«Oggi, timidamente, possiamo e dobbiamo provare a dircelo: siamo sartine, ragazzi»
Luca Ricci cura per “IL”, dal numero di maggio, la classica rubrica di lettere di confidenze private e dice: «L'ansia dominante per ora è un evergreen, il senso di inadeguatezza. Per qualche motivo, c'è uno scompenso tra me e chi amo, e non so come riuscire a colmarlo, e nei momenti peggiori lo trovo incolmabile». Una sorta di “sindrome dell'impostore” applicata ai sentimenti
di Serena Uccello
3' di lettura
L'amore o meglio le relazioni, cosa accade a due individui quando si legano? Cosa succede quando “non si fermano al primo bacio”? Luca Ricci a questa esplorazione ha dedicato la sua scrittura (l'ultima sua opera Gli estivi è da poco in libreria per La Nave di Teseo), anzi si può senz'altro dire che tra gli scrittori italiani a Ricci tocca il ruolo di chi deve “scarnificare” la complessa materia dei turbamenti, delle nevrosi, nel compimento dell'interazione amorosa. Esiste forse altro spazio della vita se non questo? C'è forse qualcosa nella nostra esistenza che non sia una storia d'amore? La sua è l'osservazione degli individui che diventa inevitabilmente sguardo sociale. Chi dunque può meglio ascoltare la confidenza delle percezioni inquiete? Dal numero di maggio Ricci cura così per IL la Posta del Cuore, una versione contemporanea della classica rubrica di lettere di confidenze private. Un appuntamento fisso per i lettori che hanno voglia di parlare di amore, sesso, sentimenti. Ed allora chi vuole raccontarsi può farlo scrivendo all'indirizzo mail postadelcuore.IL@ilsole24ore.com. Ogni mese Ricci vi risponderà dalle pagine del magazine del Sole 24 Ore. Ed allora all'indomani dall'uscita del primo appuntamento, chiediamo al confessore di confidarsi.
Dunque, esordisce la “tua” posta del cuore, che impressione ti stai facendo, dalle prime lettere che hai ricevuto, sui sentimenti degli uomini che si confidano?
Esiste una tavola primaria degli elementi per le pene d'amore. Sono sofferenze abbastanza tipologiche, ma questo non ha nessuna importanza: chi soffre pensa di essere l'unico al mondo a soffrire. Gli uomini, poverini, hanno fatto finta di essere più forti dei loro sentimenti, mentre la storia ci dice che alla fine ne sono sempre rimasti sopraffatti. Oggi, timidamente, possiamo e dobbiamo provare a dircelo: siamo sartine, ragazzi.
Nell'introduzione alla tua rubrica scrivi: « “Ogni storia d'amore può essere perfetta, basta fermarla al primo bacio”, mi è capitato di scrivere in un romanzo. Peccato che quasi nessuno sia riuscito a fermarsi in tempo e che la confusione d'amore regni sovrana». Esiste una vulnerabilità sentimentale tutta maschile?
Certo che esiste, la fragilità dell'uomo si esprime proprio in quelle che sono ritenute le sue caratteristiche peculiari e “vincenti”: nell'agonismo esasperato, nel senso del controllo (spesso fuori controllo), nel voler mascherare le emozioni a ogni costo. Ma sarebbe improprio definirci il vero «sesso debole». Bisogna andare oltre il concetto di «sesso forte» e «sesso debole», dobbiamo proprio liberarci da certe categorie che hanno guidato le relazioni fino a oggi. Perché le parole che definiscono le relazioni sentimentali, di riflesso, condizionano anche tutti gli altri ambiti della società.
Cosa ti aspetti di conoscere da quello che sicuramente sarà uno straordinario osservatorio di sentimenti, emozioni, storie...
Sono sicuro che i casi più interessanti saranno proprio quelli che già nella premessa- cioè nella domanda- sapranno liberarsi dai cliché e dai luoghi comuni legati al “genere”. Ho un'ambizione, alla fine vorrei conoscere persone, non uomini, alle prese con le loro sacrosante ubbie, disperazioni, tragedie.
Cosa ti guiderà nella scelta delle lettere da pubblicare?
E' un lavoro a cui mi approccio senza nessuna verità precostituita. Non sceglierò per solleticare le morbosità né per fare la morale. Trovo spesso gratuite esibizioni e, all'opposto, pruderie. In chi mi scrive cercherò un solo tratto, ben sapendo che potrà rivelarsi una missione suicida, la sincerità. Volo più basso: la buona fede.
Ci sono, da quello che stai leggendo, delle “angustie” ricorrenti? Delle ansie dominanti?
Innanzitutto un dato, la redazione mi sta sommergendo di “letterine”. Forse l'invio telematico, facilitando l'operazione, ha convinto anche gli indecisi, quelli che non avrebbero mai preso la penna in mano o comprato un francobollo. L'ansia dominante per ora è un evergreen, il senso di inadeguatezza. Per qualche motivo, c'è uno scompenso tra me e chi amo, e non so come riuscirlo a colmare, e nei momenti peggiori lo trovo incolmabile. Se vuoi è la “sindrome dell'impostore” applicata ai sentimenti, non ci riteniamo mai pienamente all'altezza di chi amiamo (e ci stupiamo che ci ami). Più che mancanza d'amore, c'è mancanza d'amor proprio.
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