Olimpiadi di Tokyo: rinvio al 2021. L’impatto economico sarà pesante. A rischio 18 Federazioni
I diritti tv per le Olimpiadi giapponesi, pari a 4,5 miliardi di dollari, rappresentano il 73% delle entrate del Cio e sono indispensabili per finanziare gli sport con minor seguito.
di Marco Bellinazzo
3' di lettura
Il premier giapponese Shinzo Abe ha deciso: i Giochi di Tokyo non inizieranno il 24 luglio 2020 ma si terranno nel 2021. All’inizio gli scenari alternativi erano: rinvio di 1 mese; slittamento in autunno; edizione rimandata al 2021. Ed è questa soluzione che è prevalsa alla fine. In ballo c’era, ta le altre cose, la regolarità sportiva della manifestazione (per garantire a tutti gli atleti le stesse condizioni di allenamento e alla Wada la possibilità di effetture adeguati controlli antidoping). Ma anche la tenuta economica dello sport globale, oltre che quella del paese ospitante.
I danni per il Giappone
Il rinvio di un anno potrebbe costare tra i 5,4 e 5,6 miliardi di euro, secondo la stima di Katsuhiro Miyamoto, professore emerito alla Università Kansai di Osaka ed esperto in economia dello sport. Una cancellazione, invece, comporterebbe una perdita di oltre 38 miliardi di euro che salirebbero a 65,9, secondo uno studio della finanziaria giapponese Nikko Securities. Anche una prima stima del Nikkei parlava di 6 miliardi di dollari, mentre una stima di Goldman Sachs di 500 miliardi di yen (poco meno di 5 miliardi di dollari).
L’assicurazione del Cio
Il Cio può contare in teoria di una assicurazione, voluta nel 2002 dall’ex presidente Jacques Rogge. Un consorzio di compagnie che coinvolge Swiss Re, Munich Re e Lloyds garantisce infatti una copertura di circa 900 milioni di dollari in caso di annullamento dell’Olimpiade o di interruzione durante lo svolgimento. Il Cio ha anche una fondazione che permetterebbe al comitato di operare fino a Parigi 2024. In ogni caso, l’assicurazione non copre lo slittamento dei Giochi.
Le Federazioni internazionali
Il vero problema come ha spiegato Thierry Sprunger, direttore finanziario del Cio dal 1994 al 2011, riguarda le federazioni internazionali. «Ci sono tra le 10 e le 18 federazioni che potrebbero fallire - ha spiegato qualche giorno fa - . Su 28 federazioni internazionali soltanto una decina sono indipendenti finanziariamente: calcio, tennis, basket, volley e poche altre. Per tutte le altre la maggior parte dei proventi arrivano dai Giochi Olimpici. In più, se dovesse saltare Tokyo, il Cio non potrà finanziare la diffusione dello sport in almeno 120 Paesi in via di sviluppo che dipendono dai suoi contributi».
Sponsor e tv
I diritti tv per le Olimpiadi giapponesi – pari a 4,5 miliardi di dollari, un record - rappresentano il 73% delle entrate del Cio e sono uno dei nodi più delicati da sciogliere. Discovery ha pagato 1,3 miliardi per i diritti in Europa ma ha detto in un recente incontro con gli analisti di «essere assicurata» contro la possibile cancellazione. Nbc – controllata da Comcast – ha speso 1,1 miliardo per gli Usa. Inoltre i ricavi delle sponsorizzazioni nazionali e la vendita dei biglietti hanno aumentato le entrate di 30 miliardi di yen, secondo la quarta e ultima versione del bilancio olimpico. È chiaro che qualunque decisione sul rinvio dovrà soddisfare pienamente tv e sponsor.
Lo slittamento di 1 anno
Lo slittamento di 1 anno è dunque diventato realtà anche perché la Federazione dell’atletica internazionale e il nuoto sono disposti a posticipare all’autunno 2021 i propri Mondiali, mentre nell’autunno 2020 sarebbero assenti i campioni del basket Usa, impegnati nell’Nba da ottobre, quelli del calcio e del tennis, tra Roland Garros (finirà il 4 ottobre) e il Master 1000 di Shanghai (inizierà l’11).
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