ServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùEsperienze in montagna

Nutrirsi, rilassarsi e rigenerarsi tra i boschi e le acque dei monti

Dal Trentino Alto Adige al Friuli Venezia Giulia dall’Abruzzo alla Calabria si possono sperimentare pratiche legate ad un turismo slow come la raccolta delle erbe spontanee, i bagni nelle foreste e l’immersione in acque fredde

di Lucilla Incorvati

Abruzzo. Una vista della Riserva Naturale della Valle Dell'Orfento nel Parco della Majella vicino Caramanico dove da alcuni anni sono organizzate sessioni di forest bath

4' di lettura

Nell’energica natura estiva delle malghe è impossibile non individuarle. Dal rosso al viola scuro fino ai primi di settembre le corniole colorano i boschi dolomitici. «Le bacche selvatiche di Cornus Mas una volta raccolte le conservo nel vin brulè. Hanno un sapore acidulo con note aromatiche di giuggiole, ottime come dessert»: Eleonora “Noris” Cunaccia, la signora della montagna, tra le più grandi esperte al mondo di foraging ha appena deposto a terra il suo inseparabile cesto con il quale ogni giorno da marzo al tardo autunno esplora la Val Rendena.

Le mani operose di Noris Cunaccia, tra le più grandi esperte di foraging a livello mondiale

La raccolta di erbe spontanee

Le erbe spontanee sono la sua vita: da decenni con grande passione tramanda quello che, per sopravvivenza, per alimentarsi e per curarsi, facevano la madre, la nonna, la bisnonna. La raccolta delle erbe alimurgiche è un sapere antichissimo (Cultura alimentare alpina) che, grazie anche al lavoro di Noris, è candidata a patrimonio immateriale Unesco. Spostandosi di malga in malga, tra pendii e ruscelli, lungo il sottobosco e fino ai margini dei ghiacciai non c’è angolo del Parco Adamello Brenta che Noris non abbia perlustrato per raccoglie erbe, radici e bacche seguendo stagioni e cicli della natura. Avere la possibilità di seguirla per qualche ora (ndr www.campigliodolomiti.it) significa intercettare questa sua personale chiave di accesso all’immensa enciclopedia della natura con la quale oggi interpreta la vita del bosco. «Un forager dev’essere in sinergia con l’ambiente dove si muove, innanzitutto rispettandolo - racconta ancora -. Le piante più belle si devono lasciare così si riproducono, facendo attenzione anche agli antagonisti. Vicino all’erba buona, infatti, c’è sempre quella cattiva che le assomiglia. E questo ci insegna molto su come sono le dinamiche della vita». Da diversi anni l’Amministrazione Separata dei beni frazionali di uso civico, l’ente che amministra le proprietà collettive a Spiazzo nel cuore del Parco Naturale Adamello Brenta, le ha affidato la gestione della baita del lago Nambino a 1800 metri di altitudine per trasformarla in un centro di ricerca internazionale sulle erbe selvatiche. Qui Noris studia e ricerca per poi condividere il suo sapere con gastronomi, naturalisti, agricoltori, botanici e con tutti coloro che hanno la fortuna di incontrarla.

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Un angolo del Parco del Respiro

In vetta dove ci sono gli alberi resistenti

A finire nel piatto, seguendo ricette stagionali, da fine marzo ci sono il tarassaco, la silene, il crescione si prosegue in estate a quote più alte con il radicchio dell’orso e l’aglio della regina e poi a 2500 metri c’è il pino mugo, pianta miracolosa .«Non ha la maestosità dell’abete rosso, del cirmolo e del larice- racconta Nicola Cozzio, accompagnatore di media montagna, nel suo libro “Tredici Alberi” -, ma da secoli gli abitanti delle Alpi conoscono le sue incredibili proprietà alimentari e salutari». Si scoprono nuovi gusti partecipando ad una delle iniziative legate alla scoperta del ricco patrimonio di erbe selvatiche e piante medicinali anche a Lana, non lontano da Merano in Alto Adige, un territorio in cui la flora mediterranea si unisce con quella alpina, grazie al clima favorevole creato dalla barriera naturale del Gruppo di Tessa. Qui fino all’inizio dell’autunno si può partecipare una serie di appuntamenti che hanno come protagoniste la podagraria, l’anchillea, la primula odorosa, la salvia selvatica, il ghiersch e l’imperatoria e le altre piante che finiscono nel piatto. Per scoprire quanto sono resistenti le piante officinali in alta quota si deve andare a La Thuile dove in prossimità del confine italo-francese, sul Colle del Piccolo San Bernardo, a 2170 metri di altitudine – in territorio francese ma di proprietà italiana – si trova Chanousia, il giardino botanico fondato nel 1897 dall’abate Pierre Chanoux, sacerdote con la passione per l’alpinismo, che si impegnò a creare questo luogo dove poter coltivare alcune delle specie di piante alpine più belle e più a rischio di estinzione.

