliardi di euro di fatturato, stabilimenti e presenza sui mercati di tutto il mondo il mondo – e la sua struttura da multinazionale, sebbene radicata in Italia, non consentirebbero l’utilizzo di materia prima proveniente soltanto dall’Italia, per svariati motivi.
Fabbisogno da record
Il primo è che Ferrero e tra i principali trasformatori di nocciole al mondo. Una nocciola su tre di quelle globalmente vendute ogni anno è acquistata da Ferrero ed entra nei processi produttivi dell’azienda come uno degli ingredienti base, accanto al cacao, al latte, allo zucchero. L’intera produzione italiana di nocciole probabilmente non basterebbe a soddisfare il fabbisogno industriale di Ferrero.
Vigilanza Antitrust
Secondo motivo, se un gigante del settore alimentare come la Ferrero di Alba acquistasse l’intera produzione made in Italy di nocciole o di qualsiasi altra materia prima provocherebbe la reazione dell’Antitrust perché si tratterebbe di una pratica industriale e commerciale non sostenibile.
Ricadute in Italia
In terza battuta, avere un gigante come Ferrero che non diversifica i mercati di acquisizione delle nocciole acquistando la stragrande maggioranza della produzione italiana metterebbe in difficoltà la filiera del cioccolato e gli altri produttori che avrebbero serie difficoltà a recuperare materia prima coltivata in Italia.
Ferrero Hazelnut Company, il ramo del Gruppo che si occupa della coltivazione e della raccolta di nocciole, ha sottoscritto il progetto “Nocciola Italia” a sostegno della filiera italiana della nocciola che prevede, tra le altre cose, l'impegno al riacquisto della materia prima su lungo periodo, e il sostegno alle filiere agricole grazie a tracciabilità e sostenibilità delle produzioni. Sette finora le regioni italiane coinvolte, dal Piemonte alla Puglia, con circa ventidue aziende agricole coinvolte.
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