Ice Rink

Olimpiadi 2026, lievitano i costi del palazzetto del ghiaccio di Pinè

La cordata guidata da Fincantieri con Trentino Progetti e Maffeis Engineering ha depositato un progetto a firma di Carlo Ratti: l’investimento in project financing è di 180 milioni a fronte dei 40 previsti

di Ubaldo Cordellini

 Il progetto prevede soluzioni all’avanguardia per ridurre consumi energetici ed emissioni come un nuovo impianto per la formazione e il mantenimento del ghiaccio

3' di lettura

Cattedrale nel deserto (o meglio tra i monti, a quota 1.030 metri sul mare) dai costi elevatissimi oppure motore di sviluppo per tutto il Trentino? È questo il dilemma in cui si dibattono la politica e l’economia trentine parlando dell’Ice Rink di Baselga di Pinè, l’impianto che dovrebbe essere costruito per ospitare 16 gare di pattinaggio velocità delle Olimpiadi di Milano-Cortina 2026 (ma non le gare di short track, disciplina che al beniamino di casa Pietro Sighel ha appena portato due medaglie a Pechino). A metà gennaio una cordata guidata da Fincantieri con Trentino Progetti e Maffeis Engineering ha depositato alla Provincia autonoma di Trento una proposta progettuale firmata dall’architetto di fama internazionale Carlo Ratti.
Si tratta di un progetto che, secondo i primi calcoli della Provincia di Trento, prevede un costo di realizzazione vicino ai 108 milioni di euro per arrivare a un investimento complessivo in project financing di circa 180 milioni di euro tenendo conto anche del canone di disponibilità della struttura per 22 anni. Infatti, già si prevede che l’impianto, una volta terminate le Olimpiadi, dovrebbe andare in rosso.
Un vero salasso, soprattutto se si tiene conto del fatto che la previsione di spesa iniziale si fermava a 40 milioni di euro e si considerano i tanti appelli, anche del Cio, per l’organizzazione di Olimpiadi sostenibili e a basso impatto, capaci di mettere in rete e di valorizzare le strutture già esistenti. Il mega progetto prevede la realizzazione di 5mila posti coperti, con una copertura della pista da 400 metri già esistente, in parte a verde e rimovibile in modo tale da permettere un pieno sfruttamento della struttura anche dopo le Olimpiadi. Sono state studiate soluzioni all’avanguardia per ridurre al minimo i consumi energetici e le emissioni tra cui un nuovo impianto per la formazione e il mantenimento del ghiaccio molto meno impattante rispetto all’attuale. Il progettista Ratti ha parlato di una scommessa sul territorio e sullo stupendo paesaggio dell’Altopiano di Pinè, che godrebbe della straordinaria ribalta delle Olimpiadi e poi potrebbe contare su un impianto che è anche un’opera architettonica di pregio.
Il progetto è stato illustrato agli amministratori locali nelle scorse settimane ed è ora sottoposto al vaglio da parte del Nucleo analisi e valutazione degli investimenti pubblici. Il verdetto dovrebbe arrivare entro il mese di marzo. Il sindaco di Baselga di Pinè Alessandro Santuari, ex atleta proprio di pattinaggio, fa il tifo per il progetto della cordata guidata da Fincantieri e invita a valutare bene tutte le ricadute positive per il territorio, non solo per l’Altopiano, ma anche per tutto il resto del Trentino: «Il progetto è davvero molto interessante: si tratta infatti di una proposta che dimostra la grande sensibilità dell’architetto nell’inserire la struttura all’interno di un contesto ambientale e paesaggistico sostenibile. C’è la previsione di una copertura verde che armonizza l’impianto con la natura circostante e ripara i segni lasciati dall’attuale opera», ha spiegato Santuari.
Dal canto loro gli ambientalisti sono molto preoccupati: “L'Ice Rink di Baselga di Pinè rischia di essere una dolorosa chicca. Il Coni voleva trasferire le gare all'Arena di Milano, anche per risparmiare. Ora è stato depositato da Fincantieri presso il comune di Baselga di Pinè e la Provincia Autonoma di Trento un progetto di finanza dell'Ice Rink da180 milioni. I costi di gestione dell'abnorme opera in un paesino bello ma sperduto nelle Alpi sarebbero enormi e, pare, a carico della Provincia di Trento’’, ha sparato a zero il presidente di Altrestrade Luigi Casanova.
Nel timore di un giudizio negativo e di uno scippo da parte di Milano che potrebbe realizzare un proprio impianto per ospitare direttamente le gare di pattinaggio velocità, Comune e Provincia hanno pronto un piano “B”, per un impianto da 40 milioni, come ipotizzato all'inizio, che avrebbe soluzioni meno all'avanguardia e un costo di gestione di un milione e mezzo all'anno. Resta da vedere se anche un sacrificio economico del genere è sostenibile, soprattutto pensando che lo short track, le partite di hockey e il pattinaggio artistico saranno comunque ospitati da Milano.

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