I Laghi di Fusine non lontano da Tarvisio considerati fra i più begli esempi di lago alpino

Forest bath

Il benessere dalle piante può arrivarci anche semplicemente stando in mezzo ai boschi, camminando a passo lento e respirando. È stato scientificamente provato che si hanno cambiamenti fisiologici positivi (riduzione dello stress, del colesterolo e della pressione sanguigna, innalzamento del sistema immunitario) stando tra le piante che rilasciano in abbondanza i monoterpeni, sostanze volatili benefiche. Il bagno nella foresta è una pratica importata dal Giappone (Shinrin-Yoku) i cui benefici non arrivano dall’abbracciare gli alberi quanto dallo stare per un certo lasso di tempo in un bosco che ha alcune caratteristiche (di paesaggio, visive, con elementi specifici e certe specie arboree). Uno di questi è i Parco del Respiro a Fai della Paganella che ha conseguito la Certificazione di Idoneità al benessere forestale da Csi, organismo accreditato da Pefc Italia, un ente promotore della corretta e sostenibile gestione delle foreste. Si fanno esperienze di forest bath, sempre nel nome della sostenibilità, anche in Friuli Venezia Giulia a Tramonti di Sotto sulle Dolomiti Friulane oppure in Carnia nella bella Sauris dove c’è il forest bathing musicale: i Plants Play, ovvero due elettrodi sistemati sulle foglie convertono in note musicali le naturali variazioni elettriche delle piante. E ancora in Piemonte nell’Oasi Zegna, sull’Appennino Tosco Emiliano, a sud in Molise, sulla Sila in Calabra e nel Parco Nazionale d’Abruzzo tra le faggete primordiali Patrimonio Unesco come quelle della Val Cervara a Villavallelonga, nell’antichissima foresta Coppo del Morto tra Pescasseroli e Scanno, ma anche nella bella Riserva Naturali e dellaValle Dell’Orfento.

L'esperienza dell'immersione in acqua secondo il metodo Wim Hof lev.2

Il benessere delle acque

Proprio lungo le sponde di questo e di altri fiumi di montagna nelle giornate estive si può trovare refrigerio oppure mettersi alla prova con il freddo dell’acque.

L’acqua è vita e in montagna lo è ancora di più. Una delle esperienze da fare è nei pressi di Pinzolo “ Il potere del freddo” in compagnia di Alessio Alfei, trainer certificato Metodo Wim Hof lev.2 che guida in un bagno nel fiume spiegando come dominare la risposta del corpo alle basse temperature e come sbloccare un enorme potenziale di benessere psicofisico attivando i meccanismi fisiologici di adattamento al freddo. «Combinando l’immersione per qualche minuto con la respirazione e la meditazione - spiega Alessio Alfei- si ha il controllo sul ritmo cardiaco e la secrezione dell'adrenalina». Più tranquilli e rilassanti sono i bagni in uno dei tanti laghi del Kufsteinerland, la regione del Tirolo famosa per gli splendidi laghi balneabili: dal lago Thiersee al lago Hechtsee, dal lago Stimmersee, incastonato in un suggestivo scenario fino al Bananensee (dalla forma a banana), primo esempio di “lago di balneazione biotopo”. Qui l’acqua è così pulita che è “potabile”: nuotando si può direttamente bere.

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