la scala del rating

Oggi Moody’s giudica l’Italia che è appena due gradini sopra la soglia “junk”

di Vito Lops

(AFP)

2' di lettura

È il giorno di Moody’s. L’agenzia statunitense (insieme a S&Poor’s e Fitch una delle “tre sorelle” che da sole controllano oltre il 90% del mercato dei rating) si pronuncia, a mercati chiusi, sul rating di Italia e Francia. Un giudizio di peso considerato che si tratta di Paesi sotto la lente degli investitori in questi giorni per il rischio politico.

A dicembre, dopo la caduta del governo Renzi, l'agenzia ha tagliato a “negativo” da “stabile” l'outlook sul rating italiano “Baa2”. Al momento il mercato non si aspetta un downgrade ma è chiaro che il giudizio è molto atteso dato che la soglia in cui attualmente Moody’s colloca l’Italia, “Baa2”, è appena due gradini sopra la soglia d’allarme dove sono confinati i titoli “speculative” o “junk”.

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L'incombere del verdetto di Moody's negli ultimi giorni ha contribuito a mettere sotto pressione il mercato obbligazionario italiano, anche se va detto che generalmente le agenzie si riservano un periodo di 12-18 mesi per “risolvere” l'outlook.

L'Italia, che a metà gennaio ha subito il downgrade di Dbrs, resta al momento all'interno della “categoria protetta” degli “investment grade”. E fino a che si resta su questo livello vuol dire che il debito è considerato complessivamente affidabile. La situazione potrebbe invece peggiorare se le agenzie di rating - ne basterebbe una “delle tre sorelle” o anche Dbrs il cui giudizio viene considerato nella Bce per calcolare la qualità dei titoli che le banche danno in garanzia per le operazioni di rifinanziamento - ponessero l'Italia sotto questa soglia di guardia facendola scivolare nel girone degli investimenti speculativi (”non investment grade speculative”).

A quel punto c'è il rischio che parta un'ondata di vendite automatica generata da quegli investitori, in particolare fondi pensione internazionali, che adottano per policy interna clausole di sicurezza tali per cui non possono detenere in portafoglio titoli sotto la categoria “investment grade”.

Bene, quanto è distante l'Italia dalla soglia d'allarme? Questa tabella evidenzia tutti i gradini di giudizio (i cosiddetti “notch”) in cui le tre sorelle americane catalogano debiti pubblici e privati che finiscono nella loro orbita.

IL GIUDIZIO ATTUALE DELLE AGENZIE DI RATING SULL’ITALIA

IL GIUDIZIO ATTUALE DELLE AGENZIE DI RATING SULL’ITALIA

Ci indica che le “tre sorelle” hanno giudizi diversi sull’Italia. La più critica è al momento S&Poor’s. Cataloga l’Italia nella categoria “BBB-”. Il che vuol dire che basterebbe un downgrade di un “notch” per far scivolare l’Italia nel girone dell’inferno dei rating. Moody’s, come detto, posiziona l’Italia due gradini sopra la categoria “junk”. Mentre la più morbida nel giudizio è al momento Fitch che mantiene sul Paese “BBB+” (ci vorrebbe un downgrade da tre “notch” per spedire l’Italia nella pericolosa sezione “speculative”).

Da monitorare infine il verdetto sulla Francia, atteso anche per oggi. La Francia è in questo momento al centro delle preoccupazioni degli investitori per le possibilità di un'affermazione della candidata di estrema destra Marine Le Pen alle presidenziali. C’è però da dire che Moody's ha un outlook stabile sulla Francia con rating “Aa2”, sei gradini più alto nella scala del rating rispetto all’Italia.

twitter.com/vitolops

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