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Officina Stellare, nel portafoglio satelliti per 11 milioni

Un piano per replicare il modello Brembo nella space economy

di Matteo Meneghello

2' di lettura

Con forniture di oltre 300 telescopi in lotto unico per intere costellazioni di satelliti, Officina stellare - matricola Aim con una raccolta di 5,2 milioni a valle della quotazione - si prepara un futuro sicuramente stellare, ma sempre meno da officina. L’azienda di Sarcedo (Vi), punta a un grande balzo per diventare da laboratorio artigianale del made in Italy a vero hub di fornitura internazionale per il mondo dello spazio. «Una Brembo della new space economy» spiega il ceo e cofondatore Giovanni Dal Lago, che annuncia un portafoglio ordini di circa 11 milioni, già coperto fino al 2020.

L’ambizione è diventare la prima «space factory» italiana. «Una realtà - spiega Dal Lago - in grado di realizzare prodotti per applicazioni spaziali a livello industriale. Siamo già in grado di produrre in serie, ma ora serve un cambio di paradigma, facendo in modo che, in termini di costi e di tempistica, si possa essere in grado di soddisfare in maniera strutturata le richieste del mercato. Dobbiamo andare oltre i nostri limiti attuali».

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Il settore è in forte espansione, soprattutto nel segmento della new space economy, vale a dire la produzione di telescopi nel mondo dell’aerospazio, nonostante il piano industriale triennale di Officina stellare preveda una crescita in tutte i presidi dell’azienda (che comprende anche difesa e ricerca scientifica).

«Il 50% del fatturato riguarda già l’aerospazio - spiega Dal Lago - e per il futuro questa quota dovrebbe leggermente aumentare». Si tratta di sfruttare la crescente standardizzazione del business spaziale. «Non è più l’epoca dello sbarco sulla luna - spiega il ceo -. Non esistono più missioni no budget, ma tanti progetti, magari di dimensione ridotta, che richiedono specializzazione e focalizzazione. Noi abbiamo le competenze e, a differenza di molti nostri competitor, possiamo sfruttare la leva competitiva rappresentata dal fatto di essere smart nei tempi e nei costi». Grazie alle risorse raccolte con la quotazione l’azienda intende «aumentare - spiega Dal Lago - produttività e qualità. Ci servono macchine nuove e risorse umane specializzate». Per quanto riguarda le competenze di prodotto, l’azienda non è alla ricerca di particolari occasioni nel mercato dell’m&a.

Officina stellare prevede di chiudere il 2019 con un valore della produzione di 8,120 milioni e un ebitda di 2,936 milioni, più che raddoppiato rispetto agli 1,115 milioni dell'ultimo esercizio. Nei piani cè anche il raddoppio dell’organico attuale.

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