ServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùCompetente il Tribunale di Naumburg

Omicidio Giulia Cecchettin: avviata la procedura di estradizione di Filippo, contestata l’aggravante della premeditazione

Nuovo mandato di arresto internazionale, riformulato dalla Procura di Venezia per l’ipotesi di omiidio volontario. L’Italia ha completato la traduzione in tedesco del mandato di cattura internazionale e l’ha inviata alle autorità tedesche. Nordio annuncia la preparazione di un opuscolo per scuole, social e posti di lavoro sugli atteggiamenti spia che precedono i femminicidi

di Nicoletta Cottone

Aggiornato il 21 novembre 2023 alle ore 8.30

Caso Cecchettin, avvocato Filippo Turetta: "Ha dato consenso a estradizione"

9' di lettura

É già partito l’iter per l’estradizione di Filippo Turetta, l’ex fidanzato accusato di aver ucciso Giulia Cecchettin, arrestato dopo una fuga lunga mille chilometri terminata su un’autostrada tedesca a poca distanza da Bad Durremberg, nel nord della Germania, vicino Lipsia. Sabato sera la polizia stradale lo ha bloccato, a 24 ore dal ritrovamento del corpo della giovane studentessa universitaria. Un iter rallentato riformulazione da parte della Procura di Venezia del mandato di cattura internazionale. Il tribunale regionale di Naumburg non ha dunque ancora calendarizzato l’udienza per Turetta. «Al momento non può essere comunicato il tempo necessario all’arrivo di una relativa richiesta della Procura generale e all’ulteriore procedura», si legge in una nota del Tribunale regionale superiore di Naumburg.

L’ordinanza del gip: Filippo può uccidere di nuovo

Intanto è stata reso noto in contenuto dell’ordinanza con cui il gip di Venezia Benedetta Vitolo ha disposto l’arresto, poi diventato mandato europeo di cattura eseguito in Germania. Filippo Turetta, accusato dell’omicidio dell’ex fidanzata Giulia Cecchettin, deve stare in carcere perché potrebbe uccidere altre donne, si legge in un passaggio dell’ordinanza. «Turetta con questa aggressione a più riprese e di inaudita ferocia ai danni della giovane fidanzata, prossima alla laurea, ha dimostrato una totale incapacità di autocontrollo», si legge. Elementi idonei «a fondare un giudizio di estrema pericolosità e desta allarme» dato che «i femminicidi sono all’ordine del giorno». Il giovane appare «imprevedibile, perché dopo aver condotto una vita all’insegna di un’apparente normalità, ha improvvisamente posto in essere questo gesto folle e sconsiderato», si evidenzia nel provvedimento. Si legge che Giulia Cecchettin è stata accoltellata a 150 metri da casa, poi finita nella zona industriale di Fossò, dove la scena ripresa da una telecamera di videosorveglianza mostra i suoi ultimi istanti di vita.

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Turetta dovrà nuovamente accettare la richiesta di estradizione riformulata

Dunque Filippo Turetta dovrà ricomparire davanti ai giudici tedeschi per dare la propria accettazione, o meno, alla richiesta di estradizione in Italia sulla base del nuovo mandato di arresto internazionale, riformulato dalla Procura di Venezia per l’ipotesi di omicidio volontario, come ha spiegato il procuratore Bruno Cherchi. Il giovane aveva già acconsentito al trasferimento in Italia, durante l’udienza di convalida di domenica 19 novembre ad Halle sulla base del primo Mae con il quale è stato arrestato, aperto per l’iniziale ipotesi di tentato omicidio. Con il ritrovamento del corpo di Giulia, ha spiegato Cherchi, il titolo di reato è stato riformulato in omicidio volontario. Nell’ambito della convalida di questo provvedimento Filippo dovrà dare nuovamente il proprio assenso all’estradizione. Turetta è accusato di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione e del sequestro di Giulia Cecchettin.

