Old master, in vendita l'ultimo ritratto di Piero Pollaiolo
Prosegue il trend d’asta molto positivo per il comparto dei vecchi maestri, il 25 marzo Sotheby's propone l’opera da una stima tra 4-6 milioni di sterline. La parola all’esperto
di Gabriele Biglia
6' di lettura
L'arte antica sembra godere di un rinnovato interesse, sia da parte dei collezionisti tradizionali, che da una nuova generazione di acquirenti che da pochi anni si è affacciata su questo affascinante segmento di mercato. Collezionisti, galleristi ed istituzioni museali si sono fatti avanti un po’ da tutti i paesi per contendersi il meglio di quanto veniva offerto nei cataloghi delle ultime aste internazionali. A Colonia la casa d'aste Lempertz , lo scorso dicembre, ha aggiudicato l'ultimo raro notturno di Georges de La Tour in mano privata, «La fillette au brasero», per 4.340.000 euro, dai 3-4 milioni di stima ipotizzati. L'opera, proveniente dalla collezione dell'imprenditore Hinrich Bischoff, è diventata il più costoso dipinto antico battuto in Germania. L'incanto con i suoi 23 lotti offerti (due invenduti) ha fatturato 9,6 milioni (stime pre-asta: 4,703 e 6,367 milioni di euro). Pochi giorni dopo, a Londra, un «Salvator Mundi» attribuito alla mano di Domenico Ghirlandaio (probabilmente opera giovanile di Pietro Perugino) è stato battuto da Christie's per 2.182.500 sterline, polverizzando la valutazione di 300.000 - 500.000. L'asta ha registrato un venduto del 97% in valore e dell’86% per lotto per un totale di 22.916.750 sterline, con offerte arrivate da 20 paesi. Un anno chiuso bene, si è aperto sotto i migliori auspici.
Il nuovo anno e il mercato dei capolavori
Anche le vendite di a gennaio sono andate bene. La Master Week newyorkese di Sotheby's ha ottenuto importanti risultati di vendita con diverse aggiudicazione al di sopra delle stime e con alcuni rilevanti record come quello ottenuto dalla straordinaria coppia di dipinti di Dosso Dossi, dal «Ritratto di giovane» di Sandro Botticelli, dal marmo di Pietro e Gian Lorenzo Bernini.
Il mercato della pittura e della scultura antica sembra sempre più appannaggio dei grandi investitori e focalizzato sui grandi capolavori. «L'affacciarsi di nuovi mercati ha portato all'esasperazione dei prezzi di aggiudicazione» spiega Antonio Gensino, esperto di Dipinti Antichi della casa d'aste Wannenes. «Le grandi case d'asta internazionali stanno intercettando anche quella domanda che proviene dai nuovi mercati, rivolta alle opere firmate dai grandi nomi dell'arte antica, trascurando la galassia di pittori cosiddetti “minori”. A differenza di quanto accade nel nostro paese, dove persiste un zoccolo duro di collezionismo colto e di ricerca, attento a tutto ciò che è stato prodotto nel passato e anche ai quei maestri meno noti che hanno lasciato opere di grande qualità. L'aspetto incoraggiante, nonostante le persistenti difficoltà in merito all'esportazione di arte antica, è che sta visibilmente crescendo la domanda proveniente dall'estero: circa il 54% delle offerte nelle nostre ultime aste proveniva da collezionisti stranieri» conclude Gensino.
La visione internazionale
Il mercato dell'arte ha dimostrato di essere incredibilmente resistente e la richiesta di qualità non accenna a diminuire, conferma Christopher Apostle, capo dipartimento di Old Master Paintings di Sotheby's a New York. «Quello della pittura antica è sempre stato un mercato attivo e costante e le nostre vendite di gennaio a New York sono sempre state uno dei momenti salienti dell'anno in questa categoria. La Masters Week di gennaio includeva sette vendite combinate che hanno offerto disegni, dipinti, sculture antiche e contemporanee per un valore complessivo di 160,5 milioni di dollari, con quasi due terzi dei lotti venduti che hanno superato le loro stime più elevate. Da solo l'incanto Old Master Paintings & Sculpture Part I ha fatturato 114,5 milioni di dollari (stima pre-asta: 100-110,2 milioni), sostenuto dal prezzo di aggiudicazione ottenuto dal Botticelli aggiudicato per 92,2 milioni. Dal 2018 le nostre Master Week hanno sempre fatturato oltre 80 milioni di dollari ogni anno» conclude.
Il Ritratto di giovane di Piero del Pollaiolo
Dopo la sensazionale aggiudicazione del “Ritratto di giovane con medaglione” di Sandro Botticelli, acquistato da un ignoto collezionista russo, Sotheby's torna a puntare sul Rinascimento proponendo il prossimo 25 marzo un altro raro ritratto di giovane, questa volta attribuito al pennello di Piero Pollaiolo. Ritenuto l'unico ritratto conosciuto dell'artista ancora in mani private, il dipinto andrà in asta a Londra con una stima tra 4-6 milioni di sterline e farà da contrappunto ad un altrettanto raro Autoritratto di Edvard Munch nella cross-category sale “Modern Renaissance”. In passato il ritratto di Pollaiolo ha fatto parte della collezione di Thomas Ralph Merton (1888-1969), il primo scienziato ad essere assunto dai servizi segreti britannici.
