Agroindustria

Olio d’oliva, i consumi mondiali crescono più della produzione per il terzo anno di seguito

Secondo il Consiglio oleicolo internazionale la produzione si attesterà intorno alle 3,215 milioni di tonnellate

di Giorgio dell'Orefice

(AdobeStock)

2' di lettura

Tra tanti settori in difficoltà ce ne è almeno uno che sta registrando un trend inaspettatamente positivo. Si tratta dell’olio d’oliva che per ben tre campagne di seguito, circostanza mai accaduta in passato, ha registrato un trend di consumi mondiali che è stato superiore al volume di produzione.

A certificarlo il Consiglio oleicolo internazionale che nel proprio bollettino ha reso noto come, complice anche la pandemia che ha costretto tanti consumatori a lungo tra le mura domestiche ha favorito i consumi di olio d’oliva.
«Nelle ultime tre annate agrarie, 2019/20, 2020/21 e 2021/22 – hanno scritto al Coi – il consumo di olio d’oliva è cresciuto più della produzione e, nella campagna in corso (dati non definitivi), si attesterà intorno alle 3,215 milioni di tonnellate. È la prima volta che cio' accade per tre anni consecutivi, ed è successo a cavallo dei due anni della pandemia».

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«L’aumento del consumo è un dato molto positivo - ha commentato il direttore esecutivo del Consiglio oleicolo internazionale, Abdellatif Ghedira – e mostra come il consumo rifletta i cambiamenti degli stili di vita dei consumatori. Certo, il Covid-19 ha cambiato i nostri comportamenti, ma i consumatori hanno orientato i loro acquisti verso prodotti di qualità superiore, il che ha anche prodotto un aumento del valore degli scambi su scala globale»

Secondo le previsioni di produzione del segretariato esecutivo del Coi per i paesi membri, la produzione mondiale di olio d’oliva per l’attuale campagna (2021/22) dovrebbe raggiungere i 3,1 milioni di tonnellate (dati non definitivi). In leggero calo rispetto alle due campagne precedenti. Il consumo, anche se altalenante negli ultimi tre anni di raccolto, non ha risentito del leggero calo di produzione nelle stesse tre campagne prese a riferimento.

Si rafforza anche il commercio mondiale. Sul fronte delle importazioni – spiegano al Coi – si registra un leggero aumento nella campagna in corso. Si prevede che queste raggiungano quota 1,21 milioni di tonnellate, ma anche per le esportazioni si registra un segno positivo. Da 1,108 milioni di tonnellate dell’ultima campagna (2020/21) a 1,189 milioni della campagna in corso. Gli Stati Uniti e l’Ue, che rappresentano rispettivamente 34% e 15%, contribuiscono a quasi il 50% delle importazioni mondiali di olio d’oliva, mentre il Brasile (9%), il Giappone e il Canada (entrambi il 5%), la Cina (4%), l’Australia e la Russia (entrambi il 3%) e il Messico (2%), contribuiscono al 20% delle importazioni globali del prodotto.

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