Click day in overbooking, alle 19 arrivate oltre 240mila domande
Quote per il lavoro stagionale attese principalmente nelle aziende agricole, oltre che nel settore turistico alberghiero
di Nicola Barone
I punti chiave
2' di lettura
Il click day del decreto flussi è andato in overbooking ad appena un’ora dalla sua apertura. Secondo quanto riferito dal sito del Viminale, infatti, alle 10 le domande arrivate sono state 238.335, quasi il triplo del numero di quote previste dal decreto, cioè 82.705. Le domande sono state tutte caricate sulla piattaforma telematica. E alle 19 si è arrivati a superare oltre 240mila domande.
In agricoltura numeri ancora bassi
Il numero, superiore di circa 13.000 unità rispetto alle 69.700 del 2022, è quello previsto dal nuovo Dpcm (Decreto del presidente del Consiglio dei ministri) di programmazione transitoria dei flussi. Dei nuovi ingressi, oltre la metà (44.000, contro i 42.000 dello scorso anno) rappresentano le quote per il lavoro stagionale attese principalmente nelle aziende agricole, oltre che nel settore turistico alberghiero. Un numero, tuttavia, ancora basso secondo le maggiori organizzazioni agricole, secondo le quali nelle campagne servirebbero centomila addetti. «In Italia un prodotto agricolo su quattro viene raccolto da mani straniere, con 358mila lavoratori provenienti da ben 164 Paesi», rileva la Coldiretti, citando i dati del Dossier statistico immigrazione (Idos).
Territori con maggiore richiesta
Non esiste però, attualmente, una suddivisione delle quote di ingresso a livello territoriale. Sulla base delle esperienze degli ultimi anni, la Coldiretti indica che le Regioni in cui si concentreranno le richieste di ingresso sono le stesse nelle quali si concentrano le coltivazioni stagionali che richiedono un grande impegno di manodopera. Fra queste ci sono il Trentino Alto Adige, soprattutto per la raccolta delle mele, il Veneto per la raccolta degli ortaggi e delle fragile, ormai imminente, il Friuli Venezia Giulia per la preparazione delle piantine di vite per i nuovi impianti, e la Campania per la coltivazione del tabacco e del pomodoro destinato alla trasformazione industriale.
Paesi di provenienza, in testa dall’Africa
Anche la Confagricoltura indica una «crescita elevata» della manodopera in agricoltura di origine extracomunitaria, che rappresenta circa il 70% dei lavoratori. Tra i Paesi di provenienza predomina l’Africa, con Marocco, Tunisia, Senegal, Nigeria e Mali. Rilevante anche la quota di manodopera non comunitaria proveniente dell’Est Europa, in particolare da Albania e Macedonia, e poi dall’Asia, con India e Pakistan.
Pressing per ingressi aggiuntivi
Sebbene gli arrivi attesi quest’anno superino quelli del 2022, per le organizzazioni agricole non sono comunque sufficienti rispetto alla domanda. Nelle campagne sarebbero necessari «almeno centomila giovani», rileva il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini. «È una necessità - prosegue - da affrontare con un decreto flussi aggiuntivo, previsto peraltro dalla legge». Centomila è anche la cifra indicata dalla Confagricoltura, che da tempo ha chiesto una revisione del decreto flussi e secondo la quale, «malgrado l’aumento, rispetto allo scorso anno, delle quote del decreto flussi, nelle aziende agricole mancheranno ancora lavoratori sufficienti per le operazioni tardo primaverili ed estive». Per il presidente Massimiliano Giansanti «occorre almeno il triplo di manodopera disponibile e adeguatamente qualificata», considerando che si prevede un numero di domande superiore rispetto all’offerta.
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