Il destino dei due ritratti, quelli di Sandro Botticelli e di Piero Pollaiolo, in un certo momento si sono incrociati: dobbiamo infatti immaginaceli uno accanto all'altro, appesi alla parete dello studio dell'illustre fisico inglese la cui collezione comprendeva opere di Hans Holbein, Lucas Cranach, Bartolomeo Montagna e altri maestri italiani, tedeschi e fiamminghi, per lo più tutti operanti nel periodo 1450-1520, sino alla dispersione avvenuta negli anni '80. A quanto pare, Sotheby's avrebbe persino venduto le opere insieme questo gennaio, se l'ultimo proprietario del Botticelli, Sheldon Solow, non avesse insistito affinché nessun altro ritratto del Rinascimento fiorentino fosse offerto alla stessa asta.
Sono relativamente pochi gli esemplari arrivati ai nostri giorni. Secondo alcuni studiosi i fratelli Pollaiolo (Piero e Antonio) potrebbero aver lavorato insieme al ritratto, mentre per la studiosa Alison Wright , che assegnò l'opera a Piero nel suo libro “The Pollaiuolo Brothers”, pubblicato nel 2005, dopo aver recentemente visionato l'opera ha mantenuto pienamente la sua opinione in merito alla paternità a Piero.
La parola all’esperto
Come potremmo descrivere il profilo del collezionista di pittura antica? «Nella mia esperienza, - spiega Christopher Apostle - da quello che ho visto durante i miei 30 anni di carriera da Sotheby's, molti collezionisti di Old Masters tendono ad essere piuttosto seri nel loro approccio; studiano il campo, visitano mostre e fanno molte domande sulle opere che vogliono aggiungere alla loro collezione. Durante le vendite di gennaio, la concorrenza è stata guidata da collezionisti affermati, ma anche da nuovi, poiché il 30% degli offerenti nelle vendite faceva offerte per la prima volta da Sotheby's e il 40% degli acquirenti era completamente nuovo al Dipartimento di Old Masters. Oltre a capolavori di estremo valore, abbiamo offerto opere di artisti meno conosciuti di qualità eccezionale a fasce di prezzo più accessibili per coloro che stanno appena iniziando a collezionare arte antica». La percezione però è quella di un mercato selettivo, rivolto ai prevalentemente ai capolavori, con nuovi collezionisti che si stanno affacciando con la mentalità dell'acquirente di arte contemporanea. «In tutta la mia carriera - continua Apostle - è sempre stata prestata molta attenzione ai capolavori: se puoi permetterti il meglio, è naturale che tu lo voglia per la tua collezione. I “pittori minori”, tuttavia, hanno ancora un pubblico robusto, e negli periodo degli Old master anche questi pittori e scultori meno conosciuti spesso producono opere di qualità superba che spesso attirano acquirenti e offerenti per la prima volta».
Da quali paesi provengono in questo momento le principali offerte per gli Old Masters? «La nostra categoria è veramente globale, come abbiamo visto nelle nostre vendite di gennaio, con partecipanti in 73 paesi, tra cui Nord e Sud America, Europa, Medio Oriente e in tutta l'Asia (inclusi Taiwan, Cina continentale, Singapore e Hong Kong ). Oltre ai collezionisti privati, la Master Week ha visto una spiccata attività istituzionale in tutto il mondo, con offerte da non meno di 12 musei, alcuni dei quali hanno effettuato notevoli acquisizioni, tra cui il British Museum di Londra il “Paesaggio italiano” a carboncino e acquerello su carta di Paul Brill, raffigurante un città in cima alla collina con pastori in primo piano, e il Rijksmuseum di Amsterdam che ha acquistato lo studio su carta di Ciro Ferri per una Carta Gloria. Le restrizioni ai viaggi e agli spostamenti hanno reso molto complicato per i collezionisti visionare direttamente le opere per accertarne lo stato di conservazione».
La tecnologia vi ha aiutato in qualche modo a colmare questa lacuna? «Spinti dalla necessità, dall'interesse e dalla fiducia dei nostri clienti nella tecnologia sono fortunatamente cambiati radicalmente. Ad esempio, molte opere sono state acquistate o hanno ricevuto un'offerta da collezionisti che non le hanno visionate di persona prima della vendita a causa delle restrizioni di viaggio. I collezionisti hanno preso le loro decisioni dopo aver parlato con il nostro team e aver interagito con i nostri sistemi digitali come la funzione di Augmented Reality presente nella nostra app e la virtual gallery sul nostro sito web. L'aspetto positivo è che le nostre relazioni con i clienti consolidati sono diventate più profonde poiché siamo stati in grado di offrire videochiamate davanti alle opere per evidenziare i dettagli e mostrarle condizioni di conservazione».
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