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Offende tutti gli stati Ue chi strappa la bandiera europea

Il reato di vilipendio ad un emblema di uno stato estero, c’è nei confronti di tutti i paesi membri i cui simboli sono costituzionalmente garantiti. La tutela non è in contrasto con la libertà di pensiero

di Patrizia Maciocchi

(artjazz - stock.adobe.com)

2' di lettura

Chi strappa la bandiera dell’Unione europea offende e disprezza tutti gli Stati esteri che fanno parte della Ue. La Cassazione conferma quindi la condanna per il reato di vilipendio all’emblema di uno stato estero a carico del ricorrente, che aveva prima tentato di bruciare il vessillo poi, preso atto che la stoffa era ignifuga, l’aveva strappato. Per lui non c’è alcuna possibilità di invocare la libertà di espressione e pensiero, perché il prestigio di uno stato, dei suoi emblemi e delle sue istituzioni, rientra tra i beni costituzionalmente garantiti. Non c’erano dubbi sul dolo e sull’intenzione di distruggere la bandiera, con lo sfondo blu del cielo e le stelle che formano un cerchio in segno di unione: sempre dodici, come simbolo della perfezione e della pienezza e per ricordare anche gli apostoli, i figli di Giacobbe, le fatiche di Ercole e i mesi dell’anno. Un’azione commessa in due tempi, nella pubblica via, in modo che potessero assistere più persone, dopo aver pronunciato la frase «anche Biella brucia la bandiera». Il filmato poi era stato poi estratto da Facebook.

Reato anche le sole parole di disprezzo

La Cassazione ricorda che la bandiera nazionale è tutelata dal Codice penale (articolo 292), non come oggetto in sè ma per il suo valore simbolico, leso anche solo con le parole di disprezzo, che fanno scattare il reato a prescindere dal fatto che lo stendardo sia “presente” o meno. Nel caso esaminato «la bandiera danneggiata rappresenta contemporaneamente l’Organizzazione internazionale e tutti gli Stati membri - scrivono i giudici - sicché il fatto posto in essere costituisce certamente un’espressione pubblica di disprezzo verso tutti gli Stati esteri che sono stati ammessi a far parte dell’Unione europea, che risultano così offesi dal reato».

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