Giulia uccisa con almeno 20 coltellate al collo e testa

Giulia Cecchettin era già morta quando è stata nascosta nella scarpata della Val Caltea, a Barcis, dopo essere stata scaricata dall’auto di Filippo Turetta. Ne sono convinti gli investigatori sulla scorta di quanto ha riferito loro il medico legale che ha svolto l’ispezione esterna della salma per conto della Procura di Pordenone. Sarebbero state almeno 20 le coltellate con cui è stata uccisa la giovane studentessa. L’informazione emergerebbe dall’esame esterno del corpo della ragazza svolto dal medico legale Antonello Cirnelli della Procura di Pordenone. La ragazza è stata colpita diverse volte alla testa e al collo. Ora sarà la procura di Venezia a ricostruire la dinamica e a effettuare tutti gli accertamenti necessari. L’autopsia della giovane universitaria sarebbe prevista martedì mattina. Solo in quella sede potrà essere stabilito con certezza quanti sono stati i fendenti inferti dalla mano del suo ex fidanzato e si potrà circoscrivere l’ora della morte. L’autopsia, non appena la Procura potrà procedere alla nomina dei consulenti, propri e delle parti, si svolgerà nell’istituto di Medicina legale dell’Università di Padova.

Possibile rientro di Turetta in tempi brevissimi

«Già da ieri - ha affermato il procuratore capo di Venezia, Bruno Cherchi - sono stati avviati contatti con la magistratura tedesca, i tempi dell’estradizione di Filippo Turetta dipendono da loro, ma sono molto collaborativi». ’«Credo che il giovane Filippo, arrestato in Germania, rientrerà in Italia nel giro di pochi giorni. Verrà consegnato alle nostre Forze dell’ordine per poi essere interrogato e processato dalla magistratura italiana per il reato gravissimo per il quale è accusato. I tempi saranno brevissimi: nel giro di pochi giorni dovrebbe rientrare nel nostro Paese», ha detto il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, parlando con la stampa davanti a palazzo Chigi.

Nordio: un opuscolo su atteggiamenti spia per scuole, social e lavoro

Una estradizione rapida. «Io penso - ha affermato il ministro della Giustizia Carlo Nordio - che sarà questione di pochissimi giorni. Si tratta di un delitto commesso da un italiano in Italia, a danno di una cittadina, quindi non ci sono problemi di estradizioni o di rogatorie internazionali. Penso che, con la collaborazione della Germania, sarà questione di poco tempo». Il ministro Nordio ha annunciato la preparazione di un opuscolo per scuole, social e posti di lavoro sugli atteggiamenti spia che precedono i femminicidi e che sono sintomi di un possibile aggravamento di violenza.

Completata la traduzione in tedesco del mandato di cattura internazionale

L’Italia ha già completato la traduzione in tedesco del mandato di cattura internazionale e l’ha inviata alle autorità tedesche. Quando l’estradizione sarà pronta, un team della polizia giudiziaria italiana andrà in Germania a prenderà in consegna il 22enne per trasferirlo in Italia e metterlo a disposizione dell’autorità giudiziaria. «Vista la presenza in territorio estero dell’indagato si segnala che gli accertamenti irripetibili, che prevedono la sua necessaria partecipazione saranno, in parte, scanditi dai tempi derivamenti dagli atti di rogatoria che sono in corso di predisposizione», ha chiarito la procura di Venezia in una nota in merito alla posizione di Filippo Turetta.

La premeditazione determina anche l’ergastolo

Come segnalato, Turetta è accusato dell’omicidio volontario aggravato dalla premeditazione e del sequestro di Giulia Cecchettin. Il codice penale prevede la pena dell’ergastolo per l’ipotesi in cui l’omicidio volontario sia commesso con premeditazione (articolo 577, comma 1, n. 3, codice penale). In assenza di una definizione legislativa precisa, l’orientamento prevalente in giurisprudenza è quello in base al quale un omicidio volontario può qualificarsi come premeditato quando sussistono i due elementi costituitivi dell’aggravante stessa, quello ideologico e quello cronologico, più volte delineati dalla Corte di Cassazione.

In 10mila alla manifestazione per Giulia

Diecimila persone hanno partecipato a Vigonovo domenica sera alla manifestazione per ricordare Giulia, illuminando la piazza con le fiaccole. Disperata la sorella di Giulia, Elena, stretta tra le braccia del papà Gino. In sottofondo la colonna sonora del film “Il favoloso mondo di Amélie” composta da Yann Tiersen, una delle canzoni preferite di Giulia che la famiglia ha scelto per dirle addio. I genitori di Filippo Turetta hanno preso parte, in fondo al corteo, alla fiaccolata silenziosa per Giulia. «Hanno sentito fosse loro dovere esserci - ha detto l’avvocato Emanuele Compagno - come segno di vicinanza alla famiglia Cecchettin, che non hanno incontrato». Alla fiaccolata hanno preso parte anche una trentina di sindaci dei paesi vicini, tra le province di Venezia e Padova. Oggi manifestazione a Padova, con la sorella della vittima.

