Olio, l’Italia torna seconda nel mondo. Ma la Spagna resta molto lontana
Unaprol registra l’inversione di tendenza dopo un anno in cui l'Italia era stata addirittura scalzata dal podio, superata da Grecia e Tunisia
di Giorgio dell'Orefice
2' di lettura
Con la campagna olearia 2021-22 l'Italia torna al secondo posto tra i principali Paesi produttori mondiali. Non un risultato eclatante (la distanza con il leader Spagna resta siderale) tuttavia è almeno il segno di un'inversione di tendenza dopo un anno in cui l'Italia – complici anche l'epidemia di Xylella in Puglia e soprattutto le difficili condizioni atmosferiche - era stata addirittura scalzata dal podio superata da Grecia e Tunisia.
A sottolineare il positivo risultato Unaprol-Consorzio Olivicolo Italiano sulla base delle stime ufficiali diffuse dal Consiglio Oleicolo Internazionale. Regina indiscussa del settore si conferma la Spagna con quasi 1,3 milioni di tonnellate prodotte, in calo del 6,4% rispetto allo scorso anno. L’Italia, come accennato con 315mila tonnellate (+15% rispetto allo scorso anno) nonostante una campagna inferiore alle attese resta lontana oltre che dalla Spagna anche dal proprio potenziale produttivo massimo.
Nel giro di 30 anni infatti – rileva l'Unaprol – si è passati da 674mila tonnellate di prodotto della campagna 1991-92 alle 315mila del 2021-22, dato che conferma il trend degli ultimi dieci anni che ha visto come punta massima le 475mila tonnellate prodotte nella campagna 2015-2016.
La Grecia, in calo del 18,2%, scende dal secondo al quinto posto sopravanzata anche da Tunisia e Turchia. La Tunisia in particolare ha registrato un considerevole progresso (+71,4%) attestandosi a 240mila tonnellate di prodotto, mentre la Turchia è passata da 210 a 228mila tonnellate (+8,3%)
Tra gli altri Paesi produttori bene il Marocco che, con le sue 200mila tonnellate, ha visto crescere del 25% la propria produzione olivicola, molto bene anche Portogallo (+20%) e Algeria (+39%).
«I dati sulle produzioni mondiali ci fanno riflettere alla luce degli enormi progressi registrati negli ultimi dieci anni da Paesi come Tunisia, Turchia, Portogallo – spiega il presidente di Unaprol, David Granieri –. Abbiamo il dovere di incrementare la nostra produzione per aumentare la quantità di olio 100% italiano di qualità, e in tal senso occorre sfruttare al massimo lo stanziamento di 30 milioni di euro per la nascita di nuovi oliveti o il rinnovo di quelli già esistenti».
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