Università, oltre 20mila posti a bando per soggiorni Erasmus da 2 a 12 mesi
Studio ma anche esperienza di vita. Dalla Germania al Belgio, passando per Spagna, Francia ma anche Lituania e Lettonia
di Davide Madeddu
I punti chiave
4' di lettura
Studio ma anche esperienza di vita. Dalla Germania al Belgio, passando per Spagna, Francia ma anche Lituania e Lettonia. È un panorama ricco di destinazioni quello previsto dai bandi Erasmus+ che le diverse università d’Italia offrono ai propri studenti. Esperienze che, nella maggior parte dei casi, sono finanziate dagli atenei con borse di studio. Esperienze all’estero per approfondire gli studi in discipline che spaziano dalla medicina all’ingegneria continuando con le scienze sociali, l’architettura ma anche scienze biologiche o ambientali. Le opportunità offerte dagli atenei, per periodi che vanno dai 2 mesi sino a un anno sono oltre 20mila.
Le iniziative della Luiss
A sottolineare l’importanza di un’esperienza all’estero è il prorettore all’Internazionalizzazione della Luiss, Raffaele Marchetti. «Favorire la mobilità internazionale dei talenti è da sempre uno dei punti fondamentali della Luiss nell’attività di formazione di professionisti cosmopoliti, capaci di dialogare con interlocutori di tutto il mondo e gestire con consapevolezza la crescente complessità - dice -. La visione del nostro Piano Strategico si orienta oltre confine e, attraverso relazioni e partnership con prestigiose istituzioni accademiche, ha l’obiettivo di creare occasioni di apprendimento e confronto con altri Paesi e differenti culture. La propensione a spostarsi e a studiare in contesti globali, inoltre, ha effetti positivi sulla occupazione: compiere un percorso formativo all’estero, infatti, influenza fortemente la probabilità di trovare un lavoro ad un anno dalla laurea».
Il sostegno economico
La maggior parte delle esperienze si giova di un sostegno economico messo a disposizione dall’ateneo. «Nell’ambito del programma Erasmus, l’ateneo pubblica due bandi annuali per tirocini all’estero. Uno che consente allo studente di individuare autonomamente la sede, l’altro con posti definiti sulla base di accordi - chiariscono dalla Statale di Milano-. I soggiorno variano da 2 a 12 mesi e possono svolgersi anche dopo la laurea. I destinatari sono studenti, dottorandi, specializzandi e laureandi. Gli studenti selezionati ricevono una borsa che varia da 400 a 500 euro, a seconda del paese di destinazione». In questo caso si passa dall'opzione Germania - Bayreuth per materie politologica e filosofica alle biotecnologie vetererinarie nella Swedish University sino a mediazione linguistica con la Pushkin State Russian Language Institute.
L’en plein di Bolzano
All’università di Bolzano non c’è un numero predefinito di mobilità e tutti gli studenti idonei, come sottolineano dall’ateneo, «hanno di fatto la possibilità di partire. Il finanziamento viene garantito dall’università se si esaurisce quello Ue.
Alla Sapienza di Roma
Il più grande ateneo d’Italia ha possibilità di scambio, complessivamente, con atenei di 71 paesi esteri e 665 università partner e 2150 accordi: «Sapienza promuove la mobilità internazionale degli studenti, nel quadro dei programmi che finanziano l’internazionalizzazione e in particolare nell’ambito dei programmi Erasmus + di mobilità, con università europee ed extra-europee - spiegano-. L’ateneo, inoltre, sostiene e finanzia esperienze di doppia laurea e di mobilità su accordi bilaterali, promuove la comunicazione delle nuove opportunità e organizza l'accoglienza di studenti stranieri».
Le altre proposte in giro per l’Italia
Allo Iuav di Venezia possono partecipare al bando Erasmus anche gli studenti di cittadinanza extraUe. «Il servizio si attiva perché partecipino al bando e vengano accettati dalle università europee».
