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Open Fiber accelera su smart working e welfare

La società nata per realizzare un’infrastruttura di rete a banda ultralarga in fibra ottica sigla un accordo sindacale che migliora la flessibilità. A chi converte il premio in welfare bonus del 20%

di Cristina Casadei

3' di lettura

Ogni giorno Open Fiber impiega circa 9mila persone tra addetti diretti, oltre 1.700, e indotto. La loro età media è di 38 anni, il 33% sono donne e, racconta Ivan Rebernik, direttore personale, organizzazione e servizi, «abbiamo una grande ricchezza nella diversità e nelle nazionalità di riferimento: in azienda girano 16 passaporti diversi».

La società, che è nata per realizzare un’infrastruttura di rete a banda ultralarga in fibra ottica in tutto il Paese, ha già raggiunto 16 milioni di unità immobiliari, case, uffici, sedi della Pa, e ha un piano industriale di 15 miliardi di euro, oltre un miliardo di investimenti all’anno. Se all’esterno si pone come testa d’ariete «per creare le condizioni per favorire la connettività di borghi e paesi, anche montani e meno popolosi», afferma Rebernik, al suo interno cerca di sfruttare la rete e le tecnologie per favorire un approccio molto flessibile al lavoro, con un progetto, diventato poi strutturale grazie un accordo sindacale, che ha chiamato Fiber working e che partirà il primo luglio.

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Tutto il percorso è avvenuto «anche in una prospettiva di sostenibilità, lavorando sulla dimensione sociale e ambientale - continua Rebernik -. La nostra è un’azienda caratterizzata da una scolarità molto elevata, con una forte vocazione Stem: delle nostre persone 2 su 3 hanno titolo di studio universitario e di questi 3 su 4 sono ingegneri. Lo sforzo che facciamo quotidianamente è rendere questa organizzazione particolarmente agile e smart, perché il lavoro che facciamo è impegnativo, drena risorse e molti capitali intellettuali».

Il nuovo accordo prevede che «su base mensile i dipendenti possono lavorare da remoto per oltre il 50% dei giorni di lavoro. Il contatore però è bimestrale e questo consente di usufruire di 21 giorni ogni due mesi, con un massimo di 12 giorni al mese. È un accordo che offre flessibilità a tutti, ma cercando di differenziare, in base alle esigenze dei lavoratori e dell’azienda». Per alcune categorie specifiche, come i neoassunti, «abbiamo deciso di ridurre i giorni da remoto per favorire la loro presenza in sede nei primi mesi», dice Rebernik. Al contrario «abbiamo invece condiviso un regime di iperflessibilità per chi vive in una situazione di disagio per la salute di un figlio, di un genitore o sua personale: in questi casi il lavoro da remoto può arrivare anche al 100%», aggiunge.

Per i neogenitori, invece, «il Fiber working diventa uno strumento di supporto, con l’aggiunta di 45 giorni per le donne in gravidanza ed ulteriori 45 giorni dopo la nascita del figlio, per entrambi i genitori - spiega Rebernik -. Nell’ambito di un costruttivo dialogo con le organizzazioni sindacali abbiamo anche rinnovato l’accordo di secondo livello, introducendo misure a supporto della genitorialità tra cui l’incremento dell’indennità del congedo parentale». Vi sono inoltre permessi retribuiti per la malattia dei figli ed ulteriori giorni di congedo di paternità, rispetto a quelli previsti dalla legge.

Se il Fiber work ha disegnato intorno ai lavoratori condizioni di lavoro più flessibili e sostenibili, lo stesso si può dire per il welfare aziendale, dove è entrato anche uno strumento nuovo, ossia il versamento di un importo una tantum di 200 euro per l’apertura di una posizione previdenziale integrativa a favore dei bambini nati nella famiglia Open Fiber, fruibile entro i primi tre anni di vita. Attraverso diverse survey l’azienda ha cercato di individuare le esigenze di beni e servizi dei lavoratori e ha costruito per loro un welfare molto apprezzato.

«Abbiamo un portafoglio di servizi che nell’ultima wave di conversione del premio di risultato aziendale ha visto l’adesione di più di un dipendente su 2, il 53%. Tra i servizi più utilizzati l’assistenza sanitaria, gli interessi passivi del mutuo, viaggi, sport, benessere, cura, istruzione. Si tratta di un portafoglio molto ampio, accessibile in modalità digitale. È un sistema win win che abbiamo cercato di incoraggiare anche con un extrabonus del 20% per chi converte il premio di risultato in welfare».

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