Giulia avrà la sua meritata laurea in ingegneria

Giulia Cecchettin avrà la sua meritata laurea in ingegneria, quella che avrebbe dovuto ottenere lo scorso giovedì con la discussione della tesi che, purtroppo, non affronterà mai. Il suo cognome, Cecchettin, era il primo nome della lista alle 8 e mezza per la laurea in ingegneria. Il suo impegno negli studi è attestato dagli amici che per tre anni hanno condiviso con lei gli studi di Ingegneria biomedica, ma anche dai professori dell’Università di Padova e dalla rettrice dell’ateneo veneto Daniela Mapelli. Sul cancello di casa «i fiocchi rossi messi sul cancello indicano che l’ha già presa», ha detto il papà. La laurea le sarà conferita «di sicuro, ma in questo momento va rispettato il dolore dei familiari, del papà e dei fratelli», ha detto Daniela Mapelli, rettrice dell’Università degli Studi di Padova, in apertura di un convegno nell’aula magna. «Quando sarà il momento - ha spiegato - contatteremo la famiglia proprio per una cerimonia con le tempistiche e le modalità che la famiglia vorrà accettare». Le lezioni al dipartimento di Ingegneria dell’Informazione, su suggerimento del direttore Gaudenzio Meneghesso, saranno introdotte da un minuto di silenzio e dalla proiezione di un messaggio.

Il papà: non provo né odio né rabbia

«Non provo né odio né rabbia. Penso solo alla mia Giulia, che ora non c’è più», ha detto ai cronisti fuori dalla casa a Vigonovo Gino Cecchettin, il papà di Giulia. «Ieri alla fiaccolata la vicinanza è stata enorme. È arrivata al cuore, non smetterò mai di ringraziare tutti gli italiani». Un cuore rosso e lo screenshot dei messaggi con sua figlia è l’ultimo post del papà di Giulia sui social. «Spero di non averti svegliato, sono andato a prendere l’autobus per fare colazione con i miei amici. Ti voglio bene», si legge nel messaggio inviato da Giulia. «Grazie amore, anche io tanto», rispondeva il papà.

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Turetta fermato in autostrada senza soldi e senza benzina

La fuga del presunto assassino di Giulia Cecchettin è finita vicino Lipsia: era fermo in autostrada A9, nei pressi di Bad Durremberg nel land della Sassonia-Anhalt, senza soldi e senza benzina. Non ha opposto resistenza alla cattura. La polizia tedesca lo ha fermato sulla corsia di emergenza, durante un normale controllo. Gli agenti solo nel momento dell’identificazione si sono accorti che il giovane era ricercato dalla polizia italiana per l’omicidio della sua ex fidanzata. Turetta è stato portato in carcere a Halle dopo che il giudice ha confermato la custodia cautelare. Insieme a Turetta rientrerà anche in Italia la Fiat Grande Punto nera. La polizia tedesca ha sequestrato anche l’autovettura sulla quale dovranno essere effettuati i rilievi di polizia scientifica dai carabinieri delegati all’indagine. La sua cattura «è stata un risultato importante», ha detto il legale della famiglia Cecchettin, Stefano Tigani. «Solo l’iter processuale ci potrà dire cosa è successo», ha ricordato.

La rabbia della sorella Elena

É una battaglia su più fronti, nel nome di Giulia, quella della sorella della vittima Elena Cecchettin. Quasi un giuramento che la sorella minore della 22enne uccisa dall’ex fidanzato Filippo Turetta affida ai social con la promessa di «distruggere tutto». Senza la mamma da un anno e ora rimasta sola accanto al papà, le dichiarazioni di questa ragazza ai cronisti erano piene di dubbi sulla figura dell’ex di Giulia, sul rapporto “malato” tra i due. Impressioni purtroppo evidentemente fondate. Elena ha affidato alle storie di Instagram pensieri e rabbia che le passano per la mente, con una frase che spicca, suonando quasi come un impegno militante: «Io non starò mai zitta. Non mi farete mai tacere». E per essere ancora più chiara Elena Cecchettin ha detto: «C’è bisogno di capire che i ’mostri’ non nascono dall’oggi al domani. C’è una cultura che li protegge e li alimenta». Sul banco degli accusati è finito anche il ministro dei Trasporti Matteo Salvini, per un post su X. «Se colpevole, nessuno sconto di pena e carcere a vita», aveva scritto il leader della Lega. Il commento di Elena è stato lapidario: «Dubita della colpevolezza di Turetta perché bianco, perché ’di buona famiglia’. Anche questa è violenza, violenza di Stato».