Ricco panorama di destinazioni e posti anche all’università di Firenze dove, accanto alla classica “long mobility” da 2 a 12 mesi), è prevista anche una “short mobility” (da 5 a 30 giorni). «Chi è riuscito ad andare in mobilità ha aumentato le proprie conoscenze, ha visto cosa e come si studia nel resto d’Europa, è diventato un «cittadino europeo - dice la rettrice Alessandra Petrucci -. Quest’anno l’esperienza della mobilità internazionale può giocare un ruolo ancora più importante per superare le conseguenze negative della pandemia sulla formazione delle giovani generazioni. Non solo li può aiutare a condividere una nuova sensibilità sui temi della salvaguardia dell’ambiente e del processo di digitalizzazione, ma anche a promuovere inclusione, partecipazione e pensiero aperto alla conoscenza e alla comprensione degli altri. Si tratta di obiettivi necessari per porre le basi di una convivenza tra i popoli pacifica e fruttuosa».
Alla Bocconi per gli studenti che partecipano al programma Erasmus è prevista la relativa borsa di studio. L'assegnazione del contributo, come rimarcano dall’università, dipende dalla disponibilità dei fondi erogati dall’Agenzia nazionale. E, in ambito di borse di studio, l'università di Udine prevede anche un concorso per un periodo di mobilità in aree extra-Ue 330 borse di studio per Erasmus+.
L’università di Roma “Tor Vergata” ha partecipato al progetto “ErasmusJobs”, finanziato dall'Agenzia Erasmus, per valutare l’impatto e le implicazioni di un percorso di mobilità all’estero sull’accesso al mondo del lavoro. L’indagine ha preso in considerazione studenti italiani, spagnoli, belgi e cechi. «Una volta rientrati dal loro periodo di studio all'estero, gli studenti si dimostrano più indipendenti nelle proprie scelte e più determinati nel raggiungere i propri obiettivi professionali e personali - commenta Gianluca Mattarocci, associato di Economia degli intermediari finanziari -. Il mercato del lavoro internazionale e i recruiter tendono a valorizzare le competenze maturate nel periodo di studio all’estero. L’esperienza di studio e mobilità all’estero, soprattutto nelle multinazionali, a parità di altre condizioni, può rappresentare un valore aggiunto per entrare nel mondo del lavoro e realizzare le proprie aspirazioni professionali».
All’università dell'Insubria, dove gli studenti volati all’estero sono 339, le destinazioni preferite sono Spagna, Francia, Germania, Portogallo e Polonia.
A consigliare «fortemente» un’esperienza all’estero è il professor Luciano Nieddu, dell’Università internazionale, ateneo che prevede 180 posti in mobilità in uscita e 130 accordi con atenei esteri. «A prescindere dall’aspetto accademico - dice - chi va fuori si confronta con una realtà differente. Sono del parere che sia un’esperienza da fare». Dello stesso avviso all’università di Catania dove l'ateneo ha investito sui programmi Erasmus sin dall’inizio. E oggi, forte di 600 accordi interistituzionali e progetti che toccano 36 paesi del mondo, offre un ricco panorama di opportunità con esperienze all’estero, dal Nord (Finlandia, Svezia, Estonia, Lituania) a Sud (Spagna, Grecia, Cipro, Marocco), dalle grandi capitali a centri più periferici. A sottolineare quanto sia importante un’esperienza all’estero è infine anche Gabriella Pasi, pro-rettrice per l’Internazionalizzazione di Milano Bicocca: «Presso il nostro Ateneo organizziamo periodici incontri informativi sui Programmi di mobilità internazionale rivolti a tutte le studentesse e a tutti gli studenti». Opportunità fortemente consigliata perché «un’esperienza di conoscenza: di altre culture, di altre lingue, di altri modi di vivere la realtà universitaria e sociale. Un percorso di arricchimento che contribuisce ad accrescere l’esperienza di vita e ad aprirsi al mondo».
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