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Open Culture 2022, premiati i pionieri dell’Open Access

Nominati i vincitori dei premi promossi da ICOM Italia, con il sostegno di Wikimedia Italia e in collaborazione con Creative Commons Italia

di Roberta Capozucca

3' di lettura

In occasione della “We Make Future” di Rimini, il Festival dedicato all'Innovazione Digitale appena concluso, sono stati nominati i vincitori di Open Culture 2022 il premio per ricercatori e musei promosso da ICOM Italia con il sostegno di Wikimedia Italia e in collaborazione con Creative Commons Italia. Ad aggiudicarseli il Museo Egizio di Torino e Alice Fontana con una tesi sul riuso delle collezioni museali archeologiche su Wikimedia.

PND e innovazione

Il tema dell'Open Access è, al momento, uno delle questioni più calde del Piano Nazionale di Digitalizzazione, che ha individuato nell'interoperabilità, nell'interdipendenza e nell'accessibiltà i suoi pilastri concettuali fondanti. Come si legge dal documento, i quattro principi su cui il PND intende avviare il processo di innovazione digitale nella gestione del patrimonio culturale, qualunque siano le tecnologie messe in campo, sono:

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- dagli oggetti alle relazioni: evolvere la visione tradizionale del patrimonio culturale basata sul primato delle cose verso un approccio focalizzato sulle relazioni tra oggetti e contesti patrimoniali;

- dai database chiusi ai sistemi aperti: sviluppare sistemi gestionali che siano relazionabili a prescindere dalle tipologie dei beni, al fine di ampliare le potenzialità di ricostruzione dei contesti;

- dai prodotti al design dei servizi: trasformare la valorizzazione del patrimonio da una logica basata sui “prodotti” a una indirizzata allo sviluppo di servizi;

- dall'autosufficienza all'interdipendenza: accettare come un valore l'interdipendenza dell'ecosistema, tanto sul piano scientifico che su quello tecnologico-funzionale.

Il premio e i vincitori

In questo contesto, ICOM Italia, Wikimedia Italia e Creative Commons Italia hanno promosso un premio per dare valore e favorire la conoscenza di buone pratiche Open Access sul territorio nazionale. Il concorso indetto ha previsto due categorie di assegnazione, la prima dedicata ad autori di pubblicazioni edite tra il 1° gennaio 2018 e il 10 aprile 2022 che hanno affrontano tematiche legate alle opportunità e ai vantaggi dell’adozione di strumenti Open Access per il rilascio o l’identificazione di contenuti culturali e creativi nel pubblico dominio. Quest'anno il Premio Ricerca Open Culture Italia 2022 è stato assegnato alla tesi di laurea di Alice Fontana dal titolo “Digital open access: il caricamento e il riuso delle collezioni museali archeologiche su Wikimedia”, Università degli Studi di Torino, Dipartimento di Economia e Statistica “Cognetti De Martiis”. Le ragioni della vittoria risiedono nell'aver analizzato come la cultura può essere prodotta e condivisa in ambiente web con il quale si sono generate nuove relazioni commons-based in grado di coinvolgere un pubblico più ampio.

La seconda categoria di assegnazione è il Premio Museo Open Culture Italia 2022 dedicato ai progetti di valorizzazione del patrimonio di istituti culturali attraverso l'adozione di strumenti per il pubblico dominio e di licenze Open Access. Il riconoscimento si rivolge a tutti i musei italiani che abbiano realizzato dei progetti, pubblicati ed accessibili online, che prevedano l’adozione di strumenti e licenze CC per l’Open Access (Public Domain Mark, CC0, CC BY, CC BY-SA) allo scopo di favorire la condivisione di immagini e di dati in pubblico dominio, realizzati e pubblicati online tra il 1° gennaio 2018 e il 10 aprile 2022.Nel 2022, questa categoria di Premio è stata assegnata al Museo Egizio di Torino per il progetto Archivio Fotografico: un viaggio dietro le quinte del Museo Egizio, ma anche a ritroso nel tempo, fino al momento esatto in cui i reperti archeologici della sua collezione hanno visto la luce a inizio Novecento in Egitto. Un archivio di circa 45mila documenti e 2.200 scatti fotografici, ma soprattutto un lavoro di sistematizzazione e digitalizzazione dei documenti di lavoro delle Missioni Archeologiche Italiane fondate da Ernesto Schiapparelli, primo direttore del Museo Egizio di Torino, che ha impegnato gli archivisti del Museo per ben tre anni. In questo caso, il progetto è stato selezionato non solo per l'importate numero di riproduzioni di immagini di beni archeologici messi a disposizione del pubblico, ma anche per l'accessibilità dell'archivio e per la strategia di valorizzazione adottata e le azioni di monitoraggio messe in atto dell’utilizzo delle immagini digitalizzate nelle pubblicazioni scientifiche e divulgative.

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