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Occhio a vincoli e decoro ma ci possono essere benefici

Gli amministratori di condominio condividono la preoccupazione di possibili nuovi contenziosi

di Annarita D'Ambrosio

Vetrate sui balconi, non serve piu' il permesso

2' di lettura

Condividono la preoccupazione di possibili nuovi contenziosi gli amministratori di condominio rispetto al via libera sulle vetrate panoramiche, con alcuni distinguo però. Al momento negli edifici si è alle prese con i problemi legati al termine dei lavori del Superbonus, lavori che in alcuni casi si sono fermati. Poi c’è il caro bollette, e l’acuirsi della morosità. Molti sono i condòmini che hanno già contattato l'amministratore per chiedergli lumi sulla possibilità di installare le vetrate panoramiche sui balconi - apertasi grazie al via libera a un emendamento alla legge di conversione del Dl Aiuti bis - superando orientamenti giurisprudenziali, di merito e di legittimità, non univoci sul punto. In ambito condominiale, la realizzazione di un manufatto amovibile, come una vetrata, è preferibile che sia preannunciata all’amministratore che ne riferirà all’assemblea, ma non è subordinata all’acquisizione di un via libera assembleare.

Risparmio energetico del 30%

Guarda perciò all’aspetto pratico Alfredo Sozzi, amministratore di un grosso studio a Milano: «Le vetrate scorrevoli, totalmente trasparenti e rimovibili sono in grado di ridurre la dispersione termica e prevedono un risparmio quantificato del 30 per cento. Fondamentale che il profilo estetico riduca al minimo l’impatto visivo, l’ingombro e non modifichi l’estetica dello stabile, ma la sburocratizzazione va vista come un piccolo contributo al risparmio energetico e quindi positivamente».

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Immobili vincolati

Sugli immobili vincolati a norma del Dlgs 42/2004 (per i beni culturali e paesaggistici), le vetrate resteranno comunque sottoposte a specifiche autorizzazioni. Agli amministratori toccherà spiegare quando saranno necessari i via libera e quando no, spiega l'amministratrice di condominio napoletana Sabrina Apuzzo: «L'emendamento non affronta i vincoli ambientali e paesaggistici che in alcuni territori, come in Campania, devono rispettare i cittadini in materia urbanistica, non per tutti gli interventi, intendo. Purtroppo, molti cittadini confondono le Vepa, le vetrate panoramiche amovibili, con la veranda che -comportando in un aumento di volumetria, molte volte notevole - richiede il permesso di costruire. Ci toccherà fornire chiarimenti ai condòmini su questi aspetti».

Occhio ai vincoli e al rispetto delle norme è l’invito che arriva anche da Rosario Calabrese, amministratore romano: «Il condomino ha sempre la facoltà di modificare il bene comune, nel rispetto di quanto sancito dall’articolo 1102 del Codice civile, il quale stabilisce, come condizione, che non sia danneggiata l’estetica, la statica e l’intervento non impedisca agli altri condòmini di fare parimenti uso del bene comune. Pertanto la realizzazione della vetrata non trova ostacoli in questo senso».

Calabrese fa poi una puntualizzazione interessante: «Un caso particolare è quello in cui il condomino voglia installare la Vepa nell’ambito di lavori che si stanno già eseguendo in condominio e intenda utilizzare i ponteggi installati dalla ditta appaltatrice. In questo caso, egli dovrà prendere accordi con quest’ultima, titolare dei ponteggi, per definire un eventuale contributo spese, ma soprattutto dovrà essere adeguato il Duvri, Documento unico di valutazione dei rischi interferenti, stante l'inevitabile interferenza che si verrà a generare in cantiere; di conseguenza dovrà essere coinvolto anche il direttore dei lavori, nominato dal condominio».

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