Il messaggio del papà di Giulia alle donne

Una battaglia sposata anche dal padre, con un messaggio rivolto a tutte le donne. «Guardatevi bene nella vostra relazione, comunicate col papà, col fratello, con chiunque vi possa dare fiducia. Ma se avete anche solo il minimo dubbio che la relazione non sia quella che voi desiderate comunicatelo, perché è solo in questo modo che avrete salva la vita, per non essere qui a celebrare di nuovo un altro femminicidio». Da questa vicenda, ha detto il padre di Giulia, «deve nascere qualcosa. Come famiglia ci impegneremo attivamente affinché questo non accada più ad altre ragazze e altre donne».

Meloni: ogni donna uccisa è un’aberrazione

La politica si interroga su come fermare lo scempio dei femminicidi. La barbara uccisione di Giulia Cecchettin imprime un’accelerazione in Senato, con il pressing di tutte le forze politiche, perché si giunga rapidamente al varo di una serie di nuove misure per il contrasto alla violenza di genere. «Ogni singola donna uccisa perché colpevole di essere libera è una aberrazione che non può essere tollerata e che mi spinge a proseguire nella strada intrapresa per fermare questa barbarie», ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, ricordando che «è già stato approvato all’unanimità dalla Camera, e mercoledì sarà in Aula al Senato, il nostro disegno di legge per il rafforzamento delle misure di tutela delle donne in pericolo». Così come che sono stati aumentati «considerevolmente i fondi per il piano anti-violenza e per la tutela delle donne in uscita da situazioni di violenza. È già pronta una campagna di sensibilizzazione nelle scuole».

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Rafforzare gli interventi nelle scuole

Sollecitazioni arrivano da tutti i fronti politici, a partire dalla segretaria del Pd Elly Schlein per un giro di vite contro la violenza ai danni delle donne, rafforzando in particolare gli interventi nelle scuole. Il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, ha spiegato come il provvedimento - per il quale ha chiesto la procedura d’urgenza e che sta per incassare il via libera definitivo delle Camere - costituisca un «tassello importante di quanto esecutivo e Parlamento stanno facendo per combattere la violenza di genere e si inserisce in un complesso di azioni».

Le nuove misure, dall’ammonimento al braccialetto elettronico

Il provvedimento, che porta la firma del ministro per le Pari Opportunità Eugenia Roccella, si introduce nel solco normativo tracciato dal ’Codice rosso’ e sostanzialmente mira, attraverso tutta una serie di nuovi ’caveat’ normativi, a tenere lontani stalker e violenti dalle potenziali vittime al verificarsi di determinati “reati spia”. Previsto il rafforzamento degli strumenti di prevenzione (ammonimento, braccialetto elettronico, distanza minima di avvicinamento, vigilanza dinamica) con la loro applicazione a quei delitti espressione di violenza fisica, sessuale, psicologica o economica diretti contro una donna. L’obiettivo è non arrivare troppo tardi. Ci saranno quindi tempi rapidi e certi per la valutazione del rischio da parte della magistratura e per la conseguente eventuale applicazione delle misure preventive e cautelari nei confronti dei potenziali violenti.

L’arresto in flagranza differita

Arriva, quindi, l’arresto in flagranza differita, e vengono previste nuove regole per favorire la specializzazione sul campo dei magistrati e la formazione degli operatori che, a diverso titolo, sono chiamati per ragioni professionali ad entrare in contatto con le vittime. Infine, il testo contempla una provvisionale a titolo di ristoro anticipato a favore delle vittime, ma anche l’allontanamento d’urgenza dalla casa familiare fuori dei casi di flagranza ed il rafforzamento degli obblighi di comunicazione alla persona offesa. Dopo il voto a Montecitorio, Roccella aveva promesso che la «legge sarà efficace, salvavita e darà la possibilità alle donne di non sentirsi più sole».

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