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Oltre l’auto aziendale: ai driver assegnate anche le mobility card

Per aggirare i continui divieti alla circolazione imposti dai Comuni i fleet manager ampliano i servizi: spunta l’abbonamento unico per l’utilizzo di biciclette e monopattini persino in città diverse

di Alessandro Palumbo

(Adobe Stock)

3' di lettura

L’auto aziendale, oltre a essere una parte importante del pacchetto retributivo di un manager, dovrebbe garantire le esigenze di mobilità dell’assegnatario (e in parte anche del suo nucleo famigliare). Tuttavia, i nostri centri urbani, a causa delle normative alla circolazione sempre più stringenti, della congestione del traffico e della carenza di parcheggio, accolgono con sempre maggiore difficoltà la circolazione di vetture, specialmente se queste non hanno i requisiti “green”. Il fleet e il mobility manager sono sempre più “incaricati” di cercare mezzi e sistemi che integrino l’auto aziendale per gli spostamenti dei propri clienti interni nelle città.

Secondo l’Employee Mobility Report di Arval che indaga sulle pratiche di mobilità dei dipendenti e sulle loro aspettative in merito alle proposte delle aziende, il mobility budget insieme alla company car risultano essere le offerte di mobilità giudicate più interessanti dai dipendenti delle aziende. In questo ambito Free Now ha lanciato la nuova Mobility Benefits Card, attraverso cui i fleet manager possono assegnare ai propri dipendenti un budget come benefit aziendale e gli stessi possono semplicemente scegliere l’opzione di mobilità più adatta alle loro esigenze quotidiane di trasporto, privato o pubblico, e utilizzare la Mobility Benefits Card per pagarle. Dal punto di vista dell’offerta, i servizi di mobilità in sharing, che sono nati per un’utenza privata, si sono evoluti e modificati per raggiungere anche la clientela corporate, invadendo, di fatto, il territorio competitivo dei noleggiatori. Non a caso alcuni servizi di car sharing di diversi brand hanno allungato le durate, prevedendo anche utilizzi plurimensili.

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Anche la micromobilità in sharing si adatta; Dott punta sull’intermodalità, offrendo con lo stesso abbonamento l’utilizzo di biciclette e di monopattini anche in città diverse, il che è molto apprezzato dalle aziende che hanno sedi in diverse città. Gli abbonamenti mutano e diventano anche semestrali e annuali. E si sviluppano pacchetti in convenzione che offrono tariffe diverse per l’utenza business.

Il dipendente in bici è una fattispecie da indagare. I numeri del servizio di corporate bike sharing di Pirelli denominato Cycl-e Around ci indicano che i maggiori utilizzi si registrano per le tratte casa-lavoro con una leggera flessione nei periodi invernali dovuti al meteo. Nei periodi più miti sono frequenti anche gli spostamenti durante la giornata lavorativa per raggiungere appuntamenti/sedi secondarie. Nel caso di aziende localizzate in prossimità di piste ciclabili si registrano tassi di utilizzo medi intorno al 70% nel periodo che va da marzo ad ottobre.

Il trasporto pubblico locale è uno strumento di mobilità importante nei contesti urbani, ma, in primo luogo, per essere un’opzione quotidiana e continuativa, i mezzi pubblici su rotaia e su gomma devono essere efficienti, garantiti e comodi. In secondo luogo, è necessario favorire l’intermodalità attraverso parcheggi di scambio per l'auto privata e lo sviluppo di sinergie con lo sharing urbano. In terzo luogo è utile un raccordo tra il management del servizio pubblico e i mobility manager delle aziende del territorio.

L’utilizzo dei sistemi di mobilità all’interno della città dovrebbe essere integrato con sistemi di pagamento comodi e che in maniera fluida scindano le spese ad uso aziendale da quelle ad uso privato. In questo ambito Telepass ha recentemente lanciato TBusiness, la soluzione dedicata alle aziende che integra servizi di mobilità, carte di pagamento e rendicontazione delle spese attraverso due touchpoint: un portale per l’azienda e un’app per i dipendenti. Con questa soluzione è possibile pagare servizi di mobilità urbana come la sosta sulle strisce blu, i servizi di sharing, il taxi e l’Area C di Milano, nonché carburante e ricarica elettrica.

Corporate car sharing

Partenza lenta

Sulla carta il corporate car sharing potrebbe essere uno strumento utile per le missioni aziendali all’interno dei centri urbani. Tuttavia, i numeri del Rapporto Aniasa fotografano un servizio che stenta a decollare: mentre la flotta in noleggio a lungo termine è salita nel 2022 del 9%, quella relativa al corporate car sharing è aumentata solo dell’1,5%. A questo risultato hanno contribuito sicuramente gli strascichi della pandemia e lo sviluppo di alcune pratiche aziendali, come lo smart working e i meeting online. Le aziende di noleggio, comunque, credono nel servizio. Ald Automotive, per esempio, ha rinnovato completamente la piattaforma al fine di migliorare l’offerta e implementare nuove funzionalità. Il corporate car sharing è utilizzato soprattutto per i veicoli di servizio

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